Berlusconi riabilitato dal Tribunale di sorveglianza di Milano: cancellati gli effetti della legge Severino, il leader di Forza Italia potrà di nuovo correre alle elezioni. Il provvedimento è già esecutivo, scrive il Corriere. L’ex premier centra così l’obiettivo di potersi candidare personalmente in caso di nuove elezioni. Ieri a tenere banco il suo affondo contro Di Maio e Salvini, poi parzialmente smentito: “Speriamo che questi due non vadano avanti perché mettono la patrimoniale” (Corriere, QN e tutti).
Intanto tra M5S e Lega trattativa di nuovo in salita, su premier e ministri: un nome terzo non si trova, Di Maio rivendica per sé la premiership – “Io premier, o si va troppo a destra” - Casaleggio conferma che sul contratto di governo ci sarà un voto on line tra gli iscritti e che sarà determinante, e questo non piace alla Lega. Scartata l’idea di una staffetta tra i due leader, si riparla di Di Maio premier marcato da Giorgetti, con Salvini al Viminale (Giornale). I tempi si allungano, Mattarella pronto a concedere altro tempo ma con un preciso richiamo alla prassi: prima il nome del premier poi la lista dei ministri. Oggi nuovo incontro tra Salvini e Di Maio al Pirellone a Milano: 48 ore per chiudere l’accordo (Sole, Stampa). Critico il Messaggero: sbagliato preferire Milano alla Capitale.
Da Di Maio ieri abboccamento anche con la Meloni, ma Fdi resta alla finestra. “Ci volevano al governo ma solo a patto che il premier fosse Di Maio o un 5 Stelle, perché sono troppo di destra – dice la Meloni – A Luigi gli ho detto: te voglio bene, ma io con te premier che mi dici che sono troppo di destra?”. Diversa la versione dei 5Stelle: “Mai offerto governo a Fdi, abbiamo parlato di appoggio esterno. Ma lei voleva il ministero della Difesa”. Pronta all’opposizione al governo grillo-leghista anche Forza Italia. Bernini: “Ci preoccupa lo sforamento dei conti pubblici e la deriva giustizialista. Salvini resta un alleato ma sulla sua attività di governo risponderà davanti al Paese”. Più possibilista Toti, che al Corriere dice: “Non c’è alcun preconcetto: Forza Italia valuterà lunedì se dare o meno la fiducia al nuovo governo. Lo faremo in base a programmi e nomi”. Tajani a QN: “Forza Italia non sostiene questo governo, da Berlusconi nessun lasciapassare. Noi siamo fuori, siamo all’opposizione, poi vedremo se ci sono provvedimenti che vanno nell’interesse dell’Italia. L’unità del centrodestra però deve rimanere”.
Il governo giallo-verde divide tormenta anche la sinistra. Spiazzati quelli che volevano un governo Pd-M5S. De Masi: “Il governo che sta per nascere è più a destra di Scelba” (Corriere). “L’intesa Lega-M5S è rischiosa – dice Floris al Fatto – Se il governo si farà vedremo scontrarsi con la complessità del Paese chi ha vinto le elezioni semplificando. I loro programmi hanno costi difficilmente sostenibili e non sono tutti condivisibili”. Sulla Stampa parla Delrio: “Il governo delle destre è un pericolo per il Paese. Nei loro conciliaboli sul contratto lavoro e imprese non esistono. Sono populisti e tendenzialmente influenzati alla destra nazionalista, sovranista e antieuropeista. Saremo radicali, non pensino di trovare un’opposizione moderata”.
Su Corriere il sondaggio di Pagnoncelli che dà in ascesa la popolarità di Salvini (dal 38 al 46%) e di Di Maio (dal 32 al 37%) ma che di fronte alle trattative di queste settimane vede premiare Salvini (con lui il 92% della Lega) e punire Di Maio (giudizio positivo solo dal 37%). Nel sondaggio Swg del Messaggero il 49% degli italiani ritiene giusto e auspicabile il governo Lega-M5S (36% i contrari), un’intesa che vede favorevoli anche le rispettive basi (più la lega che i grillini). Ma Di Maio perde appeal nella base, mentre Salvini la guadagna.
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