Un giornalista anti-mafia che usa metodi mafiosi; un premier
anti-corruzione che non vuole toccare la prescrizione; un grande
giornale anti-populista che diventa filo-carismatico: che cosa
hanno in comune queste vicende? Il trauma della lesione di
fiducia.
Che non è una cosa astratta, ma l'essenza della coesione di una
comunità.
Gli studiosi - come Putnam, Fukuyama ed altri - lo chiamano
"capitale sociale", un mix di lealtà sociale, coerenza,
aspettativa di collaborazione, che genera coesione e identità.
Dove c'è capitale sociale la comunità è esigente nei comportamenti
pubblici, perché s'impone rettitudine privata. Così, non tollera
menzogne e manifesta pubblicamente il ritiro di consenso verso chi
tradisce la fiducia ricevuta. In poche parole, esiste una pubblica
opinione, che rispetta chiunque svolga una funzione pubblica, ma
che vuole essere rispettata come garante democratica del sistema.
Senza capitale sociale cresce l'erba infestante
dell'individualismo, che genera furbizia e opportunismo. La
comunità si disgrega in una lotta per l'accaparramento e ogni
regola o legge viene percepita come un impedimento alla
spoliazione generale, considerata normale. Finisce così che chi
offre fiducia viene considerato un pazzo da biasimare e chi la
tradisce, un furbo da ammirare. La lealtà rimpicciolisce a codice
privato, da esercitare solo nel ristretto ambito della famiglia
(familismo).
da www.libertaegiustizia.it
In Italia il capitale sociale c'è, ma è insufficiente. E ogni
trauma da tradimento lo indebolisce ulteriormente.
Abbiamo bisogno di fidarci per salvarci. Ma dobbiamo rottamare
la furbizia privata e l'arroganza pubblica.
Che si tengono insieme e si combattono insieme.
Massimo Marnetto
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