1 marzo 2016

IL MANIFESTO PER IL TEVERE




Ieri pomeriggio ,29 febbraio, abbiamo partecipato ad un'iniziativa promossa dai Senatori PD dal titolo accattivante :Fiume?ma 'ndo' sta?" che riflette una tendenza abbastanza generalizzata nei romani di non dare importanza al fiume Tevere a tal punto da ignorarne l'esistenza , sintetizzato appunto nel paradosso del titolo dell'incontro .
Francamente  ne siamo rimasti delusi :il notevole numero di relatori ci avrebbe dovuto mettere in preallarme. Una serie di relazioni tra il saccente ed il grottesco,intervallati dalla lettura di poesie e da canzoni (er barcarolo) a cui è stato invitato anche il pubblico a cantare (e lo ha fatto!!) .Gli interventi retorici ed agiografici hanno raggiunto il massimo però con gli interventi dei politici :dalla Valentini madrina dell'iniziativa ,banale e penosa nella sua introduzione ,al capogruppo Zanda patetico e autoreferenziale ,per finire a Morassut.,che per essere un candidato Sindaco ha veramente le idee poco chiare di quelli che sono i problemi del Tevere. Insomma il Tevere,a giudicare le persone che hanno partecipato all'incontro di ieri sera, è messo  proprio in pessime mani.
Ci saremmo aspettati almeno un accenno,visto che non figurava tra i numerosi partecipanti al tavolo di presidenza,del Consorzio Tiberina,l'unico ente a Roma che sta cercando di mettere insieme istituzioni ed associazioni per la rinascita del Tevere. Non è stato invitato nè tantomeno citato dagli illustri relatori intenti com'erano a guardarsi il proprio ombelico.Letteralmente ignorato.
 Gli diamo invece noi  la giusta rilevanza  ,pubblicando un documento elaborato dai soci del Consorzio ,meglio conosciuto come Manifesto del Tevere. Ancora non nella sua edizione finale, ma  che dà sostanzialmente l'idea di quanto il Consorzio ,attraverso i suoi soci ,si propone per sollevare dal degrado in cui il Tevere è sprofondato e riportarlo se non agli antichi splendori almeno al centro del dibattito cittadino.

MANIFESTO PER IL TEVERE
Il Tevere è un tema-chiave per Roma e per il suo territorio, ma lo stato impietoso in cui riversa oggi toglie la rilevanza che merita. L’odierna situazione spinge ad avviare uno sforzo corale per mutare tendenza e impegnare tutte le risorse ed energie disponibili in un patto comune per la valorizzazione e tutela del Tevere e del suo territorio. Roma e il territorio limitrofo devono “riappropriarsi” del proprio fiume mediante una serie di attività coordinate dal controllo civico e dalla cooperazione di diverse componenti (istituzionale, economica, associazionistica, tecnico-scientifica etc.) operanti in maniera sinergica tra loro.
Tutto ciò è assolutamente necessario perché Roma sarà al centro di eventi e celebrazioni nei prossimi anni: nel 2020 saranno i 150 anni di Roma capitale d’Italia, nel 2024 probabilmente le Olimpiadi e nel 2025 il Giubileo. Nel 2020 ricorreranno anche i 150 anni dalla disastrosa piena che, portò per la prima volta Vittorio Emanuele II a visitare Roma, dando spunto per il progetto dei Muraglioni per la protezione del centro storico della città.
Il presente Manifesto vuole sancire i principi del Comitato Promotore fra Istituzioni per il Contratto di fiume dell’area urbana di Roma del 27 febbraio 2015 e dichiarare le intenzioni del Forum Tecnico-Amministrativo, unione dell’Osservatorio istituzionale e del Consiglio direttivo del Consorzio Tiberina- Associazione consortile per l’Assemblea di Fiume e di Bacino del Tevere e per i relativi Patti e Contratti.
Il presente Manifesto è l’avvio di una visione olistica del tema, integra soggetti e valori, tradizione e innovazione, costruire "percorsi" interessanti e sinergici fra metropoli e mondo rurale, verso una riconoscibilità nazionale e internazionale della Valle del Tevere e della regione Tiberina tutta.
