I candidati alle primarie per il centro-sinistra al Campidoglio
Domani, 6 marzo, si
svolgeranno le primarie del centro
sinistra a Roma.
Di centro sinistra veramente c’è
pochino, diciamo che sono delle primarie
di centro dove il Partito Democratico fa la parte del leone. Nessuno ci venga a
dire che creano qualche problema quei candidati che si sono presentati per
avere un attimo di visibilità e magari qualche tozzo di pane dopo. Ovviamente
non è il caso di Chiara Ferraro, che con la sua coraggiosa presenza ha già vinto
le sue primarie perché ha rilanciato e posto sotto i riflettori mediatici il
problema dei diversamente abili in una città ostile come Roma e per questo la
ringraziamo
Ora i candidati alla poltrona di
Sindaco sono due: Morassut e Giachetti entrambi di nome Roberto. Con origini diverse
(uno viene nientemeno dal PCI e l’altro dai Radicali), ma ora sono fondamentalmente
uguali. Fa sorridere la connotazione di uomo di sinistra che si vuole far accreditare
a Morassut come anche fa sorridere il piglio corrucciato di Giachetti quando sembra prendere sul serio
quello che dicono i cittadini. E’ovvio che chi
una volta si installerà al Campidoglio, la dottoressa Raggi
permettendo, darà ascolto solo al suo capo e alle sue indicazioni. Si
preoccuperà certo di affrontare gli atavici problemi di Roma, ma dove c’è la
ciccia si guarderà bene dal pronunciare qualche rifiuto. Per esempio per la
candidatura alle Olimpiadi di Roma 2024 si sono entrambi schierati a favore. Ma
non vogliamo infierire.
Primarie di centro dicevamo
quelle del 6 marzo, perché la componente di Sinistra si è completamente
smarcata dal PD e ha annunciato già da tempo la corsa di Fassina alla poltrona
di Sindaco. Candidatura di rilievo e di peso, ma che non abbiamo problemi a definire
di bandiera, dati gli atavici problemi
della sinistra a correre unita e a parlare con una voce sola. Prove di dialogo
in questi ultimi tempi ce ne sono state diverse
e sicuramente continueranno ad esserci. In particolare con la lista che
sostiene l’ex Sindaco Marino recentemente costituitasi, baldanzosa ed
aggressiva , forte del torto subito dal loro mentore. Hanno persino stampato
delle belle e fiammanti bandiere che hanno fatto il loro esordio alla
manifestazione del povero Giulio Regeni davanti all’ambasciata egiziana. Partoriranno
questi incontri un figlio unico? Difficile dirlo in tempi in cui la stepchild adoption occupa le prime pagine dei
giornali. Sapranno i nostri eroi delle smobilitate barricate di sinistra
insieme ai piccolo borghesi mariniani
fecondare un ovulo per le prossime
amministrative? Che dire? Speriamo di si. L’essenziale che sia figlio unico.
Passiamo ai Municipi. Anche lì ci
sono state bocciature e promozioni. I bocciati correranno per una poltrocina del consiglio comunale, i
promossi si vedranno riconfermati senza passare dalle forche caudine delle
primarie. Che nei Municipi sono sempre un po’ antipaticucce , in particolare per chi milita in
un partito come il PD, in cui un giorno sei amico di uno, il giorno dopo ne
sei invece avversario. E allora sarebbe meglio non
costringere ad alleanze temporanee per appoggiare l’uno o l’altro, che poi un
domani ti si potrebbero ritorcere contro. Ma così va il mondo dalle parti del PD e allora forza
con le primarie da Municipio, e alla lotta tra fratelli e sorelle
coltelli.
Nel II Muncipio, proprio mentre
scriviamo, si sta svolgendo un raduno dei candidati per il rush finale dei due
candidati. Francesca Del Bello gioca in casa in tutti i sensi al Campo Artiglio,
mentre Alemanni è al Teatro Arcobaleno. Che dire di questi due candidati? Ce ne
asteniamo perché effettivamente non c’è molto da dire . Avremmo preferito
magari una terza candidatura che avesse messo un po’ di pepe alla competizione.
La Del Bello ha molta esperienza avendo ricoperto in passato ruoli nelle giunte
precedenti dell’ex III Municipio, Alemanni è quello che si potrebbe definire un
figlio dei tempi renziani: rampante,spregiudicato,estremamente flessibile.
Ognuno naturalmente appoggiato
dalle rispettive tifoserie che hanno radici non solo sul territorio ma anche
dalle parti del Nazzareno.
Insomma il 7 marzo sapremo chi ha
vinto e sapremo chi ci avremo davanti e magari ci governerà.
Ma un pronostico lo vogliamo
comunque fare: secondo il nostro modesto parere non ci saranno le code delle
primarie precedenti che un po’ sorpresero gli stessi dirigenti del Partito
Democratico. Questa volta vincerà chi saprà portare a votare per sé quei pochi
elettori ( leggi: le proprie truppe) che ancora ne hanno voglia.
Però occhio alle comunità dei cinesi e dei
sudamenricani!!!
Domenico Fischetto
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