1 marzo 2016

METRO C:UN'ALTRA OPERA INCOMPIUTA SULLE SPALLE DEI CITTADINI

Sembra quasi che i problemi legati alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 vengano ignorati o minimizzati dal Comitato promotore.E non ne avevamo dubbi.Mentre ancora qualcuno ci deve spiegare cosa ce ne faremo dopo il periodo delle Olimpiadi di 19.500 alloggi costruiti a Tor Vergata ,quando l'Università ne ha chiesti solo 800,mentre qualcuno ci deve ancora spiegare cosa ce ne faremo di un laghetto inventato di sana pianta in una zona vincolata alla Nuova Fiera di Roma, tanto per citare le opere più controverse,oggi riportiamo l'articolo di Paolo Gelsomini pubblicato nella newsletter di Carte in Regola in cui ci spiega perchè la Metro C rimarrà un'opera incompiuta e smonta il castelletto di bugie di quanti ,pelosamente, scommettono su una sua messa in servizio in occasione delle Olimpiadi.Ci chiediamo se chi ci governa lo fa in nome del popolo italiano o in nome dei soliti interessi che guardano al profitto scaricandone sulla collettività i costi.

Domenico Fischetto

METRO C: i fondi non si sbloccano, ipotesi stop della linea

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cantiere Metro C a San Giovanni (foto ambm)
di Paolo Gelsomini*
Tra le tante dichiarazioni che fioccano intorno ai progetti per la candidatura di Roma ai prossimi giochi olimpici, c’è anche la linea della metro C,  per la quale si favoleggia una diramazione fino a Tor Vergata per permettere di spostarsi dal villaggio Olimpico là previsto al Foro Italico in soli trenta minuti. Questo, se abbiamo capito bene, vuol dire che una linea che era stata prevista inizialmente di 42 Km da Pantano a Tor di Quinto, poi ridimensionata a 25 Km da Pantano a Clodio ed arrivata finora solo al Pigneto a nove anni dall’inizio dei lavori, dovrebbe essere pronta per le Olimpiadi del 2024 ed arrivare fino al Foro Italico con tanto di diramazione verso il villaggio olimpico di Tor Vergata…
Ma vediamo come stanno realmente le cose. Le indagini avviate da parte della Corte dei Conti, della Procura della Repubblica e dell’Autorità Nazionale Anticorruzione arriveranno a conclusione presumibilmente entro marzo, dopo gli esposti denuncia presentati dal consigliere radicale Riccardo Magi e da alcune associazioni che studiano da anni le vicende della metro C. Sono coinvolti il Comune, Roma Metropolitane, Metro C ed anche il Ministero delle infrastrutture,  al quale è stato presentato un atto di diffida a continuare a finanziare un’opera che al momento non pare poter avere nessun futuro e che non sta raggiungendo nessuno degli obiettivi che si era prefissata come opera strategica finanziata dalla Legge Obiettivo.
E’ stata chiesta da parte dei denuncianti la rescissione del contratto con addebito perché il progetto non è in grado di andare avanti con costi sostenibili e strategie trasportistiche coerenti con gli obiettivi che erano alla base di questo grande progetto strategico.
In questo clima di caos e di disorientamento generale nessuno osa muoversi,  con le indagini in corso. Metro C continua a chiedere 225 milioni di cui 185 per lavori già eseguiti e 70 tra opere già completate ed interessi maturati per ritardi nei pagamenti. Il Comune ne ha offerti molti di meno, chiedendo a sua volta il pagamento delle penali a Roma Metropolitane in base agli accordi del settembre 2014.
Nel frattempo un tavolo tecnico convocato a febbraio in Prefettura ha affrontato tutte le criticità ma, come si legge su Trasporti-Italia.com del 26 febbraio, non è stato possibile garantire la ripresa dei lavori né il ritiro dei licenziamenti.  Da quanto esposto in Commissione Trasporti alla Camera dal sottosegretario del ministero delle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro la situazione appare ancora nebulosa e lo stesso De Caro ha esortato “i diversi attori coinvolti a predisporre ulteriori approfondimenti sulle problematicità la cui complessa situazione richiede il massimo sforzo”
In attesa della conclusione delle indagini i fondi non si sbloccano e i lavori non vanno avanti. Con l’apertura delle procedure di mobilità il Consorzio ha ufficializzato la chiusura dei cantieri. La talpa da via Sannio al Colosseo ancora non ha cominciato a scavare, ci sono ancora seri problemi tecnici da risolvere nel nodo di San Giovanni (collegamento sotterraneo tra la A e la C e definizione del tronchetto di manovra per permettere ai treni della linea C di tornare indietro una volta arrivati alla stazione di San Giovanni), non è definito il progetto per la futura stazione di piazza Venezia interessata dall’importante area archeologica dell’Ateneo di Adriano rinvenuta durante gli scavi. E dopo, se ancora si volesse andare avanti, si incontrerebbero solo le difficoltà di sotto attraversamento di aree delicate come quella di largo Argentina e della Chiesa Nuova ed il doppio passaggio sotto il Tevere prima di arrivare alla sospirata Farnesina, al Foro Italico ed a Tor di Quinto con il necessario scambio con l’Anello ferroviario. Tutto questo, naturalmente, in vista delle Olimpiadi del 2024,  che   dovrebbero assegnare alla Capitale italiana anche in virtù di una nuova linea C della metropolitana,  capace finalmente di assolvere le funzioni strategiche per le quali era stata pensata e progettata.
Ma la strada della metro C si fa sempre più in salita. A questo punto si fanno sempre più insistenti le ipotesi di uno stop a San Giovanni della metro C o, al limite, di un terminal al Colosseo, che non era proprio l’obiettivo che ci si era prefissato di raggiungere.

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