8 maggio 2016

Il Marnetto Quotidiano : Capitale sociale


Un giornalista anti-mafia che usa metodi mafiosi; un premier anti-corruzione che non vuole toccare la prescrizione; un grande giornale anti-populista che diventa filo-carismatico: che cosa hanno in comune queste vicende? Il trauma della lesione di fiducia.

Che non è una cosa astratta, ma l'essenza della coesione di una comunità. 

Gli studiosi  - come  Putnam, Fukuyama ed altri - lo chiamano "capitale sociale", un mix di lealtà sociale, coerenza,  aspettativa di collaborazione, che genera coesione e identità. Dove c'è capitale sociale la comunità è esigente nei comportamenti pubblici, perché s'impone rettitudine privata. Così, non tollera menzogne e manifesta pubblicamente il ritiro di consenso verso chi tradisce la fiducia ricevuta. In poche parole, esiste una pubblica opinione, che rispetta chiunque svolga una funzione pubblica, ma che vuole essere rispettata come garante democratica del sistema.

Senza capitale sociale cresce l'erba infestante dell'individualismo, che genera furbizia e opportunismo. La comunità si disgrega in una lotta per l'accaparramento e ogni regola o legge viene percepita come un impedimento alla spoliazione generale, considerata normale. Finisce così che chi offre fiducia viene considerato un pazzo da biasimare e chi la tradisce, un furbo da ammirare. La lealtà rimpicciolisce a codice privato, da esercitare solo nel ristretto ambito della famiglia (familismo).
 
da www.libertaegiustizia.it

In Italia il capitale sociale c'è, ma è insufficiente. E ogni trauma da tradimento lo indebolisce ulteriormente.
Abbiamo bisogno di fidarci per salvarci. Ma dobbiamo rottamare la furbizia privata e l'arroganza pubblica.
Che si tengono insieme e si combattono insieme. 

Massimo Marnetto


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