7 marzo 2016

VISTO AL TEATRO DELLE MUSE:LA DOPPIA VITA DI SABATO E DOMENICO



LA DOPPIA VITA DI SABATO E DOMENICO
Scritta e diretta da Geppi Di Stasio
Con la compagnia del Teatro delle Muse: Wanda Pirol, Rino Santoro, Geppi Di Stasio
Con Antonio Lubrano e Roberta Sanzò

È in scena al Teatro delle Muse,via Forlì, di Roma (fino al 20 marzo) una divertente commedia di Geppi Di Stasio dal titolo “La doppia vita di Sabato e Domenico”. Mi posso considerare ormai una aficionada delle commedie della Compagnia Stabile costituita da Rino Santoro, Wanda Pirol e Geppi Di Stasio, e devo dire che questa commedia mi ha divertito molto. Questa pièce teatrale è forse meno intellettualistica delle altre, giocata più sulle gags e ben equilibrata nelle parti.
I due soci Festa Domenico e Trippa Sabato si fingono morti approfittando di un incidente aereo al quale sono scampati casualmente per ricostituirsi una credibilità e per essere maggiormente stimati e amati. Per un lungo anno sono stati assenti dalle loro famiglie e dai loro affetti per ricomparire travestiti nell’anniversario della morte con la complicità del terzo socio, ormai, di maggioranza. La curiosità che è in tutti noi di vedere come siamo percepiti dagli altri, cosa pensano realmente le persone a noi più vicine fa si che venga imbastita questa messa in scena dell’anniversario programmata con “sacerdoti russi” e un brunch proprio nel cimitero sulle le loro tombe vicine.
Mimmo (il sempre bravissimo Rino Santoro), monogamo innamorato della moglie Mimma (Wanda Pirol nella commedia come nella vita), soffre di gelosia nei confronti della figliastra che distoglie le attenzioni della moglie; Sabato (Geppi di Stasio) invece è un donnaiolo e, oltre alla moglie poco attraente e sempre con il mal di testa, ha due amanti: una fissa che è giovane, carina ma un po’ cretina, l’altra con cui ha incontri più sporadici che, guarda caso, è proprio Elettra la figliastra di Mimmo.  Con tutta una serie di equivoci i due “morti” si tradiranno e non otterranno la reazione sperata dei familiari. Mimmo s’immaginava la felicità della moglie una volta che avesse scoperto che non era morto realmente invece lei non lo accoglie affatto a braccia aperte perché non solo ha rancore perché non gli perdona un anno di lutto doloroso, ma anche perché aveva appena cercato di ricostruirsi una vita…guarda caso con il socio di maggioranza. Sabato, in una scena sottolineata dall’aria mozartiana di Zerlina a sottolineare il suo dongiovannismo, si ritrova che, dopo il litigio iniziale, moglie e amanti si sono coalizzate in una bizzarra solidarietà e gli propongono di andare a vivere tutti insieme costituendo una sorte di harem/prigione. È interessante rilevare la visione femminile vincente rispetto all’immaturità e all’egoismo maschile puniti ben rappresentata nella commedia di Di Stasio.
La commedia vive di paradossi come l'istrionesca ambientazione cimiteriale, lo stile recitativo tradizionale che costituisce un aggiuntivo elemento di efficacia scenica e il gioco di travestimenti divertenti al limite dell'assurdo.


  Ghisi Grütter

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