In Italia, una società sfilacciata più che altrove, ha costituito humus (con molto stallatico) adatto alla crescita nel tempo (senza che ce ne accorgessimo) e, alla fine, all’emergere prepotente di nani che non hanno avuto la capacità di arrampicarsi sulle spalle di nessuno.
Non faccio distinzioni. Ci stanno dentro proprio tutti.
Ho un rimpianto: aver votato per LeU, nella errata convinzione che responsabilità volesse il mio voto.Non era vero.
Dubito che il PD si possa riprendere. Parlo del PD come rappresentante – nel pensiero di molti e nel “fermo immagine” dei commentatori politici – della sinistra riformista. In questo ruolo, essendoci avvicinati un poco all’Europa (anzi, essendosi l’Europa abbastanza sgretolata da avvicinarsi a noi) il suo destino è segnato come in Francia, Germania e quasi ovunque (eccezione confermata dal Portogallo che ha una storia ancora più singolare della nostra): Tende a zero.
Se invece lo si considera per quello che ormai è, cioè un partito centrista al seguito di un capo più o meno carismatico, allora Renzi potrebbe diventare il leader del ceto medio e della residua borghesia, riuscendo dove Berlusconi ha miseramente fallito.
Per fare questo dovrebbe cancellare il logo (altro non è) della sinistra (che ha avuto una mortale crisi di identità) e proporre il PD come il nuovo paladino della “conservazione riformista” e della “moderazione”.
Secondo me sarebbe l’apparire di una crisalide che abbandona un bozzolo ormai strappato e inservibile.
Mentre sono convinto che Berlusconi non possa risorgere, penso che Renzi ce la potrebbe fare.
Poichè il potere reale non è nelle mani della politica, cui sono rimasti pochi spazi di manovra, il liberismo internazionale sarebbe felicissimo di un piccolo o grande Macron italico che come i cosiddetti “grandi” d’Europa, incarni la maschera democratica della finanza . Il sistema dominante eviterebbe così di dover addomesticare le finte ribellioni del possibile governo giallo verde, cui consentirà poco spazio e poco tempo,
Dico tutto questo senza nessuna allegria,ma, da tempo ho perso la speranza di vedere il crollo di questo sistema annunciato da così tanti segnali.
Per di più comincio a perdere la speranza che un’utopia davvero democratica sia di questa terra.
Umberto Pradella
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