20 luglio 2016

20 LUGLIO 1974 – 20 LUGLIO 2016 INVASIONE DI CIPRO


                                      La torre di controllo dell'aeroporto di Nicosia

 

Quarantadue anni fa  la Turchia invase Cipro  “per difendere i turchi ciprioti” dalla potenziale “sopraffazione “ da parte dei greco ciprioti. Fu un’ invasione illegittima dal punto di vista del diritto  internazionale. Il territorio della Repubblica di Cipro fu occupato stabilmente per il 32% della sua totalità  dalle truppe turche. Nicosia , la capitale dell’isola, fu divisa in due. Giovani vite furono sacrificate e molte madri ancora adesso non hanno un luogo dove piangere i propri figli. 150.000 greci ciprioti furono costretti a fuggire dalle loro case e a lasciare i propri affetti per sfuggire alla mattanza turca. La comunità internazionale assistette praticamente immobile a questo immane atto di violenza e di ingiustizia. L’aeroporto di Nicosia, appena inaugurato, fu chiuso sotto l’egida dell’ONU. Da allora la situazione non è cambiata. Lo stato fantoccio della Repubblica di Cipro Nord è stata riconosciuto solo dalla Turchia. Gli stessi turchi ciprioti , lo strumento di cui si servì la Turchia per l’invasione, ora sono in netta minoranza rispetto ai turchi  cd. neri fatti forzatamente emigrare a Cipro dalla Anatolia. Le case , le terre dei ciprioti che sono fuggiti sono arbitrariamente occupati da questa nuova popolazione. Il paesaggio della fantomatica Repubblica di Cipro Nord è desolante. Le chiese sono state trasformate in moschee, i grandi alberghi , di cui Cipro era fiera, sono stati abbandonati, o riutilizzati per nuovi usi al limite della legalità ( cliniche di vario genere). Famagusta, la terza città di  Cipro di allora, è stata abbandonata. Ridotta ad una città fantasma .E la natura la sta avvolgendo tutta in un’atmosfera spettrale.

I ciprioti  oltre le vibrate proteste internazionali e una flebile resistenza nulla poterono fare per impedire questa ingiustizia. Sottolineata ogni giorno da una enorme mezzaluna che è stata posta sulla sommità di una collina visibile da ogni dove. Quasi un memento ai ciprioti che i turchi sono lì e che ci rimarranno per sempre. I politici di Cipro, corrotti ed impreparati, non brillano certamente per intelligenza strategica ma l’ingresso della Repubblica di Cipro fu una mossa azzeccata: da un lato garantiva una protezione internazionale , dall’altra poteva essere l’occasione , insieme all’Unione Europea, di battere i pugni sul tavolo per il ritorno all’integrità dell’isola. Nulla di più sbagliato: l’Europa non poteva inimicarsi la Turchia per il suo peso geopolitico ed economico per fare contenta la piccola Cipro. Quindi , oltre ad una solidarietà di facciata, l’atteggiamento europeo può essere riassunto nel classico “lasciare le cose al loro posto”. senza disturbare il manovratore , in questo caso il neo sultano Erdogan, utile all’Europa per il lavoro “sporco” che gli era stato affidato nei confronti degli immigrati e dell’ISIS.

Ora che la situazione in Turchia, a causa del fallito colpo di stato, è cambiata ed Erdogan ha buttato giù la maschera e mentre scriviamo rastrellamenti ed arresti si susseguono a ritmo incalzante comprendendo categorie professionali che nulla hanno a che vedere con il colpo di stato, è chiaro anche ai più riottosi la via alla completa islamizzazione del Paese e il suo allontanamento dall’Europa. Tutte le blandizie e gli “allisciamenti” dell’Europa non sono serviti a nulla. La deriva autoritaria che era nell’aria , ha preso definitivamente forma. E non è detto che sia finita qui.

La Repubblica di Cipro, che grazie all’inezia di una classe politica impreparata ed arruffona finora non aveva mai alzato la voce in Europa, adesso ha di nuovo un’occasione. La saprà cogliere?

 

Domenico Fischetto

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