Ogni
tanto anche in questa Italia, anche nella città di Roma e anche in un ambito
complicato e difficile come la ricerca ci possono essere buone notizie, per di
più notizie riferite a giovani.
Finalmente
si è aperto il processo di stabilizzazione per 2.700 lavoratrici e lavoratori
precari del Consiglio Nazionale delle
Ricerche.
Questo
primo positivo passo è frutto di una forte mobilitazione che ha coinvolto non
solo ricercatrici e ricercatori ma tutto il personale precario del CNR, durata
mesi e culminata con l’occupazione di Istituti, Aree della ricerca in tutta
Italia nel novembre del 2017.
Di questa lotta ne avevamo
già scritto su “TRE RIGHE”, proprio nel momento in cui lo scontro si faceva più
acuto cioè quando la Sede Centrale del CNR a Piazzale Aldo Moro a Roma veniva
occupata.
Lo
scontro riguardava il
diritto all’assunzione di precari della PA offerto dalla Legge Madia sul Pubblico Impiego, secondo determinati
requisiti. Nonostante questo
fondamentale diritto, i precari della ricerca hanno dovuto combattere contro il
governo per i finanziamenti irrisori e contro lo stesso Presidente dell’Ente
per le inaccettabili interpretazioni delle norme della Legge Madia.
Ora finalmente con le risorse
stanziate nell’ultima Legge di Bilancio 2018 e ripartite con il recente DPCM
dell’11 aprile u.s., l’Ente intende immettere in ruolo entro l’anno in corso un
primo blocco di 1.200 precari. Contestualmente
l’Amministrazione dell’Ente si è impegnata a prorogare fino al 2020 quei
contratti che non rientreranno nella stabilizzazione 2018.
E’
chiaro che quello delle risorse è il nodo centrale da seguire e controllare per raggiungere l’obiettivo di stabilizzare tutti
i precari in possesso dei requisiti “Madia” entro il 2020.
In ogni
caso, quanto raggiunto è un primo fondamentale e importante passo per il
superamento del precariato nella PA fino alla stabilizzazione di TUTTI coloro
che ne hanno diritto.
Rossella
Cossu
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