16 settembre 2016

A QUANDO LA RATIFICA IN ITALIA DELL'ACCORDO DI PARIGI SUL CLIMA?


Preso com’è dal prossimo  referendum, dall’ inarrestabile aumento del  debito pubblico, dal mandare i nostri soldati in Libia in difesa dei pozzi petroliferi dell’ENI con la scusa della missione umanitaria, purtroppo dall'emergenza terremoto  e via discorrendo, ci stà che il nostro premier e il suo ministro per l’ambiente si siano “dimenticati “ di ratificare in Parlamento l'accordo di Parigi sul clima, per ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030.

Non sappiamo se ve lo ricordate. Ma fu una canizza incredibile, uno strombettare di trombe e rullio di tamburi : un accordo raggiunto con la condivisione , se non ricordiamo male , di 175 paesi, E l’Italia tra questi.. L’innalzamento delle acque lo scioglimento dei ghiacci, le città soffocate dall’inquinamento, le isole Kiribati costrette ad evacuare,il MOSE A Venezia  e chi più ne ha più ne metta e allora Tutti dicasi Tutti i Paesi industrializzati e non   sottoscrissero questo sacro impegno a Parigi, da ratificare poi  in patria.

Ma si sa , uno poi torna a casa e preso dai mille impicci ,  se ne dimentica. Vogliamo scusare per una volta il premier, ma il buon Ministro dell’Ambiente, che non si ammazza certo dalla fatica, ci poteva pensare lui. E invece niente.

E allora in soccorso arriva la rete, arriva change.org con la solita petizione questa volta proposta dal mai rimpianto ex Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che certo non brillò per efficienza quando toccò a lui e aveva il boccino in mano anzi……Ma si sa noi italiani abbiamo la memoria corta. Evidentemente questo lo sa bene anche il buon Alfonso che si fa promotore di questa petizione per sollecitare il governo alla firma dell’accordo di Parigi. Di tempo non ce n’è più abbastanza e vuoi vedere che quei  bravi ragazzi al Governo se ne dimenticano? In loro soccorso arriva dunque Pecoraro, che, se un lato pungola, dall’altro, come ormai d’abitudine (vedi le petizioni dell'ex Sindaco Marino) si fa un po’ di pubblicità in rete e rispolvera il suo ricordo. Fosse mai che qualcuno dalle parti di Palazzo Chigi si ricordasse di lui per un incarico, anche piccolino. A Rutelli sì e perché a lui no?

Staremo a vedere. A noi interessa l’accordo sul clima . a prescindere Pecoraro .
Invitiamo pertanto i nostri lettori a sottoscrivere la petizione.

Domenico Fischetto
 

#Salvailclima: subito ratifica dell’accordo di Parigi @PaoloGentiloni @glgalletti @matteorenzi


Alfonso Pecoraro Scanio
Italy

Il governo presenti subito il ddl di ratifica in Parlamento!
Il cambiamento climatico in atto, secondo la comunità scientifica internazionale e l'ONU, può mettere a rischio la sopravvivenza della specie umana sul pianeta se non interverrà una decisa e veloce riconversione ecologica di economia e società, attraverso profonde trasformazioni e un netto taglio delle emissioni di CO2.  
L'accordo sul clima negoziato a Parigi nel dicembre 2015, seppure ancora non sufficientemente coraggioso e imperativo, è un passo in avanti e impegna gli Stati a limitare l'aumento della temperatura entro 1,5 gradi, attraverso misure che i singoli Stati dovranno "preparare, comunicare e mantenere" con revisioni periodiche per puntare ad obiettivi sempre più ambiziosi. Per investire su energie rinnovabili, efficienza energetica e nuovi modelli di trasporto, edilizia, produzione industriale e agricola a zero emissioni. per uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili.
La UE ha definito un nuovo Pacchetto Clima Energia al 2030 che, seppure meno coraggioso del famoso 20/20/20 che segnò un'innovazione vera, impone comunque per il 2030 una riduzione delle emissioni che per l'Italia arriva al 40% (rispetto alle emissioni del 1990). Ma per entrare in vigore l'Accordo di Parigi deve essere ratificato da almeno 55 Paesi che rappresentino almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra.
Durante la cerimonia della firma all'ONU il 22 aprile scorso, alla presenza di 165 Capi di Stato e di governo, il presidente del consiglio Renzi fu tra i primi a firmare e a dichiarare che l'Italia sarebbe stata tra i primi a ratificare l'Accordo. Al recente G20 USA e Cina, responsabili insieme del 38% delle emissioni di gas serra del mondo, hanno accelerato la loro ratifica. E ormai sono numerosi i Paesi che hanno già ratificato. 
In Italia il governo non ha ancora nemmeno trasmesso al Parlamento il Disegno di Legge di ratifica che va proposto dal ministero degli Esteri di concerto con il ministero dell'Ambiente e altri dicasteri.
Risulta che la fase di concertazione e consultazione è in corso ma se non si accelera la presentazione alle Camere, peraltro già sollecitata da interrogazioni parlamentari, non si avrà la ratifica nemmeno in tempo per la Cop 22, la conferenza Onu sul clima che si aprirà a Marrakesh, in Marocco il 7 novembre prossimo.
Si chiede al ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, al ministro dell'Ambiente, Tutela del territorio e del mare Gianluca Galletti e al governo tutto, di presentare alle camere il ddl di ratifica dell'accordo di Parigi sul clima al più presto, per ottenerne la ratifica entro l'apertura, il 7 novembre, della Conferenza Onu di Marrakesh.

 
 

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