9 maggio 2016

"Una donna-architetto nella Roma in bianco e nero" tavola rotonda a Roma Tre


 Si terrà il 19 maggio una tavola rotonda  "Una donna-architetto nella Roma in bianco e nero": non solo un'analisi sui ruoli e gli stereotipi sui difficili percorsi emancipativi delle donne in professioni tradizionalmente ritenute maschili , ma una attenta riflessione sulla Roma degli anni ‘50/60 






C O M U N I C A T O S T A M P A
TAVOLA ROTONDA A ROMA TRE Dipartimento di Architettura Aula URBANO VIII° Via Madonna de’ Monti 40 ROMA
Giovedì 19 maggio 2016 ore 17,30
Una donna architetto nella Roma in bianco e nero: riflessioni sulla vita del dopoguerra tra gli anni ’50 e ’60, tratte dalla lettura del libro “Due finestre su piazza Navona” di Anna Marocchi Aracne editrice Ottobre 2015.
Introduce Mario Panizza Rettore Università Roma Tre
Coordina Francesca Jacobone Università Roma Tre
Intervengono:
Cristiana Bedoni Università Roma Tre “evoluzione versus rivoluzione “
Antonella Cagnolati Università di Foggia “il demone dell’autobiografia nella vita delle donne “
Ghisi Grütter Università Roma Tre “una Roma in bianco e nero “
Raynaldo Perugini Università Roma Tre “la figura della donna/architetto”
Giorgio Piccinato Università Roma Tre “la Roma delle Olimpiadi “
Galatea Ranzi legge alcuni brani tratti dal testo
Partecipano all’incontro l’Autrice Anna Marocchi e l’Editore di Aracne Gioacchino Onorati
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Dall’insieme degli argomenti trattati nel libro, esce un quadro in cui lo scenario (la Roma tra gli anni ‘50 e ’60) presenta dei caratteri peculiari e a volte anche contraddittori.
Una Città, ad esempio, che commemora uno degli episodi più brutali, sconcertanti e celati della Seconda Guerra Mondiale con lo straordinario Memorial delle Fosse Ardeatine, progettato e realizzato solo pochi anni dopo l’eccidio. Ma anche una Roma amata dai cineasti internazionali, che vi ambientano varie storie di amori improbabili (come “Vacanze romane”, “Accadde in Settembre” o “Stazione Termini”). Una Città “venduta” come palcoscenico dei capricci di star internazionali (…“Marcello, Marcello”…chiama a gran voce Anita Ekberg entrando di notte, in abito da sera e a piedi scalzi nella fontana di Trevi).
Il cinema poi porta sullo schermo anche realtà sottoproletarie come le borgate (“Accattone”, “Mamma Roma”, “Nella città l’inferno”), zone relativamente nuove e sconosciute della realtà urbana, mentre la Città si prepara ad accogliere le Olimpiadi del ‘60 con interventi edilizi a volte intelligenti a volte spregiudicati, ma sempre legati a firme eccellenti come Pier Luigi Nervi, Luigi Moretti, Mario Fiorentino, Adalberto Libera, Giuseppe Perugini, Eugenio Montuori e tanti altri.
Tutti interventi accompagnati da bonifiche di zone, costruzione di interi quartieri e collegamenti viari tra parti urbane diverse, raramente finalizzati (anzi quasi mai) ad una migliore qualità della vita.
E ancora, architetture di qualità (non sempre realizzate) che rivoluzionano la fruizione della città, facendole fare un balzo nella modernizzazione…. con tutto quello che ne consegue.
Anni in cui, con fatica, alla donna viene riconosciuto un ruolo professionale da sempre proprietà esclusiva maschile.
Basti pensare ai nomi illustri che partecipano a Concorsi di Architettura come quello per la Stazione Termini, o per la Camera dei Deputati a Piazza del Parlamento (lasciato interrotto), per la Biblioteca Nazionale a Castro Pretorio e, non ultimo, a quello già citato, per commemorare l’eccidio sulla Via Ardeatina. .
Ma Roma è anche la capitale “industrializzabile” perennemente carente di trasporti pubblici (di superficie e sotterranei), “gioiosamente” invasa da vespe e lambrette e da piccole auto, come la mitica 500 con le porte a vento….
Tutti argomenti, suggeriti da “Due finestre su piazza Navona”, dei quali oggi riteniamo si possa parlare “serenamente”.

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