Sta per tenersi la riunione dei gruppi parlamentari di LeU,
per decidere se votare la fiducia a Cottarelli.
Dopo il mutismo, la scomparsa dai radar che ha caratterizzato il gruppo dirigente di LeU
e con esso degli eletti che appartengono ad Articolo 1, di cui sabato scorso
Grasso si è scusato pubblicamente al Marriott, adesso è arrivato il Rodano.
Dobbiamo saltare.
Sulle vicende degli ultimi giorni sottoscrivo interamente le
posizioni di Massimo Villone (Manifesto
del 27 maggio), Marco Revelli (Fatto
quotidiano 27 maggio), Stefano Fassina e Lucrezia Ricchiuti (Facebook, 28 maggio). Non occorre
aggiungere altro.
Quanto ai prossimi passaggi parlamentari, lo scrivo chiaro:
dare la fiducia – in un abbraccio di responsabilità istituzionale con il PD – sarebbe francamente disperante e suicida.
L’attacco violento e sconclusionato delle destre e del
Movimento 5 stelle a Mattarella non può distoglierci dalla posta in gioco: Cottarelli rappresenta il vecchio
sistema dell’austerity che contrasta
politiche sociali avanzate e progressive.
LeU e Articolo 1 sono per l’intervento dello Stato nell’economia,
per politiche pubbliche attive,
per gli investimenti produttivi e
strategici e per reintrodurre le garanzie del lavoro.
Cottarelli non rappresenta questi valori.
Guai a noi se qualcuno pensa che vi sia
qualcosa di recuperabile a livello
nazionale con il Partito democratico, per esempio con Cuperlo e Andrea
Orlando.
Ricordiamoci sempre, tutti i giorni e tutte le ore, che si
tratta delle persone che ci hanno accusato di essere scappati e di non aver fatto
la lotta “da dentro”.
Il PD è un partito morto e noi dobbiamo starne lontani. Renzi
è colui che ci ha portato sul ciglio di questo baratro. E guai se qualcuno
pensa di conservare un posticino in lista con il PD. Sarebbe peggio di un
crimine, sarebbe un errore. Nessuno di LeU che si presentasse con il PD sarebbe
rieletto.
La nostra missione è invece dire che se la politica serve è perché progetta un
cambiamento in meglio e costruisce una prospettiva.
Noi dobbiamo tornare tra le persone a parlare di scuola e
università, di sanità pubblica, di diritti come l’aborto negato (a proposito,
perché nessuno di noi ha salutato con la soddisfazione che meritava la vittoria
storica in Irlanda?), di morti sul lavoro, di ambiente.
Cottarelli? Proprio no, grazie!!
Giorgio Fanti
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