Stamattina all'alba ho seguito l'intervento in diretta di Sanders.
La gente lo ha accolto alzando il cartello per il futuro in cui credere ("the future to believe in")
Parlava della disuguaglianza che sta dividendo l'America. Del 10 per cento dei ricchi che ha incassato l' 85 per cento degli utili generati negli Usa. Dei 47 milioni di poveri che rimangono poveri anche se lavorano 40 ore a settimana. Della donna con la figlia piccola che gli ha detto che si spezza la schiena nella ditta di pulizie, ma non ha i soldi per vivere. Dei finanziamenti arrivati da queste persone con una media di 27 dollari a testa, tutti sudati, che valgono più degli assegnoni delle lobby. La gente di tutte le etnie lo ha interrotto di applausi.
"Questa volta non è un'elezione, ma la scelta di che America vogliamo. Contro chi vuole dividerci, insultando afro-americani, mussulmani, donne, latinos, poveri. Contro chi vuole liberalizzare il prezzo minimo per un'ora di lavoro, portando alla miseria altre persone." Le telecamere inquadravano il pubblico, che non riusciva a sedersi. I giovani erano i più scatenati.
Voglio un Sanders anch'io. Qui. In Italia. Che si batta contro la disuguaglianza e l'abrogazione del futuro.
La speranza è l'anima della lotta.
Massimo Marnetto
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