4 maggio 2016

"Il Denaro, il Debito e la Doppia Crisi" di Luciano Gallino

Franco Buccella si è cimentato nell'impresa di scrivere un sunto dell'ultimo libro di Gallino poer i nostri lettori.Noi crediamo che ci sia riuscito egregiamente.Aspettiamo il vostro giudizio.



IL DENARO, IL DEBITO E LA DOPPIA CRISI.

Nella prefazione l'autore confessa ai suoi nipoti l'ammissione
di due sconfitte :

1) L'idea di eguaglianza, promossa dalla Rivoluzione Francese,
che in America con il New Deal, che l'ha fatta uscire dalla crisi
del !929, ed in Europa per 30 anni dopo la fine della seconda
guerra mondiale hanno permesso il miglioramento della condizione
di vita della popolazione, e' stata sconfitta dall'1% piu' ricco
e potente dalle politiche dei governi di destra di Reagan e della
Thatcher, ma anche da quelli socialdemocratici di Mitteyrand in
Francia, che ha promosso la libera circolazione dei capitali, e
Schroder, che ha promulgato leggi sul lavoro sfavorevoli ai
lavoratori. In Italia dal pacchetto Treu al Jobs Act e' stato
un crescendo di leggi, che hanno favorito la precarieta' ed
impoverito chi vive di lavoro ; l'attacco al welfare con i tagli
alla Sanita' e le successive controriforme delle pensioni da Dini
alla Fornero ne hanno peggiorato la condizione. Tutto questo
nella cornice europea, che imponendo i dogmi neo-liberisti, ha
impedito l'iniziativa degli stati con il fiscal compact aggravato
dalla scelta autolesionista di inserire il pareggio di bilancio
nella Costituzione. Il terrore atavico tedesco dell'inflazione
( che ora la BCE cerca invano di suscitare con il "quantitative
easing") ha portato al mito Merkeliano della saggia casalinga
sveva ed alla stolta politica d'austerita', che avvantaggia
solo la parte piu' ricca della Germania, dove e' alto il numero
dei lavoratori poveri.

2) La scomparsa del pensiero critico, che si oppone alle idee
dominanti favorevoli ai privilegi del solito 1%, che Gallino
attribuisce nel passato a Machiavelli, Marx e piu' recentemente

ai francesi Foucalt e Bourdieu. ( Nel primo caso sposa la tesi
descritta nei bei versi dei Sepolcri del Foscolo "che temprando
lo scettro ai regnatori mostra di che lacrime grondi e di che
sangue" a mio avviso contraddetta dall'ammirazione con la quale
nel "Principe" vengono descritti gli inviti a pranzo del Valentino
seguiti dal massacro dei convitati : il fine giustifica i mezzi).
Questa scomparsa spiega come lo stato di cose esistente sia ritenuto
non avere alternative.

A queste due sconfitte associa il trionfo della stupidita', per
il quale, pur essendo riconosciuto da chi l'ha promossa la
politica dell'austerita', questa venga promossa con zelo degno
di miglior causa da tutti i governi europei, che riescono ad
imporla alla Grecia, che ha invano tentato di ribellarsi alla
politica, che l'ha portata alla rovina.
Un'altra manifestazione di stupidita' e' il fatto, che pur
riconoscendo la gravita' della crisi ecologica, denunciata
dal 97% degli scienziati che si occupano del problema, i
solenni impegni presi nelle conferenze mondiali sul clima
da Kyoto a Parigi vengono puntualmente disattesi in quanto
lacciuoli all'organizzazione capitalista dell'economia
( eufemisticamente definita "economia di mercato"), che
arricchisce ai danni del resto l'1% della poppolazione,
che sembra ragionare come Luigi XV : "apres moi le deluge",
che non porto' fortuna a Luigi XVI.

LA DOPPIA CRISI DEL CAPITALISMO E DEL SISTEMA ECOLOGICO.

Anche economisti di scuola liberale ammettono che la
crisi attuale possa portare ad una stagnazione senza fine
a causa del declino degli investimenti, le grosse sacche
di debito e alle contemporanee riduzioni dei salari, dei
prezzi e dei tassi d' interesse.
Certamente il capitalismo e' inadatto ad affrontare la
crisi ecologica dato che il consumo attuale di risorse
biologiche e' una volta e mezzo di quanto la terra
riproduce, malgrado sia il 20% della popolazione a
consumare l'80% e i guasti inflitti al clima sono tali
da minacciare l'esistenza di gran parte dell'umanita'
con lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente
innalzamento del livello dei mari.
Persino il Parlamento tedesco, roccaforte delle teorie
neoliberali, che stanno soffocando l'Europa, in un
rapporto di 1000 pagine critica l'attuale modello di crescita.
Alternativa alla disastrosa politica dell'austerita' e'
l'idea di rendere la finanza ancella dell'economia,
restituendo agli stati la sovranita' nel creare denaro.
Non e' il superamento del capitalismo, come forse sarebbe
necessario, ma un tentativo di sottoporlo ad un controllo
democratico.
Attualmente e' un oligarchia, l'1% della popolazione, che
esercita il potere, arricchendosi ai danni del restante
99%.

PAUPERIZZAZIONE DEL CONSUMATORE.

Una contraddizione del capitalismo e' che l'impoverimento
della popolazione reprime la domanda, capovolgendo il punto
di vista di Ford che alti salari favorissero la vendita delle
merci prodotte.
Esemplare e' la catena di supermercati Wal-Mart, che con una
politica di bassi salari e gravose condizioni di lavoro, i cui
prodotti vengono fabbricati in Cina per lo piu' da giovani
donne pagate 80-100 dollari al mese, orari di lavoro di 12-14 ore
per sei giorni della settimana, 10-12 giorni di ferie all'anno
e zero diritti sindacali. Nei soli Stati Uniti le delocalizzazioni
hanno comportato la perdita di 2 milioni di posti di lavoro.
I bassi prezzi consentono di vendere una camicia a 5 euro ed un
giocattolo a 1.99.
In tutti i paesi Ocse nel periodo 1976-2076 la percentuale salari
sul PIL e' calata di 10 puntia vantaggio dei renditi di capitale
con disuguaglianze mai viste dopo il Medioevo.

LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE.

Oltre alla delocalizzazione la rivoluzione digitale,
che ha reso non necessario il lavoro intellettuale,
ha creato esuberi, aumentando la disoccupazione dei
giovani, alla quale ha contribuito la riforma Fornero,
che procrastinando il diritto alla pensione ha fortemente
penalizzato l'ingresso al lavoro. A questo riguardo va
sottolineato che l'insistente bombardamento dei mass-media
sull'insostenibilita' del sistema pensionistico italiano
e sul suo costo rispetto ad altri paesi europei non tiene
conto che sul suo bilancio gravano le spese assistenziali
in altri paesi coperti dalla fiscalita' generale.
Ironia della sorte la cassa dei lavoratori dipendenti, attiva,
copre la passivita' di quella dei dirigenti d'azienda, che
riscuotono pensioni corrispondenti ai loro lauti compensi
e che, per l'alto tenore di vita e per non essere soggetti
a lavori usuranti hanno una piu' alta vita media : non
paghi di essersi appropriati del plusvalore durante il
periodo lavorativo, si perpetua l'ingiustizia anche con le
pensioni ! A proposito del trasferimento della ricchezza
dal basso in alto e' istruttivo confrontare il compenso
di Valletta (7 volte il salario medio operaio) con il
patriota Marchione (2000 volte !) ; i numeri parlano
chiaro e dicono chi si sia avvantaggiato dell'aumento
di produttivita' legato al progresso tecnologico :
adesso con un decimo del numero di operai si produce
un maggior numero di automobili, che fra l'altro non
giova all'equilibrio ecologico della terra. 

Alla contrazione della domanda legata all'impoverimento
della popolazione il capitale reagisce cercando una sua
valorizzazione al di fuori della produzione di merci, che
richiede forti investimenti tecnologici, su cui incombe
il rischio di non poter vendere, realizzando un adeguato
profitto, quanto prodotto.
La scorciatoia della speculazione finanziaria porta a
risultati disastrosi. Dato che a far circolare valori
fittizi non si crea ricchezza, e' chiaro che si tratta
di un gioco a somma zero, dove, se alcuni (pochi)
guadagnano molto, gli altri (molti) perdono tutto il
poco che anno. Il fallimento dei titoli tossici dei derivati
nel 2007 ha portato gli stati a salvare le banche (troppo
grandi per fallire !) con valanghe di denaro pubblico,
evidentemente a carico di chi la ricchezza la produce.
La situazione anomala di certificati di credito dieci
volte maggiori del PIL mondiale deve essere risolta
impedendo alle banche di creare denaro fittizio con
prestiti garantiti con l'1% del loro valore, che possono
far sparire al momento dello scoppio della bolla finanziaria.
Riferendosi alla crisi greca il suo insostenibile debito
e' stato alimentato dagli interessi usurai delle banche
tedesche e francesi ed il salvataggio e' avvenuto a favore
di quelle banche, che si sono potute sbarazzare dei titoli
tossici ad alto rischio, per i quali si erano esposte.

NECESSITA' DI CAMBIARE LE STRATEGIE DI PRODUZIONE E CONSUMO
PER SCONGIURARE LA CRISI ECOLOGICA.

Rispetto alle obiezioni di chi si oppone ai necessari cambiamenti
per evitare la crisi ecologica l'autore afferma :

a) Ottenere combustibili fossili, demolendo le sommita' di colline
e montagne o trivellando il mare e' una strategia di corto respiro,
che permette solo di rimandare l'esaurimento dei combustibili
fossili al prezzo di rischi ambientali, come l'incidente della
British Petroleum nel golfo del Messico (2010) con 11 vittime,
5 milioni di petrolio grezzo in mare e un danno di trilioni
di dollari alle zone costiere e alla pesca.

b) Il riciclo delle materie prime non puo' che essere parziale

c) Lo "sviluppo sostenibile" al pari di "guerra pulita" e
"bombe intelligenti" e' un ossimoro, in quanto non affronta
il problema di assicurare una vita dignitosa alla maggioranza
della popolazione con una forte riduzione  del consumo delle
risorse naturali.

d) Nei due secoli seguiti alla diffusione del motore a vapore
il consumo di risorse fossili e biologiche e' aumentato in
maniera esponenziale  ed e' impensabile che possa continuare
per decenni.

e) La qualita' della vita non peggiorerebbe se le lavatrici
durassero 10 anni e non 2 e se per spostarsi nelle citta' si
potesse, come a Parigi, contare sul trasporto pubblico e non
essere schiavi dell'auto. Un migliore isolamento degli edifici
permetterebbe un notevole risparmio nella spesa per il
riscaldamento, contrastando il dissesto idrogeologico si
eviterebbero le alluvioni ed il consumo di prodotti di
stagione a chilometro zero sarebbe piu' salubre.

f) Malgrado i milioni di dollari spesi da petrolieri per
screditare gli studiosi del clima, il 97% degli esperti
sostiene che la situazione e' drammatica, come ribadito
da un rapporto dell'ONU della fine del 2014

Cambiare in maniera radicale le strategie di produzione e
consumo e' una necessita' vitale per l'umanita'.

IL RUOLO DELLA FINANZA : COME E' E COMNE DOVREBBE ESSERE.

