27 maggio 2016

L'ANPI ED I PARTIGIANI

Dal Presidente della Sezione ANPI Nomentano Italia, Aldo Luciani, riceviamo e volentieri pubblichiamo una  lettera in cui chiarisce il suo punto di vista   sulla vexata  quaestio del  referendum costituzionale,  l'ANPI e le recenti dichiarazioni a tal proposito della Ministra Boschi .
 Lo ringraziamo.

 




I Partigiani e il Referendum confermativo.



E' una discussione parecchio antipatica e strumentale quella che si è sviluppata attorno alle dichiarazioni della Ministra Boschi. Non c'è dubbio che in una qualche misura le sue parole abbiano potuto offrire il destro a queste polemiche di bassa lega. Provo a spiegare il mio punto di vista.

I Partigiani iscritti all'ANPI sono meno del 4% su un totale nazionale di circa centomila iscritti. Di questi, per ovvie ragioni anagrafiche e di salute, solo meno dell'1% ha potuto partecipare ai vari congressi territoriali e poi a quello nazionale. Sia chiaro, in ogni caso, che la decisione di schierare l'ANPI per il no non è stata votata nei congressi, ma in una riunione dei vertici nazionali, a gennaio 2016 con tre astensioni.

Ci sono poi dei partigiani e delle partigiane che hanno fatto sapere che voteranno per il SI, pur non essendo iscritti/e al PD e pur non avendo alcuna paticolare simpatia per Renzi e il suo governo. Alcuni di loro hanno anche detto e scritto che nessuno li ha mai consultati in alcun modo per sapere la loro opinione su questa Riforma.
Ne voglio ricordare qui solo alcuni: il partigiano Germano Nicolini, la partigiana Lina Fibbi (abita nel quartiere di Piazza Bologna), la partigiana Luciana Romoli e la partigiana Teresa Vergalli. Quest'ultima ha scritto una lettera a Repubblica, al Corriere della Sera e a l'Unità (a seguire).  Il Presidente dell'ANPI Nazionale, Smuraglia, nella newsletter n. 200 l'ha definita un'anziana partigiana che si sarebbe fatta utilizzare per fare propaganda al SI. La compagna Vergalli che, detto per inciso, conosco personalmente, è vispa, attiva, viaggia continuamente per recarsi nelle scuole dove viene invitata a dialogare con gli studenti, ha risposto a Smuraglia chiarendogli di non essere mai stata chiamata da lui, che pure la conosce, né da altri e che si sente perfettamente in grado di decidere da sola senza essere strumento di nessuno.

Dunque ci sono partigiani che voteranno si e altri che voteranno no. Io voglio loro bene e li rispetto tutti, qualunque cosa pensino di fare. 
Trovo quindi parecchio scorretto dichiarare che i partigiani voteranno no. L'ANPI vota no, ma il 96% dei suoi iscritti sono figli e nipoti di partigiani, non tutti per la verità ( Io per esempio non ho parenti partigiani),  ma non possono dirsi partigiani. L'ANPI è divenuta per sua scelta un'associazione a cui tutti possono iscriversi e con ciò è accaduto che la stragrande maggioranza dei suoi iscritti siano militanti di quel variegato mondo di sinistra, non necessariamente iscritti ad uno dei tanti partiti che ne fanno parte. Dunque l'ANPI, che ha deciso di schierarsi per il no, non è "i partigiani e basta", ma qualcosa di molto, ma molto diverso, all'interno del quale la voce e il peso dei partigiani è quasi ininfluente.

La FIVL (Federazione Italiana Volontari della Libertà), che rappresenta anch'essa i partigiani, ha deciso di rimanere neutrale sulla questione del referendum, lasciando ciascuno libero di votare secondo il proprio personale convincimento e coscienza.

