Quarantadue anni fa la
Turchia invase Cipro “per difendere i turchi
ciprioti” dalla potenziale “sopraffazione “ da parte dei greco ciprioti. Fu un’
invasione illegittima dal punto di vista del diritto internazionale. Il territorio della Repubblica
di Cipro fu occupato stabilmente per il 32% della sua totalità dalle truppe turche. Nicosia , la capitale
dell’isola, fu divisa in due. Giovani vite furono sacrificate e molte madri
ancora adesso non hanno un luogo dove piangere i propri figli. 150.000 greci
ciprioti furono costretti a fuggire dalle loro case e a lasciare i propri
affetti per sfuggire alla mattanza turca. La comunità internazionale assistette
praticamente immobile a questo immane atto di violenza e di ingiustizia. L’aeroporto
di Nicosia, appena inaugurato, fu chiuso sotto l’egida dell’ONU. Da allora la
situazione non è cambiata. Lo stato fantoccio della Repubblica di Cipro Nord è
stata riconosciuto solo dalla Turchia. Gli stessi turchi ciprioti , lo
strumento di cui si servì la Turchia per l’invasione, ora sono in netta
minoranza rispetto ai turchi cd. neri
fatti forzatamente emigrare a Cipro dalla Anatolia. Le case , le terre dei
ciprioti che sono fuggiti sono arbitrariamente occupati da questa nuova
popolazione. Il paesaggio della fantomatica Repubblica di Cipro Nord è
desolante. Le chiese sono state trasformate in moschee, i grandi alberghi , di
cui Cipro era fiera, sono stati abbandonati, o riutilizzati per nuovi usi al
limite della legalità ( cliniche di vario genere). Famagusta, la terza città di
Cipro di allora, è stata abbandonata.
Ridotta ad una città fantasma .E la natura la sta avvolgendo tutta in un’atmosfera
spettrale.
I ciprioti oltre le
vibrate proteste internazionali e una flebile resistenza nulla poterono fare
per impedire questa ingiustizia. Sottolineata ogni giorno da una enorme
mezzaluna che è stata posta sulla sommità di una collina visibile da ogni dove.
Quasi un memento ai ciprioti che i turchi sono lì e che ci rimarranno per
sempre. I politici di Cipro, corrotti ed impreparati, non brillano certamente
per intelligenza strategica ma l’ingresso della Repubblica di Cipro fu una
mossa azzeccata: da un lato garantiva una protezione internazionale , dall’altra
poteva essere l’occasione , insieme all’Unione Europea, di battere i pugni sul
tavolo per il ritorno all’integrità dell’isola. Nulla di più sbagliato: l’Europa
non poteva inimicarsi la Turchia per il suo peso geopolitico ed economico per
fare contenta la piccola Cipro. Quindi , oltre ad una solidarietà di facciata,
l’atteggiamento europeo può essere riassunto nel classico “lasciare le cose al
loro posto”. senza disturbare il manovratore , in questo caso il neo sultano
Erdogan, utile all’Europa per il lavoro “sporco” che gli era stato affidato nei
confronti degli immigrati e dell’ISIS.
Ora che la situazione in Turchia, a causa del fallito colpo
di stato, è cambiata ed Erdogan ha buttato giù la maschera e mentre scriviamo rastrellamenti
ed arresti si susseguono a ritmo incalzante comprendendo categorie
professionali che nulla hanno a che vedere con il colpo di stato, è chiaro
anche ai più riottosi la via alla completa islamizzazione del Paese e il suo
allontanamento dall’Europa. Tutte le blandizie e gli “allisciamenti” dell’Europa
non sono serviti a nulla. La deriva autoritaria che era nell’aria , ha preso
definitivamente forma. E non è detto che sia finita qui.
La Repubblica di Cipro, che grazie all’inezia di una classe
politica impreparata ed arruffona finora non aveva mai alzato la voce in Europa,
adesso ha di nuovo un’occasione. La saprà cogliere?
Domenico Fischetto
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