Per evitare le difficolta' nel realizzare profitti promuovendo
attivita' produttive per il calo della domanda e per i limiti
connessi alle risorse finite della terra il capitalismo ha scelto
la via di creare profitto con la speculazione finanziaria senza
passare per la produzione di merci.
Questo ha portato all definizione di case automobilistiche :
"banche che occasionalmente producono automobili".
L'ipertrofia di prodotti finanziari e' palese, confrontando il
loro valore nel 2010, 1.2 quadriglioni di dollari con il PIL
mondiale 60 trilioni : un fattore 20 !
L'esplodere della bolla speculativa si e' manifestata nel settore
immobiliare, specialmente negli USA, dove sono stati erogati mutui
senza garanzie ed in seguito sono stati concessi prestiti aggiuntivi
sulla base di un valore aumentato nell'immobile per stimolare la
domanda. Quando il valore delle case e' calato, diventando minore
dell'importo da pagare, la banca ha richiesto indietro il capitale
ed il malcapitato debitore si e' trovato senza casa e con un debito
verso la banca, che divenuta proprietaria si e' affrettata a liberarsi
della proprieta' ad un prezzo basso, favorendo i ricchi, che hanno
potuto acquistare il bene a prezzo basso.
La finanziarizzazione dell'economia spinge all'investimento verso
la speculazione finanziaria, che non comporta alcuna utilita' sociale,
ma puo' permettere rapidi profitti a differenza degli investimenti
nella produzione, i cui margini di profitto sono minori e lenti, oltre
che incerti. Questo ha portato i manager ad ottenere ingenti retribuzioni
non per lo sviluppo di attivita' produttive, ma per attivita' speculative,
che hanno comportato un aumento dei loro compensi da 30-40 volte il
salario medio negli anni 80 a 250-300 (per la FIAT --> FCA dalle 7
volte di Valletta alle 2000 del patriota Marchionne).
Il processo di finanziarizzazione e' agevolato dallo sviluppo del
"sistema bancario ombra", non soggetto a sorveglianza, che realizza
attivi paragonabili a quelli delle banche ordinarie, circa 13 trilioni
di dollari negli USA ed il doppio in Europa.

LA FINANZIARIZZAZIONE CONTRIBUISCE ALLA CRISI ECOLOGICA.

Il protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005 prevede
il Commercio dei gas serra, che permette ai paesi piu'
sviluppati di inquinare acquistando quote dai paesi meno
sviluppati. Questo commercio e' stato paragonato da un Istituto
di Ricerca sul clima olandese ala vendita di indulgenze del
Medio Evo.

IL POTERE DELLE BANCHE PRIVATE DI CREARE DENARO ALIMENTA
LA CRESCITA ILLIMITATA.

Si puo' definire il denaro  una "promessa di valore garantita
dallo Stato".
I rischi connessi alla possibilita' data alle banche di creare
denaro sono stati sottolineati da due presidenti americani,
Thomas Jefferson (1800 e 1804) :
"le istituzioni bancarie sono piu' pericolose per la nostra
liberta' che un esercito in armi"
e Woodrow Wilson, che nel 1916 affermo' :
"Il nostro sistema di credito e' concentrato e tutte le nostre
attivita' sono nelle mani di pochi uomini. Noi siamo uno dei
governi peggio guidati, non piu' un governo della maggioranza,
ma un governo del dispotismo di un piccolo gruppo di uomini in
posizione dominante".
In Europa il 90% del denaro e' creato dalle banche con le
conseguenti disfunzioni :

1) Tutti noi paghiamo alle banche un sussidio occulto.

2) L'offerta di denaro deve per forza crescere.

3) Nella societa' l'indebitamento e' spinto a crescere.

4) la poverta' non puo' che aumentare.

5) L'attivita' umana ecologicamente dannosa deve per forza crescere.

6) L'efficienza delle banche continuera' a essere bassa.

7) Distorsione economica per la spinta ad attivita' speculative.

8) L'attuale sistema bancario e' una causa comune di instabilita'
finanziaria (crisi attuale iniziata nel 2008).

La patologia degli strumenti finanziari derivati, che ha portato
alla crisi, e' evidente.

LA STRATEGIA DEL DEBITO.

L'idea, sostenuta dalla Merkel lodando la virtu' della
"casalinga sveva" che non spende piu' del bilancio familiare,
che ciascun cittadino debba rispondere del debito pubblico
e' una sciocchezza.
In realta' lo Stato si e' indebitato per la valanga di denari
regalate alle banche per evitare il loro fallimento dovuto
a speculazioni rischiose.
Il salvataggio della Grecia e' stato perseguito per salvare la
banche tedesche e francesi, che approfittando delle difficolta'
economiche di quel paese, avevano investito con tassi al limite
dell'usura nei titoli di stato di quel paese, ed e' l'assenza di
banche nazionali abilitate ad acquistare i titoli di stato di
un paese, che non permette allo stato stesso di fissare il tasso
d'interesse (in Italia questa impossibilita' e' stata stabilita
su iniziativa di Andreatta e Ciampi nel 1981 per combattere
l'inflazione, quella che Draghi cerca invano di provocare,
inondando le banche, non le imprese, di denaro a tasso 0).

PORTARE LA FINANZA AL SERVIZIO DI UNA ECONOMIA RINNOVATA
E DELL'ECOSISTEMA.

Le disuguaglianze di ricchezza sono cresciute in misura
mai vista dal Medio Evo con lo 0.7% della popolazione,
che possiede il 44% della ricchezza, mentre il 70% ne
possiede il 3%.
Il sistema finanziario attuale e' "un'arma di distruzione
di massa" "una degenerazione che richiede un intervento
chirurgico", che dovrebbe consistere in :

1) Togliere alle banche il potere di creare denaro portando
dall'1% al 100% il deposito necessario ad erogare un prestito.

2) Separare le banche commerciali da quelle d'investimento.

3) Ridurre le dimensioni in modo da evitare che le banche
siano "troppo grandi per fallire".

4) Vietare la creazione di "derivati nudi".

5) Incentivare gli investimenti in attivita', che creano beni
o servizi,

6) Favorire le banche "ecologicamente responsabili".

7) Organizzare campagne d'informazione per spiegare il ruolo
del sistema finanziario nell'aggravare la crisi dell'economia
reale e di quella ecologica.

UNIONE EUROPEA : L'AUSTERITA' COME PROGETTO POLITICO.