Da ultimo, segnalo la lettera che Renata Ingrao, una delle sue quattro figlie, ha inviato  a l'Unità, per dichiarare che voterà SI al referendum. Nella stessa lettera, Renata prega tutti di non usare il nome di suo padre a sostegno di una scelta di voto, perché,dice sempre Renata, mio padre appartiene a tutta la sinistra, nella quale lei comprende anche l'attuale PD. Come si può vedere anche in questo caso, il mondo è vario e ha tante sfaccettature.

La Ministra Boschi che è molto brava e competente sulla materia giuridica, essendo avvocatessa, ed avendone ascoltati alcuni interventi pubblici, fra cui quello, ormai famoso sul web, di Catania, ha probabilmente dosato male le sue parole sull'ANPI  e i partigiani, ma, come ho cercato di dimostrare da iscritto e presidente di una sezione ANPI, non ha affatto detto cose non vere, ha detto cose giuste ed esatte, ma forse poteva dirle meglio.

A proposito, la sezione ANPI Nomentano Italia non seguirà le indicazioni del nazionale e non aderirà ad alcun comitato; viceversa organizzerà momenti di confronto fra esponenti di entrambi gli schieramenti, lasciando ai suoi iscritti piena libertà di voto.

 Aldo Luciani

LETTERA DELLA VERGALLI ALL'ANPI
 
 
 
In questi giorni si apre a Rimini il congresso dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani.  Io non ci sarò e non so quanti veri partigiani combattenti potranno esserci. Da tempo lamento che non si dà spazio, visibilità e ascolto a chi ha veramente combattuto. Già al penultimo congresso, quello di Torino, non sono state riservate poltrone ne’ si è fatto un saluto speciale agli anziani, che ancora erano presenti e attivi.  In questi anni, e nemmeno nel settantesimo, risulta essere stato fatto un censimento, per esempio con una tessera diversa, per vedere quanti ex combattenti siano ancora iscritti. Personalmente ne conosco molti che non vi si riconoscono più.
Da partigiana combattente con undici mesi riconosciuti, non mi sembra che l’Anpi di oggi sia ancora argine e contrasto ai neofascismi e a difesa della democrazia.In una realtà dove in  Italia in Europa e nel mondo si moltiplicano e avanzano movimenti razzisti, neofascisti e neonazisti, in cui ancora fiorisce il revisionismo e non si fa abbastanza per diffondere la consapevolezza storica della guerra di liberazione, l’Anpi decide in una riunione di vertice del 21 gennaio 2016, di schierarsi nei comitati del no nel referendum costituzionale.
Mi sembra inquietante che una decisione tanto importante non sia stata messa in discussione nei congressi e nel congresso,  ma adottata in una riunione di vertice vantata come quasi all’unanimità – con tre sole astensioni – e diramata subito con abbondanti e pressanti indicazioni organizzative.
Tutto si può criticare, tutto può essere sognato e desiderato in forma perfetta, tutto si può concedere a molti anziani e nostalgici che si chiudono dietro a “nessuno tocchi la più bella Costituzione del mondo”. Ma nessuno può chiudere gli occhi di fronte ai cambiamenti della realtà e alla necessità di affrontarli. I cittadini italiani e soprattutto i giovani non potranno che approvare la riduzione del numero dei parlamentari, lo snellimento delle procedure decisionali, la correzione sui poteri delle regioni. Con una Camera sola non saremo meno liberi, ne’  mancheranno gli organi di controllo, dalle Commissioni, alla Presidenza della Repubblica, alla Corte Costituzionale.
Chiedo a tutti i delegati al congresso Anpi e a tutti gli iscritti di discutere e di riflettere su questo tema e sulla vera funzione dell’associazione. A me risulta che non sono pochi in Piemonte, Lombardia, Friuli, Emilia e qui attorno a me, quelli che dissentono su questo tema e  pensano che la Costituzione, come lei stessa prevede, possa essere aggiornata e migliorata. Mi auguro che nel congresso venga messa in discussione e poi ai voti, la mozione dell’Anpi di Cuneo che chiede  all’associazione di non aderire ai comitati del no.
Personalmente deciderò se considerare ancora l’Anpi la mia organizzazione o se la parola partigiani  vi sia diventata un comodo   e prestigioso mascheramento.
 
