29 maggio 2018
Dai giornali di oggi 29 maggio
Governo, incarico a Cottarelli, ma non ha i numeri: elezioni dopo
l'estate (Messaggero p.2). L'economista al lavoro per formare un
esecutivo snello. Pronti 12 ministri per 4 mesi (Stampa p.2): oggi la
lista, domani si giura. Fi non darà la fiducia, anche il Pd verso il
“no” o l'astensione: in arrivo un record di “no” alla fiducia. E il Sole
(p.5) avverte: senza fiducia più vicino l'aumento Iva, per evitarlo
serve un accordo tra i partiti e una procedura ad hoc. Per la squadra di
governo, ipotesi Tronca all'Interno e Belloni agli Esteri (Messaggero).
L'Economia potrebbe andare allo stesso Cottarelli, per la squadra di
governo di fanno i nomi anche di Cantone e Moavero (Corriere p.6). Ma
torna l'ipotesi di elezioni in agosto, che comporterebbero il rischio
dell'esercizio provvisorio (Repubblica p.4). L'agenda corta
dell'esecutivo Cottarelli: stop all'Iva, tagli e nomine (Messaggero
p.3). In un decreto estivo potrebbero essere anticipate le misure
urgenti, come il blocco delle aliquote dell'imposta anche solo per 3-6 mesi.
Intanto, Lega e M5S mobilitano la piazza (su tutti) e parte l'assedio a
Mattarella, nei partiti è rebus sulla data delle elezioni (Sole p.4). Di
Maio chiama gli italiani a manifestare contro il Colle nella festa del 2
giugno (su tutti), il primo giugno manifestazione a favore di Mattarella
del Pd: clima da guerra (fredda) civile (Messaggero). L'ira dei sindaci
leghisti, che rimuovono le foto del presidente e restituiscono le
tessere elettorali (Stampa p.5 e tutti). Il Colle, deluso da Di Maio:
“Da lui la fiera delle bugie” (Stampa p.3). E liquida l'impeachment: un
boomerang (Messaggero p.4).
Di fronte a quanto successo e allo scontro con il Colle, il garante del
M5S, Beppe Grillo, scrive sul Fatto (in prima e p.5): “Stiamo calmi, è
solo la Politica e finalmente si torna a parlarne”. Intanto, Di Maio
sceglie l'alleanza con la Lega. E ordina: “Non parlate male di Salvini”
(Stampa p.6). Prosegue l'asse giallo-verde, mentre arriva la frenata
sull'impeachment (Messaggero p.6). In caso di patto M5S-Lega nei collegi
uninominali sarebbe “cappotto”, e secondo l'Istituto Cattaneo avrebbero
il 15% dei seggi in più (Corriere p.10). “Con la Lega difenderemo
l'Italia” dice Massimo Bugani al Fatto (p.5). Toninelli al Sole (p.4):
“Al voto con la Lega? Prematuro parlarne, avevamo fatto un lavoro serio
per dare un governo al Paese, ma pensato di uscire dall'euro”.
Salvini tentato dall'intesa con il M5S, prepara il divorzio a destra e
propone condizioni capestro per Berlusconi (Stampa p.6). Il contratto di
governo con il grillini resta valido, così come il nome di Savona per
l'Economia. Anche se per il Messaggero (p.7) si va avanti anche con il
fronte moderato per tenere agganciata Fi. Il numero due della Lega,
Giorgetti al Corriere (p.8): “Governeremo dal Parlamento”. E a
Repubblica (p.10) prosegue: “Non credo il Colle abbia fatto mai il mio
nome per l'Economia. Savona rappresentava il dna di questo governo, ma
la strategia non era di uscire dall'euro”. Repubblica (p.3) attacca la
Lega e parla di “grande inganno” di Salvini, che ha spinto per il
fallimento pilotato che copriva il piano No euro. Intanto, Savona a MF
(p.3) si difende: “Sono stato messo sotto accusa per qualcosa che non ho
detto. Da parte del capo dello Stato ho subito un grave torto”. A
Repubblica (p.11) è Giuseppe Conte a parlare: “Ho avuto un colloquio con
Savona, da cui sono uscito rassicurato: era funzionale al nostro
progetto politico, ma di uscita dall'euro non si era mai parlato”.
Sondaggi, in caso di ritorno alle urne, le rilevazioni Swg per il
Messsaggero (p.11) vedono l'ascesa al 27% della Lega, mentre il M5S
sarebbe al 29%. Pd in lieve crescita, mentre Fi crollerebbe all'8%. Il
sondaggio su Cottarelli premier vede il gradimento solo del 40% degli
italiani, mentre il 60% non è d'accordo con la scelta di Mattarella su
Savona. Per Mannheimer (Giornale p.6) 6 italiani su 10 criticano
l'operato del Colle.
Della posizione di Leu su Cottarelli parla il Manifesto, in un articolo sul Pd della Preziosi: parla di una discussione aperta sulla fiducia, alla fine da per probabile un'astensione. Mdp spinge per la coalizione di sinistra. La Preziosi non dice con chi
La Meli sul Corriere parla dell'idea di Calenda del "Fronte repubblicano". Al quale dovrebbe partecipare anche "la parte più moderata di Leu". Paolo Cento dichiara che se ci fosse l'alleanza M5s Lega non direbbe di no nenache a Berlusconi.
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