22 settembre 2016

DOPO IL NO ALLE OLIMPIADI, E' TEMPO DI GOVERNARE SUL SERIO.





Insomma è finita come ci auguravamo che finisse: Roma non sarà candidata ad organizzare le Olimpiadi nel 2024. L’annuncio è stato dato dalla Sindaca Raggi: chiare , semplici e documentate parole come doveva essere.

La questione Olimpiadi è stata tirata troppo a lungo e vista l’animosità con cui , specialmente da parte dei favorevoli, tale candidatura è stata sostenuta più di un legittimo sospetto ci viene in mente. Ma non vogliamo dare corpo a dietrologie.
Va bene così. Punto e accapo.

Ora la Sindaca , il suo ineffabile vice e tutta la Giunta comincino a lavorare sul serio e soprattutto completino la squadra di governo. Stiano  attenti a non inciampare più. Perchè statisticamente hanno superato la soglia degli errori imprevedibili e si stanno avvicinando pericolosamente a quelli causati  da improvvisazione ed incompetenza.

La città non si aspetta miracoli né tantomeno cose eclatanti. Il lavoro ben fatto giorno per giorno, a testa bassa , senza clamore e senza le luci della ribalta possono portare al raggiungimento di  risultati importanti. Certo la pressione mediatica è forte, e specialmente adesso dopo il No alla candidatura. Ma quando uno governa certe cose se le deve aspettare, fanno parte del gioco. E lo deve sapere bene soprattutto chi ha fatto della trasparenza , dell’onestà e del rigore le sue parole d’ordine. Bisogna ora superare quella diffidenza che è scaturita a seguito di tutte queste incertezze e balbettii a cui abbiamo assistito in questi tre mesi di governo del Campidoglio. Bisogna recuperare la fiducia.

Secondo noi  hanno ancora abbastanza  filo da tessere e noi romani perdoniamo spesso e dimentichiamo volentieri se alla prova dei fatti uno dimostra di saperci fare. Non siamo né vendicativi né rancorosi. I banchi di prova sono tanti.
C’è l’imbarazzo della scelta. Forse andrebbe  migliorata la comunicazione .
 I monologhi su facebook vanno bene quando tutto fila liscio. Ma quando ti stanno per tirare giù dalla poltrona i sorrisetti di circostanza e le paroline dolci e ben educate non vanno più bene. Bisogna tirar fuori gli “attributi” e farsi sentire senza tante chiacchiere e giri di valzer. E allora andare per  municipi e organizzare delle sedute pubbliche, una volta si chiamavano comizi, in cui si parli  e si ascoltino i cittadini, potrebbe  essere un'idea . Ci rendiamo conto : Roma non è una piccola città. Ci vogliono energie, ci vuole tempo . Ma il cambiamento deve essere segnato anche da un cambio di rotta delle relazioni istituzioni/cittadini. I social vanno bene per le comunicazioni di servizio. Ma se devi parlare alla città allora devi incontrarla : mettendoci la faccia con il  sudore in fronte , la voce roca e magari con il capello scompigliato. E allora....coraggio.
FATECI VEDERE QUELLO CHE SAPETE FARE
 
Domenico Fischetto

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