Teresa Vergalli
 
 


Partigiana, e per il sì alla riforma della Costituzione


Carissimo Smuraglia,
sono contenta che nella sua ultima News mi abbia citata  come “anziana partigiana”: Ne sono contenta perché vuol dire che anche lei si sente giovane, esattamente come mi sento giovane io. Se vorrà vedere anche quanto sia rimasta  giovane e attiva, potrà andare sul mio blog, dove ho messo alcune delle mie ultime attività come lavoratrice della memoria. Credo che invece mi conosca bene. A Montecitorio, sala della Regina, dopo aver ricordato Arrigo Boldrini, lei mi ha detto esattamente “ Sì, lo so chi è lei. L’ho vista in TV”. Sono un po’ meno contenta del fatto che mi giudichi manovrata con quel “si ricorre perfino ad una anziana partigiana per farle dire”, come se non fossi capace di scrivere e pensare in autonomia.
Nella News mi chiede dove ero dal 12 al 15 maggio e su quali fonti mi sono informata.
Dov’ero. Non al Congresso ANPI.  Avevo espresso il desiderio di esservi invitata a mie spese, ma dall’Anpi romana sono stata invitata a chiederlo al Nazionale, dal quale  ho avuto prima un diniego, causa troppe analoghe richieste, e poi la inclusione nell’elenco degli invitati e i dati dell’agenzia per organizzarmi  il soggiorno. Nessuna inclusione nella delegazione romana, fatta di persone per lo più sconosciute.
Mi sono chiesta se è così che si vogliono avere al congresso i partigiani “anziani”. Vado ancora in giro, tra la mia Emilia e il lontano Friuli.  Nel Lazio, Marche e Toscana e tempo fa in Basilicata. Con la facilitazione di essere accompagnata, a volte da familiari, a volte a mie spese. Per precauzione e per saggezza. E per desiderio dei miei cari.
E veniamo alla domanda su quali fonti io mi sia informata. La riunione di “vertice” del gennaio dove si è deciso quasi all’unanimità di scegliere il no al referendum costituzionale è stata descritta in alcune news e relazioni dell’epoca . Era facile intuire che quelle tre piccole astensioni e alcune assenze, erano un segnale e un sintomo che su un tema tanto delicato avrebbero dovuto trovare un po’ di attenzione. E, se permette, ho qualche esperienza di riunioni, di orari, di distanze,di treni da non perdere,  di modalità decisionali, di deferenze  e di allineamenti. Ripeto che il tema era troppo importante e si doveva mettere in discussione e ai voti nei congressi.
Tant’è vero che lei stesso ripete che l’argomento – a rigore  non compreso nel documento originario,- è stato dibattuto in quasi tutti i congressi e anche nel congresso nazionale.
Tant’è vero, quindi, che era un argomento caldo e sentito.
Non pretendo di convincerla, ma mi aspetto ascolto e possibilmente qualche riflessione.

 
 
 

1 commento:

  1. Tralasciando la questione dell'effettiva possibilità di rappresentare i partigiani - vistone l'ormai irrisorio numero quanto l'eterogenea composizione all'epoca, non adducibile ad un esclusivo filone politico - da parte di un'organizzazione, trovo un atteggiamento dirigistico ed antidemocratico se la stessa, in base ad una disposizione a livello centrale, senza un processo decisionale che parta dalla base, si schiera dalla parte del NO, ma lo stesso varrebbe per il SI, in occasione di un Referendum, per quanto importante per i destini della Nazione. E' grave, sintomatico di insignificanza coperta da strumentalizzazione politica. Un fortino di reduci e nostalgici della veterosinistra, spiazzati dalle nuove glorie del PD. La posizione assunta dalla FIVL è più onesta intelettualmente. Antonio Rossello

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