Un'esempio del successo della controffensiva oligarchica
descritta nella Prefazione sono i trattati europei, che
alcune lobbies, la Bildelberg, comprendente un centinaio
dei piuu' ricchi ed influenti europei, e l'associazione, che
comprende una cinquantina dei piu' importanti imprenditori,
sono riusciti a disegnare nella maniera ottimale a difesa
dei loro interessi, rendendo l'Unione Europea sempre piu'
lontana dal progetto del Manifesto di Ventotene.
Un'esercito di molto ben pagati funzionari esegue con zelo
le loro direttive e l'unico organo elettivo, il Parlamento
Europeo, ha poteri molto limitati al cotrario del Consiglio
e della Commissione Europea, nominati da governi eletti con
il difetto di rappresentanza dei sistemi bipolari, dove i
due partiti, che si dovrebbero contrapporre si uniscono
spesso, tradendo gli impegni elettorali come avvenuto in
Germania, in Grosse Coalitions, o dove, come e' avvenuto
in Francia, il "socialista" Holland non mostra discontinuita'
con Sarkozy, o, come e' avvenuto in Italia, Renzi, giunto
rocambolescamente al potere, attua un programma, che poco
ha a che vedere con quello di "Italia, Bene Comune" vittoriosa
per un pugno di voti sulla destra berlusconiana..
La BCE non ha la funzione, che ha altrove la Banca Centrale,
in USA, Inghilterra e Giappone, di tenere bassi gli interessi
sui titoli di stato, applicando su scala europea l'infelice
idea di Andreatta e Ciampi di non acquistare i titoli di stato
italiani : la motivazione era evitare l'inflazione, che invece
senza successo Draghi vuole provocare, prestando fiumi di denaro
a zero interesse naturalmente alle banche private.
Fondamentale nella disastrosa politica economica, che sta' portando
alla rovina dell'Europa e' il fiscal compact, che impone di rientrare
dal debito, applicato in Italia nel piu' stupido dei modi con
l'inserzione del pareggio di bilancio in Costituzione.
Creare un debito crescente impossibile da saldare serve gli interessi
della parte ricca della popolazione, i creditori, ai danni del
resto, che in nome dell'austerita' si vede togliere tutti i diritti
acquisiti, sanita', pensione e stabilita' del posto di lavoro, in un
secolo di lotte.
Dominano l'Unione Europea gli interessi del capitalismo tedesco,
dove forte e' la collaborazione tra la finanza e l'industria, che
con una politica di bassi salari a parte i settori produttivi piu'
avanzati realizza un forte attivo nell'equilibrio commerciale
grazie al basso prezzo delle materie prime dell'Est, provocando
la disoccupazione e l'impoverimento dei paesi del Sud-Ovest.
Nella stessa Germania e' aumentata la percentuale di lavoratori
poveri. Con un abile apparato propagandistico si e' approfittato
del debito provocato dal salvataggio delle banche per demolire lo
stato sociale sulla base di falsi slogan "abbiamo vissuto tutti al
di sopra dei nostri mezzi" "lo Stato e' sull'orlo del fallimento"
"le pensioni e il sistema sanitario hanno raggiunto costi
insostenibili per il bilancio pubblico" "non dobbiamo
caricare sui nostri nipoti il debito pubblico creato da noi"
" i sindacati difendono ciecamente condizioni di lavoro, salari
e diritti che in un mondo cambiato non sono piu' giustificabili".
Alla troika, composta di Commissione Europea, BCE e FMI si affianca
il governo tedesco "noi paese virtuoso non pagheremo mai i debiti
dei paesi spreconi" a dettare le controriforme agli altri paesi,
che il governo italiano ha passivamente eseguito, in particolare
violando diritti sanciti dalla Costituzione in accordo con
l'affermazione di un banchiere della Lehman-Brothers, per il
salvataggio della quale ha preso avvio la crisi nel 2007, che le
Costituzioni antifasciste europee sono incompatibili con il
capitalismo.
Gli economisti neoliberali hanno sostenuto che le politiche
d'austerita' avrebbero propiziato la ripresa economica, ma sono
stati contraddetti dai fatti con una disoccupazione al 13%, tre
volte superiore per i giovani, 3-4 milioni di lavoratori
precari, 6 milioni in uno stato di poverta' assoluta con un debito
pubblico del 130% (2200 miliardi di euro con un PIL nel 2005 in
Italia diminuito rispetto al 2007 del 10%.

EFFETTI DELLE POLITICHE ANTICRISI : L'AUMENTO DELLE DISUGUAGLIANZE.

Mentre le disuguaglianze sono all'origine della crisi, la
politica d'austerita' invocata per uscire dalla crisi tende
ad aumentarle, provocando un abisso tra l'1% della popolazione
americana, che percepisce il 23% del reddito disponibile ed il
resto della popolazione dovuto alla stagnazione dei salari e
all'aumento dei profitti, delle plusvalenze finanziarie e dei
compensi dei top manager.
Per scongiurare il calo della domanda dovuto all'impoverimento
della popolazione si e' ricorso ai "mutui facili", ma
l'aumento del tasso d'interesse mise i debitori in condizione
di non poter pagare le rate e le banche si trovarono piene di
titoli tossici derivati a garanzia dei "mutui facili" divenuti
carta straccia. Gli europei, in primo luogo i tedeschi, affermarono
di essere immuni da questo inconveniente, ma invece importanti
loro banche, come la Deutsche Bank e le svizzere Ubs e Credit Suisse
furono fortemente coinvolte nel crak, come anche Comuni e Regioni
italiane. La banca inglese Northern Rock e' crollata 6 mesi prima
della Lehman-Brothers.
Ad aumentare le disuguaglianze i tagli alla sanita', alla scuola
ed ai trasporti pubblici, la diffusione del lavoro precario, la
diminuzione di lavori a orario pieno, tempo indeterminato e salario
decente, le cospicue riduzioni di imposte per le classi superiori di
reddito, l'elusione fiscale, per la quale si e' distinto il Lussemburgo,
che ha sottratto agli stati migliaia di miliardi, l'aumento dei compensi
dei top-manager sino a 300-400 volte il salario medio operaio e la
finanziarizzazione dell'economia, che permette di guadagnare senza
muovere un dito a chi abbia un cospicuo patrimonio.

