Prova a rialzare la testa San Lorenzo,
prova a rileggersi e a mettersi in discussione rispetto ad un modello di
sviluppo che ormai mostra crepe visibili di cedimento. Davanti ad un quartiere
trasformato in deserto di giorno e
animato di notte, il quartiere stimolato
dai componenti del Comitato per il lavoro e la tutela del lavoro e delle
attività produttive di San Lorenzo, con Rino Fabiano, uno dei leader dei
movimenti che animano la vita politico-sociale del quartiere, tra i promotori, ha
chiamato a raccolta il 13 marzo i commercianti di San Lorenzo per un confronto
senza veli su una situazione che definire intollerabile è un eufemismo. Inseritesi
nelle pieghe della Bersani e nei limiti della delibera comunale 36, i piccoli
negozietti , i mini market , i call center, le mescite, gestiti da immigrati del Bangladesh per la maggior parte, rappresentano un
elemento di concorrenza sleale non più sopportabile. Non vincolati ad avere
degli spazi all’interno per la consumazione delle bevande vendute, non
obbligati ad offrire servizi complementari come per esempio le toilette, spesso
non rispettosi delle norme igieniche e degli orari di chiusura, questa realtà
si inserisce in un contesto sociale in cui la domanda di servizi da parte di
una clientela che richiede prodotti a prezzi contenuti si incontra con un’offerta a basso costo sia
in termini di qualità che di servizio. Questo determina un mix esplosivo che si
scarica sul quartiere, sui residenti, sui commercianti “regolari”. Assente in tutto questo la presenza di un
servizio puntuale delle forze dell’ordine
che , fatta eccezione per il presidio dei carabinieri in via de Volsci, brilla
per la sua totale assenza.
San Lorenzo negli ultimi 20 anni ha
avuto una lenta ma costante mutazione genetica . Da quartiere operaio,
artigiano, con una presenza di studenti fuori sede sempre importante ma non
soverchiante , si è trasformato in un quartiere fintamente alla moda, di
tendenza , un vero e proprio divertimentificio a cielo aperto dove lo sballo da
coca e da birra è diventato predominante. Dove il residente storico è stato
obbligato ad arrendersi e ad allontanarsi facendo spazio agli affitti in nero e
alla speculaziome delle agenzie immobiliari che hanno proliferato e realizzato
forti guadagni specialmente negli anni a ridosso del cambio da lira a euro. Le
amministrazioni, sempre di centro-sinistra sia al Municipio che al Comune , che
si sono succedute in questi anni, hanno cercato di porre un freno a questa tendenza con modelli alternativi, facendosi promotrici di
iniziative
culturalI e di qualità, realizzando provvedimenti come la ztl e la pedonalizzazione di Piazza Immacolata.
I commercianti, in particolare quelli
della ristorazione e delle bevande, nel primo decennio del 2000, hanno cavalcato
la tigre e si sono adeguati ben
volentieri a questa trasformazione e ne sono stati anch’essi protagonisti , con
fatturati di tutto rilievo. Sono stati anni questi in cui si è assistito ad un
proliferare di ristoranti, birrerie, locali notturni dove praticamente veniva
soddisfatta buona parte della domanda di
servizi notturna da parte dell’utenza giovanile,
e non solo, di Roma. Sono stati anni in
cui questi locali hanno realizzato anche buoni fatturati e magari si sono
anche lamentati delle iniziative alternative (culturali e non) delle
amministrazioni , viste come elementi di “disturbo” rispetto alle loro mire
commerciali.
Cosa è cambiato da allora ad oggi, in
questa secondo decennio degli anni 2000?
Intanto la liberalizzazione del cd decreto
Bersani,che nell’intento lodevole di liberare energie e risorse ha invece
offerto nuove occasioni a chi non poteva permettersi investimenti importanti
pur offrendo servizi commerciali “border line”.
