Ponte Garibaldi
Degrado,
sporcizia e abbandono: una zona franca nel cuore della città. Così appaiono gli
argini del Tevere popolato da senzatetto e disperati ai margini di una Roma
fuori controllo. Accampamenti improvvisati tra i rifiuti dove ha trovato la
morte il giovane 19enne americano del Winsconsin Beau Solomon Come
tutti i giovani stranieri affascinati dalla Città Eterna si era concesso una
serata a Trastevere dove è assolutamente alla portata di tutti divertirsi e
andare su di giri. Li vediamo spesso questi gruppi di stranieri vocianti e sorridenti, un po’ sotto l’effetto
dell’alcool, sciamare per le strade del quartiere con una bottiglia in mano
.Nulla di più naturale per la generazione dei millenials . Soltanto che il
pericolo è sempre in agguato e un minimo di prudenza non guasterebbe. E’ fin
troppo facile per chi ha cattive intenzioni carpire la fiducia di uno
straniero, giovane e magari un po’ alticcio .E ci può stare anche il furto
delle carte di credito , ci può stare anche la rapina, malgrado la città sia
blindata e spunta polizia e carabinieri in ogni dove. Ma uccidere è troppo. Un morte ingiusta come quella di Regeni, come quella delle vittime di Dacca, come tutte le vittime innocenti della follia umana.
Stroncare una giovane vita per futili motivi è un’atrocità che non ha
giustificazioni .Per questo gli assassini devono essere assicurati alla
giustizia, Perché episodi del genere non si ripetano.
Solo il Papa ha
avuto la pietas di ricevere i genitori del ragazzo e piangere insieme a loro la
sua morte. Nessun rappresentante del Comune di Roma, a quanto ci risulta.. Né tantomeno
sono stati presi provvedimenti per sanare una volta per tutte la zona franca sotto i ponti del
Tevere. Ma qui il discorso si allargherebbe troppo. L’impotenza dimostrata
dalle istituzioni su questo argomento è da manuale. Staremo a vedere cosa saprà
fare la nuova amministrazione.
Per quel poco che
può contare, Tre Righe si stringe intorno ai famigliari di Beau e chiede scusa,
anche a nome dei Romani.
Raffaele
Fischetto
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