PREMESSO CHE
- sono da considerare gli strumenti urbanistici vigenti: il PS5, "Piano stralcio per il tratto metropolitano del Tevere da Castel Giubileo alla foce", redatto dall'Autorità di Bacino del fiume Tevere e approvato con D.P.C.M. del 3 marzo 2009 (pubblicato nella G.U. n.114 del 9 maggio 2009); il PRG del Comune di Roma, per l’Ambito di programmazione strategica del Tevere, approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazione 18 del 12/2/08 e (pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio il 14 marzo 2008);
- fra il mare e l’Idroscalo dell’Urbe a monte dell’Acquacetosa la navigazione sul fiume Tevere è dichiarata marittima ai sensi della Legge 6 maggio 1906, n. 200 (pubblicata sulla GU n. 121 del 23 maggio 1906) ai sensi del R.D. 10 agosto 1934 n. 1452. La disciplina di tale navigazione marittima è esercitata, secondo le rispettive competenze, dalla Capitaneria di porto di Roma e dalla Direzione marittima del Lazio, la cui giurisdizione è prevista dalla tabella “A” del D.P.R. n. 37 del 2012 (pubblicato sulla GU n. 85 dell’11 aprile 2012), attualmente regolamentata con l’Ordinanza n. 65/2002 della Capitaneria di porto di Roma.
- sono osservate le linee guida Definizioni e requisiti qualitativi di base de Contratti di Fiume del 12 marzo 2015, redatte dal Gruppo di Lavoro 1 coordinato da MAATM e dall’ISPRA “Riconoscimento
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dei CdF a scala nazionale e regionale, definizione di criteri di qualità” del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume Linee Guida Contratti di Fiume. Il documento definisce al punto 2.a la condivisione di un documento d’intenti contenente le motivazioni e gli obiettivi generali, le criticità specifiche oggetto del CdF e la metodologia di lavoro, condivisa tra gli attori che prendono parte al processo.
- i Contratti di Fiume sono inseriti nel collegato ambientale alla Legge di Stabilità 28 dicembre 2015 n. 221, “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, art. 59: “I contratti di fiume concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree”.
- la Regione Lazio ha aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume con DGR 787 del 18/11/2014.
- il Comune di Roma Capitale ha istituito l’”Osservatorio Tevere” con Deliberazione n. 320 del 13/10/2015 nell’ambito della sede del competente Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, supportato dal “Servizio aree fluviali”. L’Osservatorio svolge di facilitazione al dialogo nei processi partecipativi tra tutti i soggetti che sottoscriveranno il contratto di fiume a Roma.
PERCHÉ UN CONTRATTO DI FIUME A ROMA
Perché il Tevere è il bene comune di Roma e il suo territorio.
Perché il fiume è un legante, unisce le componenti del territorio, mantenendole vive e attive; nell’alveo non fluiscono solo le acque ma anche la storia, la cultura e l’identità delle comunità.
Dal fiume può e deve partire un processo di rigenerazione ambientale, di riqualificazione economica, di inclusione sociale, di riscatto identitario di aree, mestieri, persone.
Per un’ottimale gestione del fiume occorre un’alleanza autentica fra comunità, cittadini, associazioni, enti locali per reagire rapidamente agli elementi di criticità, abbandono e degrado ambientale del Tevere.
Perché è necessario avviare un laboratorio di gestione condivisa e partecipata del bacino del corso d’acqua, attraverso il quale tutta la comunità si prende cura del fiume e del territorio.
Perché occorre attivare un meccanismo virtuoso di coinvolgimento e partecipazione di tutti i portatori di interesse: dagli enti di gestione del territorio alle associazioni di categoria professionali, dalle associazioni culturali e ambientaliste al singolo cittadino.
Perché il contratto di fiume è strumento idoneo a diffondere le buone pratiche di sostenibilità a tutti e allo stesso tempo mediare e risolvere i conflitti fra enti locali, ambientalisti, concessionari, eco turisti, sportivi, pescatori, cacciatori, agricoltori e tutti gli altri portatori di interesse.
