3 luglio 2016

Il calabraghe delle associazioni ambientaliste:

Rimaniamo molto perplessi per questa presa di posizione delle associazioni ambientaliste più rappresentative che dà praticamente semaforo verde alle prossime Olimpiadi a Roma nel 2024. E' la prima volta in assoluto che si verifica un evento del genere, in controtendenza di come invece le associazioni ambientaliste si stanno  comportando  sullo stesso argomento in altre parti del mondo. Siamo molto delusi da questa presa di posizione . Ci sarebbe piaciuto che tale decisione fosse nata da un dibattito all'interno delle associazioni in questione , tra i soci. Invece una decisione del genere, importantissima, è stata presa in chiave dirigista senza sentire la base. Sarebbe facile lasciarsi andare ad ipotesi . Non è nel nostro stile. Noi pensiamo che hanno sbagliato, punto e basta.
L'ultima parola comunque sulle Olimpiadi a Roma nel 2024 spetta ai Romani con il referendum chiesto dai radicali . Su questa la Sindaca deve essere inflessibile. Poi le vogliamo vedere queste associazioni venire in piazza a spiegare le loro ragioni ed invitare i propri iscritti a votare SI.
 
D.F.
 
 
da Eddyburg.it
 
Olimpiadi, sì degli ecologisti “È possibile migliorare la città”
Il calabraghe delle associazioni ambientaliste: La corazzata Malagò-Montez...emolo ha affondato le barchette Italia nostra, Legambiente, WWF, Lipu, Greenpace. Viva viva i Grandi Eventi, il passato non insegna niente. La Repubblica, 2 luglio 2016
Gli ambientalisti appoggiano Roma 2024. Le principali associazioni italiane che si occupano di ecologia e sostenibilità, condividono i progetti sul territorio legati alla candidatura della capitale ai Giochi. Una posizione aperta, che non viene pregiudicata dalle perplessità su alcuni punti per i quali i “verdi” suggeriscono alternative. In un documento che Repubblica possiede in esclusiva, le indicazioni al Coni, il comitato olimpico nazionale, e al comitato organizzatore di Roma 2024 sul “gradimento” e l’opportunità degli interventi previsti dal dossier presentato nel febbraio scorso anche al Cio, il comitato olimpico internazionale. A sorpresa, i verdi dicono sì. Un atteggiamento inedito, collaborativo e persino ottimistico, di cui anche la neo sindaca Virginia Raggi non potrà non tenere conto.
Una svolta, anche rispetto al recente passato quando con la giunta Marino fu bocciato un punto cardine del programma, il villaggio a Tor di Quinto poi dirottato a Tor Vergata. Anche prima che il governo Monti ritirasse il suo appoggio per Roma 2020, le sigle ecologiste avevano manifestato più di qualche avversità. E due delle città concorrenti per l’edizione 2024 (Parigi, Los Angeles) incassano il no dei green. E allora, cos’è cambiato?
L’obiettivo e l’idea di base: riutilizzare, piuttosto che cementificare. Il presidente di Italia Nostra Marco Parini: «Se ben pensate, le Olimpiadi possono essere un’opportunità in termini di recupero di aree e manufatti abbandonati, di convivenza e valorizzazione della città piuttosto che di sfruttamento. Non abbiamo ancora parlato del nuovo stadio, sul quale le associazioni hanno espresso dubbi». Per il resto, la linea è condivisa scrivono gli ambientalisti: «Priorità al recupero di impianti esistenti, l’accessibilità a tutte le strutture attraverso il trasporto pubblico su ferro e percorsi ciclabili, la valorizzazione del fiume Tevere e dei beni culturali del territorio romano» scrivono Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente, Lipu e Wwf nel loro resoconto. Nessuna pregiudiziale. Semmai, aggiustamenti di tiro: «In particolare per il progetto di bacino remiero nell’area compresa tra l’autostrada Roma-Fiumicino, il fiume Tevere e la fiera di Roma: riteniamo che vi siano criticità ambientali rilevanti. La tutela del Tevere è infatti per noi una condizione irrinunciabile che ci ha portato, in passato, a condividere con il comitato l’opposizione al progetto di Villaggio Olimpico in un area a Roma nord, nella piana alluvionale del fiume. L’area prevista per il bacino remiero è all’interno della Riserva Statale del Litorale Romano e rappresenta uno degli ultimi ambiti ancora liberi dall’edificazione di una certa consistenza. Vi chiediamo pertanto di percorrere altre ipotesi, sia a Roma - ad esempio nella zona a Roma Nord, presso Passo Corese di proprietà del demanio militare - che in altri ambiti, come a Milano, dove si potrebbe recuperare l’idroscalo». Gli altri punti chiave del dossier: «Per il progetto di media-center a Saxa Rubra, condividiamo la scelta per la presenza della RAI e l’accessibilità su ferro, attraverso la linea Roma-Viterbo da potenziare. Invece, vediamo con preoccupazione la realizzazione di una parte degli interventi nell’area oggi libera prossima al fiume, che oltretutto il Piano Regolatore prevede a verde e dove anche il piano paesistico vigente interdice ogni edificazione. Piuttosto crediamo che sia da percorrere la strada di una riqualificazione delle aree limitrofe alla RAI, dove si potrebbero realizzare interventi coerenti con le previsioni del Piano Regolatore nell’ambito dell’operazione olimpica con minori costi e impatti ambientali».
Sull’area di Tor Vergata, appoggio totale: «Condividiamo la scelta di localizzazione del Villaggio Olimpico, perché consente di recuperare le vele di Calatrava oggi in abbandono, di portare la metropolitana in un’area di Roma che ne ha un gran bisogno e per l’impegno a riutilizzare gli edifici che ospiteranno gli atleti per alloggi universitari e legati all’ospedale. Siamo infine convinti che la candidatura debba connotarsi per l’eredità che lascerebbe ai cittadini in termini ambientali». Olimpiadi ecologiche e con memoria, da consegnare come nutrimento ai figli.
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