Non
vorrei essere nei suoi panni.
L’obiettivo
della BCE, come da statuto, è quello di garantire un livello ottimale di
inflazione.
Per
ottenere questo risultato ha a disposizione tutto l’armamentario della politica
monetaria.
Quando
la BCE è stata creata, gli economisti che suggeriscono le politiche economiche
ai governi e in subordine alla Commissione, erano (e sono) tutti fieri
monetaristi – liberisti, per i quali, persino Keynes, appare come un pericoloso
rivoluzionario statalista.
In soldoni, al presidente della BCE, si chiede di
combattere la stagnazione capitalista – che sta diventando un incubo per il
mondo intero e evidentissima nel vecchio continente – con le sole armi del saggio di interesse e della
gestione della massa monetaria circolante, in assenza di una politica
industriale continentale convergente.
Ci sono dei pessimi segnali:
·
Il fatto che Draghi sia stato costretto a aumentare di molto la creazione di moneta e a manovrare i tassi
di interesse nel tentativo di obbligare le banche a fare il loro mestiere,
significa che la pur imponente manovra messa in campo in precedenza, non ha raggiunto l’obiettivo (nemmeno parzialmente).
·
In Giappone, dove la manovra di stimolo
monetario è stata attuata molto prima che da noi, a livelli ancora maggiori di quelli decisi
dalla BCE e in presenza di una politica industriale coerente, i risultati sono
stati pessimi. Nessuna uscita – nemmeno parziale – dallo stato di deflazione e
stagnazione pesante
·
Negli USA, paese con robusta politica
industriale, assenza di ogni vincolo “sociale”
al liberismo economico e finanziario, la Federal Reserve non sa che
pesci prendere per la contradditorietà dei segnali che vengono dal mercato
interno, che non è più ovviamente isolabile.
·
La “crescita” europea è asfittica (gli economisti monetaristi liberisti che continuano a
dettare le politiche europee, si
lamentano per il livello ancora alto (!) del “welfare”) e il livello
complessivo dei prezzi , nel nostro continente, è quello di una deflazione
strisciante.
Se anche questo enorme sforzo della BCE, sarà un flop anche solo parziale (e secondo
me lo sarà), cosa si dovrà fare?
Sicuramente la prossima mossa sarà il tentativo di
ridurre a zero quello che rimane dello stato sociale.
Insomma, sembra che dalla stagnazione capitalistica, nel
mondo, nonostante i consistenti margini di crescita di grandi aree (Africa sub
sahariana, america latina, sud est asiatico) non si esca e che la
precarizzazione generalizzata della vita stia galoppando, in una spirale
perversa.
Nel nostro piccolo, cosa faremo noi, scolari
diligentemente occupati a fare i compiti?
Che la stagnazione sia davvero strutturale, abbiano ragione i gufi di ogni dove e il
collasso del sistema stia diventando evidente e meno lontano?
Umberto Pradella
Umberto Pradella
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