Per riuscire ad affrontare inquinamento, trasporto di sedimenti, gestione idraulica, manutenzione, dissesto, protezione civile, sicurezza della navigazione, il Contratto di fiume
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diventa una “Conferenza di Servizi permanente” che permette agli enti proposti di dialogare allo stesso tempo per una chiara ed efficiente comprensione dei problemi.
I NOSTRI OBIETTIVI
 il miglioramento della qualità ambientale e dello stato ecologico dei corpi idrici e degli eco-sistemi connessi;
 il potenziamento dell’uso e della gestione integrata della risorsa idrica, attraverso linee strategiche che aumentino la sicurezza, la fruibilità delle acque e l’aumento della capacità di resilienza del territorio;
 la tutela della biodiversità, l’irrobustimento della rete ecologica, la difesa del paesaggio;
 la maggiore integrazione fra le politiche di settore, agricoltura, turismo, energia, trasporti, agenda digitale e strumenti di programmazione dal livello locale a quello regionale, nazionale ed europeo;
 l’evoluzione del processo basata sulla partecipazione e sul coinvolgimento delle comunità, in un’ottica di sensibilizzazione, formazione e responsabilizzazione.
CONVENIAMO CHE
 l’acqua e i fiumi sono beni comuni che devono essere gestiti con un modello di governance che preveda il coinvolgimento di soggetti istituzionali, comunità e cittadini;
 è necessario superare la frammentazione di competenze e di risorse esistenti per favorire la coerenza e l’integrazione delle strategie di sviluppo, il confronto e il coordinamento con le diverse politiche e con la programmazione strategica e finanziaria;
 bisogna migliorare lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici. Per fare ciò è necessario intervenire mettendo in campo una molteplicità di strategie, in coerenza con i rispettivi piani di settore, con le realtà produttive, associative e della società civile.
 occorre raggiungere obiettivi di sostenibilità, attraverso un processo di partecipazione attiva delle comunità, perseguendo un percorso che prevede le seguenti tappe:
- mettere a sistema le conoscenze per integrare le visioni e superare le frammentazioni disciplinari;
- redigere un Piano di Azione Strategico Partecipato di respiro quinquennale, che traduca la visione in Obiettivi ed Azioni;
- elaborare un Piano di Azione Operativo di respiro triennale, che definisca parametri quali fattibilità, risorse, tempi, soggetti attuatori;
- definire un processo di monitoraggio e controllo dell’efficacia delle Azioni, le modalità di rendicontazione ai portatori di interesse, la valutazione e un’eventuale ri-pianificazione.
L’agenda strategica per il Fiume Tevere nell’area urbana parte dai seguenti presupposti:
 valorizzare la qualità delle azioni sul corpo idrico, adottare un modello di produzione di cultura ambientale legata al fiume e assumere un modello di cogestione e cooperazione territoriale.
 innescare forme di “ibridazione” con produzioni culturali contemporanee, attraverso relazioni di scambio con agenti dell’innovazione (istituzioni culturali, centri di ricerca, etc.) che operano alla scala globale.
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 definire da esempi virtuosi (come il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”, del Comune di Bologna del 16/06/2014) la costruzione di una rete civica per lo sviluppo di processi partecipativi che mirano a recupero, riqualificazione, manutenzione o gestione di alcune parti del territorio attraverso strumenti innovativi e tecnologici per la condivisione sociale.
La città di Roma tutta, dalla Città metropolitana di Roma Capitale alla Regione Lazio e tutte le istituzioni pubbliche e private, fino all’intera cittadinanza nelle sue diverse espressioni affermano il diritto-dovere di vigilare, tutelare e valorizzare il Tevere e i suoi territori limitrofi nel pieno rispetto della normativa vigente.
Il seguente Manifesto è l’avvio per il Contratto di fiume per il Tevere a Roma, con cui intendiamo sperimentare una strategia comunicativa, che combina medium tradizionali ed istituzionali con altri più innovativi, per garantire la migliore risonanza e visibilità alle attività del processo.
Il fine è creare un processo realmente partecipativo, animato da contributi vivaci, originali e creativi, in grado di creare le premesse per la costituzione di una comunità di fiume intelligente che mira ad una gestione più consapevole, più responsabile, più sostenibile della rete idrografica e del territorio, una vera smart river community.
Roma, 20.2.2016

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