LE DISUGUAGLIANZE COME FATTO POLITICO.

Mentre in Italia non ci si puo' basare suule dichiarazioni
dei redditi per stabilire il grado di disuguaglianza economica,
dato che un gran numero di imprenditori dichiara meno dei
propri dipendenti, altrove in Europa si puo' avere un'informazione
piu' affidabile, che permette di stabilire:

1) Tra il 1980 e il 2006 la quota dei salari sul PIL dell'UE a 15
e' scesa dal 68% al 58% e nel 2012 125 milioni dell'Europa a 25
erano a rischio di poverta'.

2) In Italia il reddito dell'1% dei piu' ricchi e' salito dal 7%
del 1980 al 10% del 2008, mentre l'aliquota massima e' scesa dal
72% del 1981 al 43% del 2010 e nel 2005 il 10% piu' ricco
possiede il 45% della ricchezza.

3) Nel Regno Unito tra il 2013 al 2014 il numero di milionari
in dollari del Regno Unito e' aumentato di mezzo milione, superando
due milioni.

4) In Francia il 10% della popolazione piu' ricca nel 2010 aveva
il 48% della ricchezza, mentre il 50% meno ricco il 7%.

5) In Germania l'indice di Gini, che misura le disuguaglianze di
ricchezza, e' il piu' alto del mondo dopo gli USA, vale 0.78
(1 corrisponde a tutta la ricchezza concentrata in un solo
individuo), il 20% meno ricco ha in media un debito di 12000
euro, mentre l'1% piu' ricco dispone di 1.3 milioni di euro.
Il miracolo tedesco dell'occupazione si fonda sul fatto che
ci sono 11 milioni di "lavoratori poveri", la maggiore
percentuale nell'Ue.

Questo si spiega con la grande influenza politica dell'oligarchia,
che detta le regole europee, che ne favoricono gli interessi ;
la piu' soddisfatta dell'orrenda riforma del lavoro Jobs Act e'
stata la Confindustria : praticamente l'aveva scritta lei !
In campo immobiliare gli strati piu' ricchi s'impadroniscono
degli alloggi al centro delle citta', dove si concentra l'attivita'
finanziaria, imponendo agli altri di cercare casa a 20, 30 o 50
chilometridal centro.
Il 95% dei media e' vergognosamente conformista ed influenza il
90% dei cittadini, che hanno una possibilita' di scelta inferiore
a quella del menu' di una mensa carceraria. Le scuole e le
universita' migliori hanno costi proibitivi per i lavoratori e le
classi medie.

LA DEMOLIZIONE DELLO STATO SOCIALE E LA SOPPRESSIONE DEL PENSIERO
CRITICO.

L'attacco allo stato sociale, ritenuto un peso per l'ideologia
neoliberale, e' stato lanciato nel 2003 dal cancelliere
socialdemocratico Schroder con l'Agenda 2010, preparata
dal dirigente aziendale Hartz, che aveva lo scopo di ridurre
la protezione per i redditi bassi in modo da obbligare ad
accettare lavori con piu' alto tasso di sfruttamento.
La demolizione dello stato sociale e la sua privatizzazione
sono funzionali alla creazione di possibilita' di profitto
da parte degli investitori.
A smentire il mito dell'efficienza e dell'economicita' del
privato il fatto che la spesa sanitaria in Francia ed in Italia
e' circa la meta' dell'americana, assicurando una migliore
efficacia : in omaggio all'ideologia liberista si puo' dire
che negli USA la medicina non ha tanto il ruolo di curare le
malattie, ma quello di arricchire i medici.
Allo stesso tempo con tagli e controriforme per la scuola e
l'universita si e' proceduto ad abbassare il livello culturale
della popolazione : tipico la conversione del livello universitario
verso i modelli anglosassoni, dove hanno trionfato le
concezioni neoliberali, con la compressione di corsi da decenni
adattati con una durata di 4 anni in 3 anni (come togliere una
delle 4 ruote per far andare piu' veloce un'auto ) e con
l'idiota introduzione dei crediti, che stimolano gli studenti
a presto dimenticare quello che hanno dovuto apprendere in
fretta per superare un esame.
In questo modo si e' indebolita la possibilita' di acquisire
un pensiero critico e si e' trasformato gli studenti in
imprenditori di se stessi per trovare faticosamente un
impiego di lavoro nell'ambito dell'organizzazione produttiva
attuale, che richiede esecutori sprovvisti della capacita'
di comprendere quanto esula dalle loro funzioni lavorative
e quindi in una condizione di inferiorita' rispetto ai
datori di lavoro.

ITALIA. PERCHE' LA NOSTRA CRISI E' PEGGIO DELLE ALTRE.