Poi la delibera 36 che bloccava le
autorizzazioni a nuove licenze in determinati quartieri di Roma, tra cui San
Lorenzo, con l’obiettivo di dare un
freno allo sviluppo selvaggio di nuove aperture a cui si stava assistendo in
quegli anni. Questa delibera ha però prodotto due risultati: aver trasformato
in oro puro le licenze preesistenti e aver dato l’opportunità all’apertura di
mini market, e di tutta quella tipologia di cui abbiamo detto prima, in virtù del
decreto Bersani. Quindi un fallimento su tutta la linea. I commercianti locali
si sono accorti sulla loro pelle, ed anche sul loro portafoglio aggiungiamo
noi, degli effetti deleteri di questi provvedimenti. Ma ormai correre ai ripari
era tardi : la frittata era fatta. Il quartiere in mano ai pusher dei nordafricani
che agli angoli delle strade vendono indisturbati la loro sporca mercanzia, e
vessano, maltrattano e spesso anche derubano chi dà loro fastidio, i piccoli
negozietti che sono aperti fino all’alba con prodotti in vendita sotto l’euro, i
potenziali acquirenti sempre più identificabili nella fascia giovanile/studentesca,
essendo quella di pregio medio alto allontanatasi definitivamente dal quartiere
percepito come degradato ed insicuro .
Insomma un quadro desolante che si
ripercuote su tutto il quartiere, sul suo futuro, ormai con la netta sensazione
di essere in gravissimo pericolo e senza
prospettive per la propria sopravvivenza.
Quindi lodevole l’iniziativa di questo
Comitato che, come un psicoanalista, ha chiamato sul suo “lettino” il quartiere
per interrogarsi sui propri errori e per cercare proposte per uscire fuori da un impasse che potrebbe fermare la sua lenta
agonia.
Vedremo quali saranno gli sviluppi e
le proposte prodotte .
Tre Righe ne darà pronta informativa
ai propri lettori.
Domenico Fischetto
Domenica 13 marzo alle ore 11
Casa della Partecipazione
Via dei Sabelli 88/A
ASSEMBLEA CON I COMMERCIANTI DELLE ATTIVITÀ DIURNE DI SAN LORENZO
Perché
il nostro quartiere non sia solo movida sfrenata, diciamo basta alle
politiche restrittive e proibizioniste e rispondiamo al degrado con
libertà economica, nuovo lavoro, illuminazione, abbellimento e
manutenzione degli spazi esterni pubblici e di competenza.
Pianifichiamo
e rendiamo possibile una fruizione alternativa delle strade e delle
piazze di San Lorenzo, restituendole così a tutti i cittadini e
cacciando illegalità e degrado dilaganti!
RI-partiamo dal commercio
RI-apriamo le serrande dei tanti negozi diurni costretti alla chiusura
RI-mettiamo in moto il quotidiano per
RI-popolare il quartiere anche durante il giorno
RI-apriamo le serrande dei tanti negozi diurni costretti alla chiusura
RI-mettiamo in moto il quotidiano per
RI-popolare il quartiere anche durante il giorno
Ne parliamo domenica con i cittadini, i commercianti e le forze politiche del passato, del presente e del futuro.
PER RI-VIVERE IL NOSTRO QUARTIERE
L'appuntamento è promosso dal
Comitato per il lavoro e la tutela delle attività produttive
di San Lorenzo
Da molti anni una progressiva e inesorabile crisi ha interessato le attività commerciali del quartiere San Lorenzo. In modo particolare, gli esercizi consolidati del territorio hanno accusato una netta riduzione del volume dei propri affari che si rispecchia in un conseguente svuotamento del quartiere nelle ore diurne.
San Lorenzo, infatti, è un quartiere di transito con lavoratori e studenti che durante il giorno gravitano nella galassia universitaria, un quartiere che si trova nel mezzo delle due principali stazioni ferroviarie della città ed è un’arteria fondamentale per lo snodo del traffico urbano. Oltre a questo, è un quartiere interessato da un flusso migratorio consistente che in parte è impiegato in attività di vicinanza con mini-market, phone center e internet point e che, in parte, va ad alimentare un circuito di microcriminalità.
Nelle ore serali poi, San Lorenzo cambia veste e diventa la zona focale della movida romana: movida incontrollata che piega il territorio a sporcizia, droga e degrado.
Comitato per il lavoro e la tutela delle attività produttive
di San Lorenzo
San
Lorenzo cimitero commerciale.
Da molti anni una progressiva e inesorabile crisi ha interessato le attività commerciali del quartiere San Lorenzo. In modo particolare, gli esercizi consolidati del territorio hanno accusato una netta riduzione del volume dei propri affari che si rispecchia in un conseguente svuotamento del quartiere nelle ore diurne.
