(da sx) Giachetti, Raggi, Fassina
Ieri pomeriggio, nei grandi spazi all'aperto dell'Altra Economia dentro
l'ex Mattatoio al Testaccio, si è tenuto l'atteso incontro-confronto dei
tre candidati Sindaci al Comune di Roma: Virginia Raggi, Stefano
Fassina, Roberto Giachetti. Gli altri tre, Meloni, Storace, Marchini,
hanno declinato l'invito e a mio parere il loro rifiuto ha giovato al
confronto. Ad ascoltare eravamo in diverse centinaia, all'incirca
cinquecento. con le tifoserie dei singoli candidati pronte a sottolineare
con i loro applausi le risposte. La mia impressione è che tra i tre,
tutti preparati e nei loro interventi persuasivi e convincenti, non
siano emerse differenze di linea sostanziali sul come Roma va rimessa in
funzione nei suoi vari pezzi, comparti e dimensioni. Ma il confronto ha
avuto l'andamento dello svolgimento di un compito un pò scolastico. Una
domanda che non è stata loro posta, forse quella fondamentale, è
questa: ma perché, se non ci vuole poi molto a capire cosa serve a Roma
per funzionare come una moderna Capitale, Marino, che ci si era
seriamente provato, è stato furiosamente cacciato? C'è stata al
proposito una stecca sintomatica da parte di Giachetti, quando se n'è
uscito affermando: noi del PD abbiamo chiuso la discarica di Malagrotta,
provocando nel pubblico una risata beffarda in risposta. Ecco un
ennesimo segnale che si vuole in fretta rimuovere Marino e la sua
vicenda drammatica. E con lui Mafia Capitale e il commissariamento del
partito romano principale - sia come numeri che responsabilità. Tra i
tre devo dire che mi ha colpito Virginia Raggi per scioltezza nella
capacità comunicativa e sicurezza nel fornire le sue risposte. Fassina
dice cose indiscutibilmente giuste, ma un pò troppo da docente in
un'aula accademica. Il che, nell'arena politica, non aiuta. Giachetti
conferma una sua immagine stropicciata e malmostosa di qualcuno capitato
lì un pò per caso, e a cui il ruolo è stato imposto.
Gian Carlo Marchesini
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