Usciti di scena gli imprenditori e i politici che
dal 1955 al 1975 avevano fatto crescere l'economia
con una media del 5% all'anno e ridotto la
disoccupazione al 6%, negli anni dal 2008 al 2014
abbiamo avuto con i governi Berlusconi, Monti, Letta
e Renzi i piu' incapaci ad affrontare la crisi.
Il PIL e' calato di 11 punti, l'industria ha perso
un quarto della sua capacita' produttiva, la produzione
annua di auto da 1.5 milioni degli anni novanta a 0.4
milioni e la disoccupazione e' salita al 13%.
Sei milioni di italiani sono sotto la soglia di poverta'
assoluta, il debito pubblico nel maggio 2015 ha superato
2200 miliardi e l'Italia e' l'unico paese al mondo, in cui
la compagnia di bandiera e'comandata da un partner straniero.
Il privato, che i veterinari dell'austerita' affermano
essere garante di una maggiore efficienza, ha mostrato
la sua valentia con i casi ILVA, Alitalia e Telecom.
Le riforme del lavoro di Maroni, Sacconi e Fornero per
finire con il Jobs Act hanno compresso il costo del
lavoro, rendendo licenziabile qualsiasi lavoratore.
Ci si puo' chiedere perche' altri paesi, che decantano
e praticano i vantaggi dell'austerita', se la passano
meglio dell'Italia.
A differenza del personale politico italiano, il piu'
incapace d'Europa, Germania e Francia si sono guardate
bene da sottostare alle regole imposte agli altri paesi,
quando nei primi anni duemila, avendo superato il limite
del 3% di deficit, evitarono la procedura d' infrazione,
trasferendo la discussione dalla Commissione al Consiglio
europeo, dove grazie al loro peso riuscirono a cancellare
la procedura, violando il trattato di Mastricht.
Un'altra manifestazione dell'arrogante protervia, con la
quale la Germania persegue i suoi interessi nazionali e'
la violazione sistematica del Six Pack, che proibirebbe
un' eccessiva eccedenza della bilancia commerciale, che
secondo la formula "vai in malora tu e il tuo vicino"
permette alla Germania grazie al calo della domanda
interna di inondare dei suoi prodotti gli altri paesi
europei, portandoli ad un forte indebitamento, del quale
le sue banche approfittano per speculare sui loro titoli
di stato, il cui salvataggio ricade su tutta l'Unione europea.
Renzi, forse ispirato da qualche consigliere un po'
piu' colto, riecheggiava nell'agosto 2015 i toni del discorso
d'insediamento di Roosevelt del marzo 1933, ma non faceva seguire
alcuna iniziativa conseguente, mentre Roosevelt diede lavoro
a 4 milioni di disoccupati per costruire dighe e strade e istituire
parchi nazionali e  promulgo' la piu' efficace legge di riforma
del sistema bancario mai vista in Occidente, la Glass-Steagall.

I DIKTAT DELLA TROIKA AL GOVERNO ITALIANO.

Le cosidette "riforme" delle pensioni, della sanita',
dei contratti di lavoro, dei servizi pubblici e della
pubblica amministrazione hanno seguito le prescrizioni
militaresche della Troika senza la minima discussione
dei presupposti e delle conseguenze senza neanche rendersi
conto che tali riforme violavano centinaia di diritti
comunitari per milioni di persone.
Nella lettera di Draghi e Trichet si chiedeva "la piena
liberalizzazione dei servizi pubblici" "attraverso
privatizzazioni su larga scala, la liquidazione dei
contratti collettivi tramite deroghe che permettano
di peggiorarli, "la revisione delle regole che tutelano
dal licenziamento e del sistema pensionistico".
E' impensabile che le banche centrali americana, inglese,
svizzera o svedese intervengano, come la BCE, nella vita
sociale dei loro paesi, che esula dalle loro competenze.
Nel novembre 2011 il commissario europeo all'economia
Olli Rehn invia a Tremonti le seguenti richieste :

1) Vendere beni dello Stato.

2) Alzare l'eta' pensionabile.

3) Aumentare l'IVA.

4) Ristrutturare le scuole, che hanno ricevuto risultati
insoddisfacenti nei test Invalsi.

5) Accrescere la competizione nelle Universita'.

6) Togliere le tutele ai lavoratori con contratto a tempo
indeterminato.

7) Riformare il settore dell'acqua, "malgrado l'esito del
recente referendum".

In seguito a questo Berlusconi si dimette e Napolitano
nomina senatore a vita Mario Monti e capo del governo,
socio delle maggiori associazioni del capitalismo europeo
( Bilderberg, Trilateral), che esegue i dettati delle
due lettere, compito proseguito dai governi Letta e Renzi.
In particolare continua la liquidazione del patrimonio
industriale con il passaggio sotto il controllo di imprese
straniere di Alitalia, Telecom, Indesit, Ansaldo Breda,
Pirelli e centinaia di imprese minori con marchi di alto
prestigio. La Fiat e' diventata l'americana Fca.
Spesso le multinazionali straniere, che acquistano industrie
italiane, tendono a chiudere gli impianti in Italia.
Al riguardo Furio Colombo : "Chiunque si presenti in giro
per il mondo non viene piu' dal paese della Fiat, della Pirelli
e della Ferrari. Viene da un paese di vacanza a cui, fuori
stagione, non e' cosi urgente prestare attenzione. Ora la
grande impresa resta la malavita, con sede operativa e
manodopera tutta italiana".
Si spiega perche' la crisi e' piu' grave in Italia e perche'
nell'Ue contiamo come il due di picche.

DA DOVE VIENE IL NOSTRO DEBITO PUBBLICO.

Per giustificare la politica di austerita' si attribuisce
il debito dello stato con il motto, palma d'oro dello
stupidario nazionale al fatto che "siamo vissuti per
una generazione al di sopra dei nostri mezzi",
affermazione doppiamente falsa, come mostrano i dati
sull'evoluzione del debito pubblico e sulla spesa sociale :
le tre principali ragioni del balzo del debito pubblico sono
tre :

1) Nel 1981, come conseguenza della decisione di Andreatta
e Ciampi che la Banca d'Italia non acquistasse titoli di
stato invenduti gli interessi sui titoli di stato sono
cresciuti dal 4% al 12% .

2) Negli stessi anni il disavanzo commerciale comporto' la
necessita' di vendere i titoli all'estero ad interessi piu'
elevati.

3) Per essere accolta nell'Europa di Mastricht del 1992
l'Italia si e' impegnata ad avere un forte avanzo primario, che
implica che nel 2013 ha prelevato dai cittadini 516 miliardi
di euro, spendendone a loro favore 433, andando il resto a
pagare gli interessi del debito pubblico. Dalla firma del
trattato di Mastricht l'Italia ha pagato 1800 miliardi
d'interesse, corrispondente a 15 mesi di PIL, una somma enorme,
che e' la causa diretta del declino industriale provocato
dalla dissennata politica di privatizzazioni.

La spesa sociale in Italia e' in percentuale minore che in altri
paesi e la leggenda che lo stato si debba far carico di parte
della spesa pensionistica nasce dal fatto che all'INPS vengano
assegnate erogazioni assistenziali coperte negli altri paesi
dalla fiscalita' generale : tenendo conto che le pensioni sono
tassate a differenza di quanto avviene negli altri paesi si puo'
concludere che ogni anno i pensionati erogano 10-15 miliardi a
favore dello stato.

