11 maggio 2018
Dai giornali di oggi 11 maggio
M5S-Lega, primo accordo sul programma (Corriere), ma Salvini e Di Maio hanno un problema: manca il premier (Repubblica). I due leader potrebbero essere ministri, per la guida del governo il “nome terzo” potrebbe essere quello di Giampiero Massolo, diplomatico di lungo corso, già capo del Dis, ora presidente di Fincantieri (Stampa, Corriere e altri). Un curriculum di assoluta garanzia per il Capo dello Stato, Bruxelles e le cancellerie mondiali, scrive la Stampa. Belpietro, sulla Verità lancia un’altra soluzione: “Fate premier la Meloni”. Mattarella dà più tempo per trattare – l’incarico con riserva potrebbe essere affidato lunedì - ma reclama l’ultima parola su Ue, alleanze e squadra (Stampa). Dal capo dello Stato duro richiamo ai populisti: “Sottrarsi ai particolarismi senza futuro e a una narrativa sovranista pronta a proporre soluzione tanto seducenti quanto inattuabili” (Sole e tutti). I partiti non potranno presentarsi al Colle con un pacchetto “chiuso” di nomi per i ministeri chiave. “Il presidente della Repubblica non sarà inerte sui nomi e le leggi” dice il presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli a Avvenire. “Nel governo massimo 20 ministri – dice al Corriere il consigliere di Di Maio Vincenzo Spadafora – Per il premier una delle ipotesi è individuare un nome terzo che abbia un profilo autorevole, di garanzia per i cittadini e per i partner internazionali”. “Flat tax e reddito di cittadinanza saranno nel patto, li realizzeremo nel 2019”, dice Spadafora: “Il contratto di governo sarà molto preciso e guarderà alla concretezza dei temi e alle azioni da realizzare. Berlusconi non ha chiesto nulla: lo ha dichiarato lui stesso: prendiamo atto del suo gesto di responsabilità, per noi vale questo”. Quanto all’Europa “la nostra posizione che è anche quella della Lega è che vogliamo restare nell’euro e nell’Europa. Ribadiamo però la necessità di mettere in discussione alcuni trattati e di avere una posizione politica autorevole da Paese importante quale siamo”. Tra i punti già condivisi dell’intesa ci sono reddito di cittadinanza, flat tax, stretta sull’immigrazione, revisione della legge Fornero. Resta da sciogliere il nodo del conflitto di interessi. Non è chiaro neppure se Di Maio e Salvini saranno nel governo da ministri o resteranno fuori. Meloni avverte: “Il nostro sostegno al governo dipende da chi farà il presidente del Consiglio” (Repubblica). Romani a QN: “Saremo all’opposizione e non sarà un’opposizione benevola, ma costruttiva. Incalzeremo il governo sui temi cari al centrodestra e faremo sentire la nostra voce. Grazie a questo governo Forza Italia avrà tempo per ritrovare se stessa, le proprie radici e forse anche il proprio futuro. Berlusconi è ancora centrale nel sistema politico italiano”. Su Giornale, Corriere e Stampa la rabbia della base contro Di Maio e Salvini: “Non vi votiamo più” (Giornale).
Libero contro Di Maio:”Giù le brache e tutti le calano”. Il Fatto contro Berlusconi: in prima pagina il decalogo proposto a M5S e Lega per archiviare il Cavaliere. In cima alla lista una legge che stabilisca l’ineleggibilità per chi possiede mass media, carcere vero per evasori e frodatori fiscali, stop alla norma-bavaglio del Pd sulle intercettazione, niente guida a Fi per le commissioni Rai, mafia e Servizi. E per combattere la corruzione prevedere l’impiego di agenti sotto copertura
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