6 maggio 2018

Dai giornali di oggi 6 maggio


Di Maio ritenta l’intesa con la Lega: “Sono pronto a sacrificare la premiership”. Per Stampa, Corriere e Repubblica il leader Cinque Stelle avrebbe offerto il suo “passo di lato” a Salvini pur di arrivare a un governo con la Lega. Ma resta la condizione di sempre, ovvero che Salvini si liberi di Berlusconi. Ora servirà un “terzo nome” che garantisca entrambi, con Di Maio che chiede per sé un ministero per realizzare il reddito di cittadinanza. Quanto a Berlusconi, potrebbe dare l’appoggio esterno oppure valutare la proposta di governo di tregua di Mattarella, offrendo a Salvini l’occasione per rompere con lui: ipotesi, quest’ultima, più gradita a Di Maio e Salvini. L’incognita resta sempre Berlusconi.
Ufficialmente, Salvini propone invece di governo politico a tempo determinato: “Faccio io da garante per il centrodestra”, e Berlusconi in disparte. Ma il M5S non si fida. L’altra subordinata di Salvini,sostenuta anche dalla Meloni, è un governo di minoranza del centrodestra che cerchi i voti che mancano in Parlamento (Stampa). Ma al Colle si lavora a un governo del presidente: l’ipotesi è di un premier donna – la Stampa fa i nomi della direttrice del Cern Fabiola Gianotti, dell’economista Lucrezia Reichlin, della giudice costituzionale Marta Cartabia - e una squadra di super-tecnici. Anche QN parla di premier-donna, e oltre ai nomi della Reichlin e della Cartabia fa quello della presidente del Senato Casellati. Per il Fatto alla Casellati premier penserebbe Berlusconi, con l’appoggio dei renziani del Pd, ma Salvini difficilmente appoggerebbe un simile governo. Il Giornale parla invece di “carta coperta” di Mattarella: la ricerca si sarebbe ristretta al mondo del lavoro e dell’industria, il premier incaricato sarebbe un “big del Made in Italy”. Il Messaggero evoca invece esperti “tripartian”: Boeri, Cassese, Cottarelli, Giovannini, Tabellini, Massolo. Per il Corriere l’ipotesi del governo di tregua per arrivare a dicembre con la legge di Stabilità approvata si è fatta più debole e anche sul Colle si riaffaccia l’ipotesi di voto a ottobre. In ogni caso martedì darà l’incarico a un suo candidato offrendo ai partiti la responsabilità di sostenerlo. Prima però parlerà agli italiani e motiverà la sua scelta (Messaggero). Stasera vertice ad Arcore tra Berlusconi, Salvini e Meloni.
Meloni al Corriere e al Messaggero: “Il centrodestra chieda al Capo dello Stato un mandato pieno, per verificare in Parlamento sia possibile trovare una maggioranza su un programma di alcuni punti. Io credo che, una volta nato, un governo serio che voglia muoversi su lavoro, sicurezza, tasse, stop all’immigrazione clandestina possa ottenere consensi”. Quanto al Pd “non lo riporteremo al governo. Ma se singoli parlamentari vorranno sostenerci…”. Viceversa “non ci saranno i voti di Fdi a un governo tecnico: all’Italia non serve un governo di tregua, serve un governo di battaglia”. Di diverso avviso Martina, che al Corriere dice: “Pronti a supportare il capo dello Stato e a dire sì a un governo del presidente. Serve responsabilità, nessuno può chiamarsi fuori”. Quanto al Pd “non credo alla scissione ma non sottovaluto il momento. Il Pd ha bisogno di una riprogettazione profonda”. Per la Stampa il Pd è pronto ad aprire un governo istituzionale con i voti del centrodestra.
Cacciari al Fatto: “Lo stallo è totale: Di Maio e Salvini sono vincitori fasulli e il Pd ormai è una farsa. Cosa farà Mattarella domani? Trovare una soluzione è quasi impossibile: dovendo dare l’incarico a qualcuno potrebbe scegliere la presidente del Senato. Riandare alle elezioni con ancora Gentiloni premier sarebbe poco serio”. Maroni al Corriere: “Meglio un Gentiloni-bis per fare una nuova legge elettorale, col doppio turno e col premio di maggioranza al partito e non alla coalizione e poi a ottobre tornare al voto. Sarebbe davvero la nascita della terza Repubblica”. La sfida sarebbe tra un centrodestra unito in un unico partito e il M5S: “Bravo Salvini a non rompere l’alleanza con Forza Italia”.
Nel Pd parte la scalata al partito, si preparano Sala a Milano e Zingaretti a Roma (Giornale). Sul Messaggero la convention “del Fare” di Zingaretti: “Esporterà il modello Lazio”. E tenta la svolta a sinistra: “Se c’è rabbia tra i rider delle pizze a 5 euro l’ora, noi dobbiamo stare lì vicino a loro” (Repubblica). Sala cerca “dieci personalità per il dopo Renzi”. Gentiloni si tiene fuori dalla contesa e ribadisce il sostegno a Martina: stasera sarà in tv da Fazio (Messaggero). Per il premier uscente ultima polemica, sulla frase sul bisogno che l’Italia ha di migranti, sul piano demografico. Salvini: “Chiamate un medico” (Messaggero e tutti). Libero: Gentiloni fuori di melone. Non c’è da stupirsi se poi Salvini cresce.

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