INVESTIMENTI, RICERCA E SVILUPPO, INNOVAZIONE : IN CODA ALL'EUROPA.  

In Italia la crisi ha effetti maggiori che altrove con il
PIL sceso dell'11% rispetto al 2009, la produzione industriale
del 25% (!), la disoccupazione salita al 13% e 6 milioni di
poveri. Queste le cause :

1) La gigantesca politica di privatizzazioni degli anni 90
per ridurre il debito. Dal 1990 sono scomparse Italsider,
Montecatini e Ansaldo.

2) Con l'1.25% in ricerca e sviluppo l'Italia e' al 29mo
posto tra i 36 paesi piu' industrializzati. All'ufficio
europeo brevetti 26645 domande della Germania, 9754 della
Francia, 4567 del Regno Unito e 3704 dell'Italia. Nei
settori ad alta tecnologia 116 imprese inglesi, 100
tedesche, 46 francesi e 6 italiane.

3) L'aumento della produttivita' e' stato minore che negli
altri paesi europei, e' crollato anche per le delocaliuzzazioni
il "made in Italy" e l'Italia ha la piu' bassa percentuale di
laureati nella fascia (30-34 anni) dei 28 paesi Ue e la piu' alta
percentuale di economia sommersa (27%) e il peggiore mercato del
lavoro, che spinge ad accettare qualsiasi paga e qualsiasi
condizione. 

ALLA RICERCA DI ALTERNATIVE.

Sulla base delle precedenti considerazioni nasce la
necessita' del superamento del capitalismo, che non
e' innocente rispetto alle due sanguinose guerre
mondiali della prima meta' del secolo scorso e dei
numerosi conflitti armati attuali.

TOGLIERE ALLE BANCHE IL POTERE DI CREARE DENARO E LA
POSSIBILITA' DI DIVENTARE TROPPO GRANDI.

Dopo la crisi del 1929 si penso' di alzare al 100% la
garanzia, che le banche dovevano dare per erogare un
prestito, provvedimento che non fu preso, ma comunque
la legge Glass-Stragall impose la separazione tra
banche commerciali e attivita' d'investimento.
La proibizione di "banche ombra" limiterebbe le
turbolenze finanziarie.
La riforma del sistema bancario e' pero' sabotata
dall'oligarchia dell'1%, che trae grande vantaggio
dalla situazione attuale.

UN CONTROLLO DEMOCRATICO DELLA FINANZA DEVE PRENDERE FORMA
DI INVESTIMENTI MIRATI .

Si dovrebbe investire per :

1) La manutenzione di ponti, dighe, porti, strade, ferrovie
metropolitane e regionali. In Germania servirebbe un trilione
di euro .

2) la coibentazione per l'isolamento termico. In Germania e
Francia un programma nutrito in tale interazione, mentre in
Italia si dovrebbe estendere all'antisismico.

3) La cura del dissesto idrogeologico.

4) La messa in sicurezza delle scuole.

5) La ristrutturazione dei grandi ospedali.

Politica industriale :

1) Aumentare lo sfruttamento dell'energia solare
(dei 50 milioni di gigawatt attualmente se ne captano
alcune migliaia)

2) Il livello dei rifiuti ha raggiunto livelli insostenibili.
Nel Pacifico un'"isola" galleggiante di 8 milioni di chilometri
quadrati (piu' o meno come gli Stati Uniti). Urgente necessita'
di tecnologie di smaltimento meno rozze e inquinanti dei
"termovalorizzatori".

3) Centrali di nuova concezione per l'energia elettrica e
parchi eolici di grande dimensione in zone marine ventose.

A questo fine l'intervento dello Stato con capitale paziente
e' indispensabile. Nel 2005 la National Academy of Sciences
(USA) raccomando' :

1) Aumentare per 7 anni del 10% i fondi per la ricerca di base
e assegnare borse di studio di 500000 dollari ai 200 migliori
ricercatori a inizio della carriera.

2) Sostenere la ricerca nel campo dell'energia ed aumentare
il numero di insegnanti in fisica, biologia, ingenieria e
matematica, erogando 25000 borse di studio di 20000 dollari
da fruire in universita' americane.

A queste raccomandazioni si potrebbe aggiungere quella di
vincolare le banche ad investimenti utili, piuttosto che alla
speculazione (banche etiche).

Per una distribuzione piu' equa del reddito nei periodi in
cui il capitalismo in Europa e USA e' stato "incivilito"
hanno operato la progressivita' delle tasse e lo stato
sociale, entrambi aggrediti dalla vittoriosa controffensiva
neoliberista promossa dall'1%.
Sarebbero efficaci oltre che a redistribuire la ricchezza
prodotta anche le scelte su cosa produrre motivate nel
presente dalla realizzazione del massimo profitto e non
dall'utilita' e alla compatibilita' ambientale di quello,
che si produce. Istruttivo l'esempio della catastrofe nel
Golfo del Messico della piattaforma della British Petroleum,
che ha provocato il versamento in mare di 5 milioni di
tonnellate di petrolio con danni enormi alla pesca per
aver violato gli standard di sicurezza per diminuire i costi.
La democrazia economica dovrebbe evitare  rendite derivanti
da investimenti parassitari.

SE LA POLITICA LA FA IL CAPITALE, COME SI PUO' FAR POLITICA
PER OPPORSI AL CAPITALE?

Capovolgendo lo slogan del 1968 : " Siate realisti : (non) chiedete
l'impossibile si affronta l'impegnativo tema ( Davide contro Golia )
di come si possa promuovere una politica contraria agli interessi
di quel 1%, che ha un potere enorme, dato che :

1) I maggiori gruppi bancari dell'Ue hanno utili di due trilioni
di euro ciascuno.

2) BCE e Fmi dettano la legge agli stati nazionali.

3) 20000 lobbisti e gli alti dirigenti della finanza e
dell'industria infestano Bruxelles con le loro direttive.

