14 maggio 2018
Dai giornali di oggi 14 maggio
Governo, trattativa nella notte tra Lega e M5S sul premier: accordo alla
prova del Colle, ma manca ancora il capo di governo e Di Maio si rimette
in pista (Repubblica p.2). “Pronti a riferire su tutto” hanno detto i
due leader a Mattarella, che li accoglierà oggi (su tutti). Bruciata
l'ipotesi Di Battista per Palazzo Chigi (Corriere p.3), si ragiona su un
nome “terzo”, ma sarà un premier politico (Messaggero p.2). Vago e
Tremonti tra i papabili (Messaggero p.3). QN ipotizza invece un ticket
Giorgetti-Fraccaro. Secondo il Giornale (p.2) Mattarella avrebbe già
pronto il “jolly” nel caso il nome proposto non lo convincesse. Nel
nuovo governo, sempre più forti le voci che vorrebbero Di Maio e Salvini
nel ruolo di vice premier, con il leader 5S che punta agli Esteri e
segretario leghista al Viminale (Corriere e altri), ma per la Stampa
(p.5) gli Interni rappresentano uno snodo centrale del potere italiano,
a cui Mattarella dedicherà un'attenzione speciale.
Repubblica (p.6) analizza i numeri del governo giallo-verde: solo sei i
voti di margine in Senato. A Palazzo Madama, infatti, la somma dei
senatori di Lega e M5S è 167, solamente 6 più della soglia di
sopravvivenza, e i numeri potrebbero essere ancora più risicati in caso
di nomina a ministri di grillini o leghisti eletti. Alla Camera sono 30
i seggi di “vantaggio” sulla soglia della maggioranza.
Tutti i quotidiani si concentrano sul contratto di governo. Accordo sui
temi chiave, ma si tratta ancora su banche ed immigrati: vincolo di
mandato e chiusura dei campi rom irregolari già inseriti nel testo,
previsti anche un taglio dei parlamentati e i due nuovi dicasteri su
Turismo e Disabili (Stampa p.6). Ma la chiusura del programma sarebbe
stata rinviata a causa di attriti su opere, sicurezza e migranti
(Repubblica p.4 e altri). Dal Tav alla Pedemontana, si litiga sulle
grandi opere del Nord (Stampa p.7). Intanto, Messaggero (p.7) sottolinea
l'assenza di un piano strategico per il Sud. Latorre sul Messaggero
evidenzia come sia necessario tenere alta l'attenzione sul tema delle
migrazioni: bisogna capire con quale posizione e con quali alleanze ci
si affaccia al tavolo europeo, vista la presenza di Paesi “sovranisti”
come il gruppo Visegrag, che vorrebbero rendere il trattato di Dublino
ancora più penalizzante per i Paesi di prima accoglienza come l'Italia.
E sul dialogo con l'Ue, Munchau sul Financial Times scrive: Lega e 5S
fino a poco tempo fa erano profondamente euroscettici, ora sembrano
cauti sulla possibile uscita dall'euro, anche se nessuno dei problemi
dell'Italia in Ue è stato risolto, per cui si può pensare ad una
retromarcia tattica.
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