San Lorenzo, infatti, è un quartiere di transito con lavoratori e studenti che durante il giorno gravitano nella galassia universitaria, un quartiere che si trova nel mezzo delle due principali stazioni ferroviarie della città ed è un’arteria fondamentale per lo snodo del traffico urbano. Oltre a questo, è un quartiere interessato da un flusso migratorio consistente che in parte è impiegato in attività di vicinanza con mini-market, phone center e internet point e che, in parte, va ad alimentare un circuito di microcriminalità.
Nelle ore serali poi, San Lorenzo cambia veste e diventa la zona focale della movida romana: movida incontrollata che piega il territorio a sporcizia, droga e degrado.
Dimentichiamo però che San Lorenzo è prima di tutto un quartiere storico della città
a vocazione residenziale: sono ancora
molti gli anziani e le famiglie che lo abitano. Eppure loro, che dovrebbero
essere non i soli ma i primi protagonisti del quartiere, si trovano a essere i
fanalini di coda del territorio che si sta consumando giorno dopo giorno.
I parchi pubblici sono trascurati e quasi nessuno conta spazi vivibili per i più piccoli, aree cani o zone gradevoli di ritrovo per la terza età; le scuole sono sempre minacciate di chiusura; le case della memoria restano abbandonate nel mezzo del quartiere e alcuni grandi cantieri, fermi da molti anni, sono voragini immense per le strade; inoltre, le istituzioni fisicamente assenti sul territorio non promuovono alcuna progettualità finalizzata a conciliare e comprendere la doppia natura che San Lorenzo ha insita nella sua storia.
I parchi pubblici sono trascurati e quasi nessuno conta spazi vivibili per i più piccoli, aree cani o zone gradevoli di ritrovo per la terza età; le scuole sono sempre minacciate di chiusura; le case della memoria restano abbandonate nel mezzo del quartiere e alcuni grandi cantieri, fermi da molti anni, sono voragini immense per le strade; inoltre, le istituzioni fisicamente assenti sul territorio non promuovono alcuna progettualità finalizzata a conciliare e comprendere la doppia natura che San Lorenzo ha insita nella sua storia.
È
in questa situazione che le attività
commerciali storicamente insediate
nel quartiere, piccole botteghe e banchi del mercato rionali frequentati dai
residenti del quartiere, si spegne ogni giorno di più: clientela ridotta al minimo,
concorrenza sleale da parte degli esercizi di prossimità
e servizi di pulizia e smaltimento
rifiuti non correttamente garantiti dagli enti locali. Nelle ore diurne il
territorio accusa una desertificazione delle strade e delle piazze rese
invivibili dai rifiuti e dalla sporcizia.
Per risolvere la situazione e tornare a dare vita al quartiere nelle ore diurne, è necessario un intervento massiccio e trasversale alle moltissime dimensioni di vita e frequentazione: dalla vita diurna a quella notturna, coinvolgendo residenti e studenti in transito, il commercio come le molte vivaci realtà sociali e culturali che fanno attività sul territorio.
Per risolvere la situazione e tornare a dare vita al quartiere nelle ore diurne, è necessario un intervento massiccio e trasversale alle moltissime dimensioni di vita e frequentazione: dalla vita diurna a quella notturna, coinvolgendo residenti e studenti in transito, il commercio come le molte vivaci realtà sociali e culturali che fanno attività sul territorio.
La Ztl e la zona pedonale così come sono state concepite e realizzate non contribuiscono a
garantire lòa
vivibilità del
quartiere perché non
sono accompagnate da un’adeguata
manutenzione delle aree pubbliche, delle strade e delle piazze: passeggiando la
sera lungo le vie di san Lorenzo sono moltissimi i punti di ombra, sprovvisti
di sufficiente illuminazione. Se a questo aggiungiamo le serrande abbassate
delle molte attività situate
nelle vie secondarie di San Lorenzo, otteniamo delle zone d’ombra che vanno a uso e consumo delle
attività illegali.
