21 luglio 2016

CASO CUCCHI:AGGIORNAMENTO PETIZIONE

ATTENZIONE, IMMAGINE FORTE. Ma questa è una denuncia.


 
20 lug 2016 — Avevo pubblicato su Facebook un post con la foto del corpo martoriato di mio fratello. Facebook mi ha chiesto di rimuoverla, probabilmente sarà stata segnalata. In passato quella foto l'avevo già pubblicata. Evidentemente oggi da più fastidio di prima.

Ripubblico, condivido. Condividete. Questa non è violazione della policy: questa è una denuncia.

L'immagine è qui, a questo link: http://imagizer.imageshack.us/a/img921/5176/0sm2zL.jpg

È forte, me ne rendo conto, quindi non apritela se non ve la sentite. Quella foto fa vergognare. Perché quella foto racconta la verità. Senza bisogno di parole. È quello che ho avuto davanti agli occhi sette anni fa, in quella sala dell'obitorio dove ho dato l'addio a mio fratello. Quella foto dice come è morto Stefano.

Insieme stiamo lottando perché non accada più a nessuno quello che è successo a mio fratello. Perché l’Italia introduca il reato di tortura. Perché il martoriare e abbandonare qualcuno, che sia nelle mani dello Stato o meno, non sia possibile. Perché venga perseguito e punito. Perché quello che è accaduto a Genova 15 anni fa, durante il G8 del 2001, non accada mai più.

Secondo la giustizia Stefano era già così. Tu eri già così, Stefano. Lo sei sempre stato. Noi non ce ne siamo mai accorti ma non abbiamo colpe perché in fin dei conti tu eri già così. Eri già morto quando stavi con noi alla tua ultima festa di compleanno, eri già morto quando ti hanno visto il giorno prima del tuo arresto varcare la soglia degli uffici del Comune e della Provincia.

Eri già morto quando ti hanno visto correre ed allenarti 4 ore prima del tuo arresto.
Eri già morto quando ti hanno arrestato. Non se ne era accorto nessuno. Magari sei deperito e dimagrito dopo morto. Magari diranno così. Ma tu sei sempre stato morto. Non se ne sono accorti solo i periti Cattaneo, Iachipino e Grandi.

L'altra notte ho avuto un incubo. Ho sognato che mi tagliavano gambe e braccia.
Ma questo è successo il 22 ottobre del 2009.

Mi sono rimasti però occhi per vedere, testa per capire e cuore per amare.
Mio fratello è un classico caso di malagiustizia: ma non perché è stato pestato violentemente dopo il suo arresto, non perché dopo non è stato curato all'ospedale Pertini. Lo è perché non si deve mai arrestare un morto. Mai.

Continuiamo a lottare insieme per cambiare tutto questo. Possiamo farlo. Condividete. Il disegno di legge sul reato di tortura è in Senato, ma rimandato a data da destinarsi.

Facciamoci sentire, facciamo in modo che non cada nel vuoto.

Ilaria Cucchi

Nessun commento:

Posta un commento