La notizia è stata riportata dai maggiori quotidiani nazionali: Wilhem Kusterer, uno dei boia della strage di Marzabotto, ha ricevuto qualche mese fa una medaglia all’onore .
Ex SS , nell’autunno del ’44 si trovava lì
dove si consumava uno dei più atroci crimini contro i civili italiani da parte
dei tedeschi a Marzabotto, consegnata alla storia come paese simbolo della
violenza nazista in Italia.
La municipalità
tedesca di Engelsbrand ha infatti attribuito un riconoscimento a uno degli
autori del massacro della collina di Monte Sole, sull’Appennino bolognese. Kusterer, che oggi ha 94 anni,
l’ha ricevuta mesi fa dal sindaco di Engelsbrand «per aver reso grandi servigi
al suo comune di origine», 4300 abitanti, nel land del Baden-Wuerttemberg.
Immediate sono state le proteste delle associazioni democratiche italiane nei confronti della Germania, a cui viene chiesto che venga ritirato il riconoscimento consegnato a Kursterer.
Questo gravissimo episodio sottolinea l’importanza del presidio
democratico della memoria: la guardia non deve essere mai abbassata anche quando
lo scorrere del tempo affievolisce i ricordi
e i protagonisti e i testimoni di quel tempo vengono a mancare. Davanti
ad una strage così atroce non c’è perdono che tenga nei confronti di chi se ne rese
autore, dal comandante fino all’ultimo SS.
La Germania non finirà mai di fare i conti con il suo passato finchè non condannerà anche episodi come questo che tendono a rivalutare pubblicamente chi si rese protagonista di assassini orribili, stroncandoli sul nascere,ora e sempre.
L'Italia democratica non dimenticherà mai i
martiri di Marzabotto e di tutte le stragi nazi-fasciste .
Domenico Fischetto
La strage di Marzabotto Monte Sole
Reparti
dell'esercito tedesco e delle SS compiono nei pressi di Marzabotto una grande
strage di civili. Dal 12 agosto la 16a Divisione Panzergrenadier Reichsfurer SS
del generale Max Simon risale la penisola attraverso la Versilia e la
Lunigiana, compiendo rappresaglie, rastrellamenti, eccidi. A fine settembre
arriva nell'Appennino bolognese, ai piedi del Monte Sole, area strategica di
retrovia della linea di difesa tedesca. Qui opera la brigata partigiana Stella
Rossa, guidata da Mario Musolesi, detto il Lupo. Per tre giorni, a partire dal
29 settembre, nei comuni di Marzabotto, Grizzana e Vado di Monzuno, le truppe
al comando del maggiore Walter Reder (in particolare il reparto esploratori
Panzer Aufklarungs-Abteilung della 16a Divisione SS) compiono una terribile
rappresaglia nella quale vengono barbaramente uccise 955 persone in 115 diverse
località: tra esse 216 bambini fino a 12 anni, 316 donne, 142 anziani sopra i
60 anni. Vengono trucidati anche 5 sacerdoti. A San Giovanni di Sotto sono
massacrate 52 persone in un rifugio. A Caprara 62 tra donne e bambini sono
uccisi a colpi di bombe a mano. A Casaglia 92 civili rifugiati nella chiesa
sono falciati con la mitraglia nel vicino cimitero, dopo l'esecuzione del loro
parroco Ubaldo Marchioni. A San Martino 54 civili sono fucilati in un'aia e
bruciati. A Cerpiano 43 persone, in gran parte bambini, sono massacrate a bombe
a mano in una cappella. A Cadotto, uno dei pochi luoghi in cui si combatte e in
cui muore il comandante Lupo, sono trucidate 44 persone. A Creda 79 tra vecchi,
donne e bambini sono uccisi in una rimessa, mentre 45 persone sono fucilate e
gettate nella botte di Pioppe di Salvaro, compresi i sacerdoti don Elia Comini
e Padre Capelli. Sono questi solo alcuni degli episodi principali. La brigata
Stella Rossa viene sgominata, ma una buona parte dei partigiani riesce ad
evitare l'accerchiamento e a raggiungere gli alleati o altre formazioni
partigiane. L'11 ottobre, un articolo del "Resto del Carlino"
definirà "Voci inconsistenti" le allarmanti notizie provenienti da
Marzabotto. Le mine disseminate dai tedeschi in ritirata continueranno a
uccidere, fino al 1966, altre 55 persone. L'operazione della Wehrmacht e delle
Waffen SS contro la Stella Rossa sarà citata dal comando tedesco come modello
di guerra anti partigiana
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