4) Tv e stampa, controllate in massima parte dall'1%,
influenzano il 90% dell'opinione pubblica,

5) Le corporations finanziano i politici e studi per
demolire lo stato sociale.

Di fronte al dominio della finanza sembrerebbe non esserci
difesa a meno che chi ritiene necessario affrontare la doppia
crisi abbia le capacita' e la forza politica per farlo.
In Italia da OCCupy Italia agli studenti, dall'Altra Europa
alla coalizione di Maurizio Landini, da Alba ai precari
milioni sono le persone deluse dai partiti tradizionali,
che potrebbero rappresentare un modo innovativo di intendere
e di fare politica. A questo scopo si devono organizzare.

IN ATTESA DEL NUOVO SOGGETTO.

La Troika, la Comissione, la BCE e il FMI dettano ai
governi di destra europei la politica, che crea la
ricchezza dell'1% della popolazione ai danni del resto
con un sistema economico ingiusto e irrazionale,
riuscendo con il controllo dei media a dare un'immagine
ingannevole della crisi con le Facolta' di Economia
dominate dalle concezioni liberiste.
Intellettuali marxisti analizzano con lucidita' la crisi,
ma non sono in grado di formulare una strategia in grado
di avere un supporto popolare al suo superamento e
purtroppo non c'e' molto tempo, perche' il perdurare del
sistema capitalista, che abbiamo descritto, potrebbe
provocare danni irreparabili al nostro pianeta.
In Italia possiamo sperare che l'opposizione ai deleteri
interventi del governo Renzi su lavoro, scuola, pensioni
e sanita' portino a coagulare una forte opposizione in
grado di formulare ed imporre una politica alternativa,
che metta in discussione, come e' possibile ed e' necessario
fare, i Trattati neoliberisti europei.
L'urgenza per ridare peso in Europa agli ideali di uguaglianza,
solidarieta', partecipazione democratica al posto della lugubre
e distruttiva Ue della finanza, potrebbe raccogliere un numero
di consensi piu' elevato di quanto oggi si possa immaginare.

RIASSUNTO DEL RIASSUNTO

Gallino definisce il denaro "un valore garantito
dallo stato" e attribuisce la patologica crescita
dei titoli, dieci volte il PIL mondiale al contrasto
alla caduta tendenziale del tasso di profitto, che
spinge a cercare di creare valore, ottenendo un
profitto senza passare per la produzione di merce.
E' evidente che far circolare pezzi di carta e'
un'operazione a somma zero, che comporta che se
qualcuno ci guadagna ( in generale pochi molto ),
qualcuno perde ( molti poco).
La crisi finanziaria del 2007, per la quale gli
stati hanno dovuto dare valanghe di denaro a
grandi banche (too big to fail) per evitare il
fallimento dovuto a rischiosi investimenti in
titoli tossici, mostra la fragilita' di un sistema
economico basato sull'ipertrofia finanziaria.
Ironia della sorte i responsabili dei crac finanziari
hanno ricevuto liquidazioni principesche.
Piu' in generale Gallino fa una critica del
neoliberismo, che sulla base del dogma che il mercato
deve regolare l'organizzazione dell'economia, ha
creato le condizioni, per le quali una minoranza sempre
piu' ristretta si arricchisce ai danni del resto della
popolazione ( una partita di Monopoli nei quali uno ha
il Parco della Vittoria e gli altri il vicolo Stretto ).
La liberta' di circolazione del capitale spinge a trasferire
le attivita' produttive verso paesi, dove e' piu' basso il
costo del lavoro, perche' piu' basso e' il costo della vita.
Questo porta ad una svalutazione del lavoro ( L'Italia e'
una Repubblica basata sul lavoro ). Un'esempio clamoroso
dello spostamento della ricchezza dal basso verso l'alto
e' dato dal rapporto della retribuzione di Valletta ed il
salario medio operaio 7 : 1 paragonato a quello di
Marchionne 2000 : 1. L'enorme progresso tecnologico, che fa
si che con un decimo degli operai si producano piu' macchine
non ha portato ad un miglioramento della loro condizione
economica e ad una diminuzione dell'orario di lavoro ed il ricatto
della disoccupazione li costringe ad accettare il peggioramento
delle loro condizioni di vita. Al contrario di Ford, che
saggiamente riteneva che alti salari permettessero ai suoi
dipendenti di acquistare le automobili, che producevano, i
bassi salari diminuiscono la domanda dei beni prodotti.
Gallino cita l'esempio della catena di supermercati Wallmarkt,
che ha prezzi bassi grazie al supersfruttamento dei suoi
dipendenti.
Gallino attribuisce il fallimento dell'Unione Europea al
fatto che i dogmi dell'ideologia neoliberista hanno creato
le condizioni perche' la Germania abbia una bilancia
commerciale positiva al di sopra di quanto stabilito dalle
regole e gli altri paesi debiti crescenti, che li costringono
a demolire lo stato sociale ottenuto grazie ad impegnative
lotte dei lavoratori.
L'aumento del debito e' dovuto al fatto che a differenza di
quello, che avviene negli altri paesi, dove le banche centrali
acquistano i buoni del tesoro nazionali necessari al
finanziamento dello stato in modo da fissare il tasso di
interesse, la Banca Centrale Europea non ha questo ruolo
e gli stati, specie quelli che hanno difficolta' economiche,
sono soggetti alla speculazione finanziaria.
Gallino smentisce il luogo comune che il debito degli stati
sia dovuto al fatto che "qualcuno e' vissuto al di sopra dei
suoi mezzi", affermando che questo e' un modo per favorire
l'arricchimento della speculazione finanziaria e suggerisce
che ad evitare le spregiudicate operazioni finanziarie, che
quando portano al fallimento ricadono sulle spalle della
fiscalita' generale, e' necessario regolamentare l'attivita'
delle banche, ad esempio proibendo le "banche ombra".
Sottolinea la complicita' dei mass-media nel mandare il messaggio
all'opinione pubblica che non esista alternativa al neoliberismo.


1 commento:

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