Francamente rimaniamo basiti davanti agli ultimi sviluppi
della vicenda Campidoglio.
Vinte le elezioni a Roma a furor di popolo in nome della trasparenza
e dell’onestà, la Sindaca Raggi si è dimostrata all’altezza degli avversari che
criticava. Non discutiamo la scelta, a volte imbarazzante dei suoi
collaboratori, ma aver mentito sapendo di mentire , questa proprio non la
buttiamo giù. Aver sostenuto fortemente un’assessora e averla protetta al limite
della menzogna pubblica, francamente è troppo. Da una Sindaca ci aspetteremmo
correttezza istituzionale e linearità di condotta nel solco dell’onestà e della
trasparenza. Non vogliamo tirare giudizi affrettati, ma non ci sembra che
finora la Sindaca abbia dimostrato di essere entrata nel ruolo. Ci dà l'impressione di una miracolata che non si rende ancora conto della grazia ricevuta.
Sfortunatamente
per lei, oltre ad essercene accorti noi ,popolo
notoriamente bue che viene interpellato solo in occasione delle elezioni
fatto salvo che subito dopo viene abbandonato a se stesso e ogni promessa fatta viene
dimenticata, se ne deve essere accorto il suo maggior azionista di riferimento che, atteso a Roma
prossimamente, non le risparmierà le tirate d’orecchia.
Sì, perché il M5S ormai, pur amministrando tante città, punta
su Roma per accreditarsi alla guida del governo nazionale. Brutta figura, per
non essere volgari, a Roma significa
inadeguatezza ad “upgradare” il proprio ruolo. Se poi ci accompagni che Luigino
Di Maio, come "affettuosamente" lo chiama il presidente campano De Luca, in
questa occasione ha mentito anche lui o ancora peggio non ha ben compreso la
gravità di quanto gli era stato messo sotto gli occhi, allora il M5S sta
proprio affondando .
Di una cosa siamo però contenti: non delle disavventure della
Raggi e Associati, ma che queste vicende,
che hanno coinvolto a vario titolo tutto il Movimento, ci abbiano restituito un Movimento più umano, più fragile, terreno
quasi vicino ai suoi maggiori competitor, i piddini del premier (che restano comunque e sempre i numeri uno). E questo ci
solleva.
Pensavamo di aver a che fare con un nucleo compatto di duri e puri,
invece, poverini, anche loro tengono famiglia
e quando possono si fanno i piacerini giusto per migliorare la propria
posizione economica e quant’altro, e soprattutto si fanno la guerra, con le fazioni o correnti di democristiana memoria.
Per questo ti ringraziamo. Sindaca Raggi..
Domenico Fischetto
Pubblichiamo un articolo apparso sul Mattino che ripercorre nel dettaglio la vicenda.
Roma, Raggi commissariata da M5S: via Muraro e De Dominicis, Grillo a Roma 4/25
OMERTÀ OMERTÀ
Il verdetto più pesante del vertice pentastellato è però quello che non è stato ufficialmente pronunciato: il processo a Luigi Di Maio messo sul banco degli imputati accanto alla sindaca. Entrambi sapevano, entrambi hanno taciuto? E' il nuovo grillismo omertoso? Con questo capo d'accusa il candidato in pectore a palazzo Chigi si è sentito inchiodato e accerchiato. Ha disdetto la sua partecipazione alla prima di Politics, su RaiTre. Mentre Di Battista annullava il suo coast to coast, girando il suo scooter verso la capitale, «torno, ci sono problemi».
Contro Di Maio tutti o quasi. Roberto Fico che non lo ha mai avuto troppo in simpatia. Ma anche Carla Ruocco furibonda per il modo in cui la Raggi costrinse alle dimissioni l'ex assessore al Bilancio Marcello Minenna, un suo protetto, e l'ex capo di Gabinetto Carla Raineri. La squadra che lei aveva spinto in Campidoglio e che si è trovata la strada sbarrata. Il primo aveva chiesto senza ottenerla l'assunzione con distacco di tre dirigenti Consob (Maria Boi, Mario Romeo e Stefano Fabrizo). La seconda il supporto di un avvocato, (Guido Cecinelli) che facesse da passpartout per aprirle le porte della burocrazia romana. Quando il rapporto con la sindaca è diventato incompatibile Minenna e Raineri hanno deciso di farsi da parte. La Ruocco aveva chiesto a Di Maio di intervenire ma il vice presidente della Camera aveva scelto di schierarsi con la Raggi.
RAGGI AL QUADRATO
«Non vorrai scaricarci tutta la colpa addosso», ha puntato il dito contro Di Maio la senatrice Paola Taverna, fino a ieri membro del mini-direttorio romano. All'incontro era presente anche Stefano Vignaroli, il principale sponsor di Paola Muraro. Di Maio, apparso provato, il volto scavato, ha incassato i colpi. Non ha reagito neanche quando una voce femminile ha urlato in modo che si sentisse anche fuori dalla porta, «qui se andiamo al governo rischiamo di ritrovarci con una Raggi al quadrato...». Il nome della sindaca trasformato in poco meno di un insulto la dice lunga sul clima. E non doveva essere migliore neanche l'atmosfera che si respirava a Milano nel quartier generale della Casaleggio. Si dice che Davide, l'erede del guru fondatore, l'abbia presa malissimo, che si sia sentito ingannato e che già oggi uscirà ufficialmente allo scoperto. Dirà cosa pensa ispirandosi alla parole del padre.
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