Negli ultimi dieci anni, hanno cercato di frenare e
contenere il progressivo degrado del quartiere attuando politiche
proibizioniste: sono piovute ordinanze restrittive per il consumo d’alcool e per gli orari di chiusura di
bar e pub, credendo di limitare l’affluenza serale nel quartiere. Ma è
evidente che la soluzione non si può
trovare nella limitazione dell’uso delle strade di zona come luogo
di ritrovo serale per i più giovani, ma nel rendere questo utilizzo più
vivibile per tutti, dai frequentatori
ai residenti.
La strategia restrittiva voluta e messa in campo da ogni parte politica si è rivelata fallimentare, prima di tutto per quelle attività storicamente insediate sul territorio che necessitano di una urgente ripresa.
Ridurre orari e possibilità di lavoro non è più una strada perseguibile e, per questo, serve una rapida inversione di marcia da parte delle istituzioni che va invece nella direzione opposta: la libertà economica.
I rappresentanti delle attività commerciali storicamente insediate nel quartiere, quelle più attive nelle ore diurne, ritengono che la svolta possa trovarsi proprio nella stessa libertà economica: richiedono infatti che a tutte le attività commerciali del quadrante San Lorenzo venga dato accesso alle somministrazioni, con l’acquisto di regolari licenze, e, allo stesso modo, venga a tutti concesso un’occupazione di suolo pubblico anche permanente, con dei criteri di abbellimento esterno, di manutenzione e di illuminazione dello spazio di competenza.
La strategia restrittiva voluta e messa in campo da ogni parte politica si è rivelata fallimentare, prima di tutto per quelle attività storicamente insediate sul territorio che necessitano di una urgente ripresa.
Ridurre orari e possibilità di lavoro non è più una strada perseguibile e, per questo, serve una rapida inversione di marcia da parte delle istituzioni che va invece nella direzione opposta: la libertà economica.
I rappresentanti delle attività commerciali storicamente insediate nel quartiere, quelle più attive nelle ore diurne, ritengono che la svolta possa trovarsi proprio nella stessa libertà economica: richiedono infatti che a tutte le attività commerciali del quadrante San Lorenzo venga dato accesso alle somministrazioni, con l’acquisto di regolari licenze, e, allo stesso modo, venga a tutti concesso un’occupazione di suolo pubblico anche permanente, con dei criteri di abbellimento esterno, di manutenzione e di illuminazione dello spazio di competenza.
In questo modo, le strade di San Lorenzo potrebbero tornare
a vivere anche nelle ore diurne, offrendo spazi vivibili e gradevoli di sosta e
consumo; le strade e le piazze potrebbero essere interessate da nuovo decoro,
perché vincolanti
sarebbero al mantenimento della licenza i criteri sopra citati di abbellimento,
manutenzione e illuminazione.
Parallelamente, i proventi dell’acquisto delle licenze potrebbero essere destinati, attraverso elaborazione di adeguata Delibera capitolina, a un re-investimento di risorse in attività culturali e sociali del quartiere. Un valido precedente e punto di partenza potrebbe essere rappresentato dal “baratto amministrativo” (art. 24 del decreto Sblocca Italia, decreto-legge n. 133/2014).
Parallelamente, i proventi dell’acquisto delle licenze potrebbero essere destinati, attraverso elaborazione di adeguata Delibera capitolina, a un re-investimento di risorse in attività culturali e sociali del quartiere. Un valido precedente e punto di partenza potrebbe essere rappresentato dal “baratto amministrativo” (art. 24 del decreto Sblocca Italia, decreto-legge n. 133/2014).
Solo una progettualità e un piano di intervento esteso a tutti i soggetti che
popolano il quartiere, a partire dai residenti fino ai commercianti e alle
persona in transito sul territorio, può risolvere lo stato depressivo in cui versa San Lorenzo,
solo investendo su tutti i tessuti che il territorio offre è
possibile invertire la logico di
abuso e degrado a cui è piegato.
Soltanto alimentando e moltiplicando le possibilità di frequentazione vivibile e alternativa delle strade e delle piazze di San Lorenzo, è possibile limitare il dilagare della fruizione disturbante e criminale.
Soltanto alimentando e moltiplicando le possibilità di frequentazione vivibile e alternativa delle strade e delle piazze di San Lorenzo, è possibile limitare il dilagare della fruizione disturbante e criminale.
Roma, 29 febbraio 2016
Il Comitato per il Lavoro e la
Tutela delle Attività produttive
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