Sembra quasi che i problemi legati alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 vengano ignorati o minimizzati dal Comitato promotore.E non ne avevamo dubbi.Mentre ancora qualcuno ci deve spiegare cosa ce ne faremo dopo il periodo delle Olimpiadi di 19.500 alloggi costruiti a Tor Vergata ,quando l'Università ne ha chiesti solo 800,mentre qualcuno ci deve ancora spiegare cosa ce ne faremo di un laghetto inventato di sana pianta in una zona vincolata alla Nuova Fiera di Roma, tanto per citare le opere più controverse,oggi riportiamo l'articolo di Paolo Gelsomini pubblicato nella newsletter di Carte in Regola in cui ci spiega perchè la Metro C rimarrà un'opera incompiuta e smonta il castelletto di bugie di quanti ,pelosamente, scommettono su una sua messa in servizio in occasione delle Olimpiadi.Ci chiediamo se chi ci governa lo fa in nome del popolo italiano o in nome dei soliti interessi che guardano al profitto scaricandone sulla collettività i costi.
Domenico Fischetto
METRO C: i fondi non si sbloccano, ipotesi stop della linea
di Paolo Gelsomini*
Tra le tante
dichiarazioni che fioccano intorno ai progetti per la candidatura di
Roma ai prossimi giochi olimpici, c’è anche la linea della metro C, per
la quale si favoleggia una diramazione fino a Tor Vergata per
permettere di spostarsi dal villaggio Olimpico là previsto al Foro
Italico in soli trenta minuti. Questo, se abbiamo capito bene, vuol dire
che una linea che era stata prevista inizialmente di 42 Km da Pantano a
Tor di Quinto, poi ridimensionata a 25 Km da Pantano a Clodio ed
arrivata finora solo al Pigneto a nove anni dall’inizio dei lavori,
dovrebbe essere pronta per le Olimpiadi del 2024 ed arrivare fino al
Foro Italico con tanto di diramazione verso il villaggio olimpico di Tor
Vergata…
A conferma di ciò Zingaretti, presidente della Regione Lazio, aggiunge: “La linea C non si può fermare al Colosseo”.
Ma vediamo come stanno realmente le cose. Le indagini avviate da
parte della Corte dei Conti, della Procura della Repubblica e
dell’Autorità Nazionale Anticorruzione arriveranno a conclusione
presumibilmente entro marzo, dopo gli esposti denuncia presentati dal
consigliere radicale Riccardo Magi e da alcune associazioni che studiano
da anni le vicende della metro C. Sono coinvolti il Comune, Roma
Metropolitane, Metro C ed anche il Ministero delle infrastrutture, al
quale è stato presentato un atto di diffida a continuare a finanziare
un’opera che al momento non pare poter avere nessun futuro e che non sta
raggiungendo nessuno degli obiettivi che si era prefissata come opera
strategica finanziata dalla Legge Obiettivo.
E’ stata chiesta da parte dei denuncianti la rescissione del
contratto con addebito perché il progetto non è in grado di andare
avanti con costi sostenibili e strategie trasportistiche coerenti con
gli obiettivi che erano alla base di questo grande progetto strategico.
In questo clima di caos e di disorientamento generale nessuno osa
muoversi, con le indagini in corso. Metro C continua a chiedere 225
milioni di cui 185 per lavori già eseguiti e 70 tra opere già completate
ed interessi maturati per ritardi nei pagamenti. Il Comune ne ha
offerti molti di meno, chiedendo a sua volta il pagamento delle penali a
Roma Metropolitane in base agli accordi del settembre 2014.
Nel frattempo un tavolo tecnico convocato a febbraio in Prefettura ha affrontato tutte le criticità ma, come si legge su Trasporti-Italia.com del 26 febbraio, non è stato possibile garantire la ripresa dei lavori né il ritiro dei licenziamenti.
Da quanto esposto in Commissione Trasporti alla Camera dal
sottosegretario del ministero delle Infrastrutture, Umberto Del Basso De
Caro la situazione appare ancora nebulosa e lo stesso De Caro ha
esortato “i diversi attori coinvolti a predisporre ulteriori
approfondimenti sulle problematicità la cui complessa situazione
richiede il massimo sforzo”
In attesa della conclusione delle indagini i fondi non si sbloccano e
i lavori non vanno avanti. Con l’apertura delle procedure di mobilità
il Consorzio ha ufficializzato la chiusura dei cantieri. La talpa da via
Sannio al Colosseo ancora non ha cominciato a scavare, ci sono ancora
seri problemi tecnici da risolvere nel nodo di San Giovanni
(collegamento sotterraneo tra la A e la C e definizione del tronchetto
di manovra per permettere ai treni della linea C di tornare indietro una
volta arrivati alla stazione di San Giovanni), non è definito il
progetto per la futura stazione di piazza Venezia interessata
dall’importante area archeologica dell’Ateneo di Adriano rinvenuta
durante gli scavi. E dopo, se ancora si volesse andare avanti, si
incontrerebbero solo le difficoltà di sotto attraversamento di aree
delicate come quella di largo Argentina e della Chiesa Nuova ed il
doppio passaggio sotto il Tevere prima di arrivare alla sospirata
Farnesina, al Foro Italico ed a Tor di Quinto con il necessario scambio
con l’Anello ferroviario. Tutto questo, naturalmente, in vista delle
Olimpiadi del 2024, che dovrebbero assegnare alla Capitale italiana
anche in virtù di una nuova linea C della metropolitana, capace
finalmente di assolvere le funzioni strategiche per le quali era stata
pensata e progettata.
Ma la strada della metro C si fa sempre più in salita. A questo punto
si fanno sempre più insistenti le ipotesi di uno stop a San Giovanni
della metro C o, al limite, di un terminal al Colosseo, che non era
proprio l’obiettivo che ci si era prefissato di raggiungere.
Nessun commento:
Posta un commento