18 ottobre 2016

RITRATTI DI GIOVANI IMMIGRATI

 
Gian Carlo Marchesini è volontario presso la Casa Famiglia del Protettorato di S.Giuseppe. Un'esperienza unica che lui ci trasmette attraverso le sue note, la cui lettura  caldamente consigliamo ai tanti che chiacchierano a sproposito parlando di immigrazione o piuttosto ne parlano senza muovere un dito. Un'esperienza umana che arricchisce l'anima.
Pubblichiamo  alcuni dei ritratti tracciati da Marchesini dei ragazzi ospitati nella struttura di Via Nomentana. Ragazzi sfuggiti agli orrori della guerra, alle traversate nel Mediterraneo e a tanti soprusi . Accolti in una struttura che cerca di riportarli in una dimensione di normalità malgrado la lontananza dal  paese  di nascita e il distacco dai loro genitori, di dare loro  un'educazione , di accompagnarli nella crescita perché diventino dei cittadini responsabili.
Consigliamo una visita dell'Istituto ai consiglieri capitolini e alla giunta, tutti .Si potrebbero rendere conto di persona come gli italiani di buona volontà prestino la loro opera , il loro tempo ed anche il loro denaro in maniera disinteressata per dare assistenza e un po' di amore a questi ragazzi. Eviterebbero di dare quel triste spettacolo che hanno dato la settimana scorsa  nel corso del consiglio straordinario per l'emergenza migranti
Domenico Fischetto. 

 
 
Ahmed
 
Ahmed mi ha raccontato felice che stamattina il suo prof al Don Bosco, inaugurando l'anno scolastico, lo ha invitato accanto a lui sul palco, l'ha presentato a tutti per essere arrivato al terzo anno della media come esempio di risultato positivo nell'impegno. E poi gli ha chiesto di dare testimonianza della sua esperienza. Ahmed mi ha detto di essersi sentito felice delle lodi ma anche in imbarazzo, per cui si è affettato a dire con la voce spezzata qualcosa ma ha ricevuto comunque un grande applauso. Due anni fa, quando l'ho incontrato la prima volta al Protettorato appena arrivato dalla Sicilia, sapeva dire in italiano soltanto ciao.

Lamine

Lamine, che compirà 17 anni il primo gennaio dell'anno prossimo, è arrivato un anno fa dal Gambia dopo avere attraversato, prima ancora del canale di Sicilia su un barcone, mezza Africa a piedi. Ma Lamine è della razza dei Mandingo, e difficilmente molla. Ora, la mattina dalle otto all'una, va dai salesiani del Don Bosco per prendere il diploma di terza media - in realtà per imparare il minimo indispensabile di italiano. Il pomeriggio va al campo di calcio della Romulea per... allenarsi dalle 15 alle 19.00. Nelle sue ambiziose intenzioni - ma lui a calcio è veramente bravo - dovrebbe portarlo a giocare a Milano nella squadra giovanile dell'Inter, dove giocano altri amici suoi del Gambia. Lamine non beve e non fuma: è un Mandingo del Gambia, e quando ha deciso non molla di un millimetro. La settimana scorsa è andato insieme ai ragazzi delle case famiglia di Roma in udienza da Papa Francesco, e si è fatto con lui un selfie che mi mostra sul cellulare ridendo. Ma tu non sei musulmano? gli ho chiesto. Sì, mi ha risposto. Ma a me Papa Francesco sta simpatico. Vi confesso che io di essere amico di Lamine sono orgoglioso

Trilli

Trilli incarna uno di quegli scarti che ogni tanto la natura, per rivelarsi meglio, generosamente si inventa. Ha la bellezza e l'energia di una adolescente allegra e impetuosa, ma, per le conseguenze avverse di un vaccino, l'uso della parola è rimasto per lei quello di una bambina. Costituisce quindi per la famiglia e la scuola in cui è inserita un problema, ma quando sorride e ti abbraccia, lo fa con una tale dolcezza disarmante e disarmata da far capire che l'altra faccia della disabilità può anche essere la scoperta di una inaspettata dimensione di pura grazia.

Due dodicenni

Sono due dodicenni teneri, tosti e ribelli, due cerbiatti, due torelli. Si inseguono per le stanze trafelati, si azzuffano rabbiosi, si avvinghiano sdraiati sui divani ansimando stretti. Si respingono furiosi e poi si attirano famelici come magneti. Uno, zingaro olivastro e scuro come carbone notturno. L'altro, castano intenso come, inondato di sole, un bosco d'autunno. Si rotolano a terra così stretti che non si capisce se sono nemici feroci o famelicamente innamorati. Come siamo complessi e vitali noi umani. Così felicemente lo sanno esprimere solo gli adolescenti. Con una autenticità e ricchezza di cui noi adulti, normali e realizzati, spesso ci siamo scordati.

Mido,Mamhoud e Pamela

I capelli di Mido effervescenti e a cresta che, incorniciando i suoi occhi perennemente spalancati da cerbiatto, lo rendono simile a un sontuoso uccello esotico. I capelli neri, forti e folti di Mamhoud che fanno capire meglio quanto Donald Trump con il suo toupet fasullo sia patetico e ridicolo. Pamela che, per fuggire dalla baraonda divertente e caotica della festa, mi invita a bere un aperitivo in un bar di Piazza Istria. E lì si è sfogata raccontando quanto è dura fare l...a fidanzata di un uomo più grande che lavora duramente tutta la settimana. Poi, rientrati, nel salone delle feste dei Savoia, che fa da amplificatore perfetto alla musica araba sparata a tutta manetta, ho aiutato a tagliare la torta, ho cantato il ritornello augurale e mi sono prestato per la canonica foto. Decidendo di partecipare alla festa del compleanno di Nabil, non ho rinunciato a poco. Ad esempio a manifestare in Campidoglio contro inadeguatezze e ritardi dell'attuale Giunta.
 
Elena,Massimo e Lamine
 
Elena, zingarella di sei anni, gira per il cortile mostrando felice il braccio rotto in una caduta rovinosa e appena ingessato al pronto soccorso. Lo agita ridendo in aria come se fosse un trofeo. Che sia possibile essere costretti, pur di attirare l'attenzione, a usare un guaio? Massimo, che di anni ne ha dodici, dopo che gli ho detto di non poter uscire con lui al bar per mangiare un gelato - ma ero lì per i sedici anni di Nabil, e non mi pareva il caso di piantarlo in asso - ha cominciato rabbiosamente a bombardare di pallonate un muro che sembrava intenzionato ad abbatterlo. Lamine si è fatto male a un piede giocando a calcio, e gira comunque infaticabile e imperterrito a fare in cortile corse e giravolte con il monopattino. Ma a quale prodigioso serbatoio attingono bambini e ragazzi semi abbandonati energie che mai si consumano?
 
 

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