C'è qualcuno che ha letto o visto qualcosa sui giornali o in televisione sulla strage che si è compiuta il 2 ottobre in Etiopia? Inermi cittadini attaccati dalla polizia, morti nella calca cercando di sfuggire alle cariche della polizia? Ancora per un attimo avevamo pensato , poveri sciocchi, che l'Italia fosse un paese democratico , senza macchia, e che non ci lasciavamo impressionare dalla contemporanea presenza del capo di Stato etiope in Italia, Mulatu Teshome Wirtu, in visita di Stato, cioè a fare business e a bussare a cassa contemporaneamente (ormai il modello Turchia è un must). Figurarsi se il presidente Mattarella gli ha detto qualcosa, riteniamo per non turbare lo spirito di cordialità costruttiva della visita, come si dice in questi casi.
Vi rendete conto ci sono stati 175 morti. Ignorati! Lo so che c'è venuta la corteccia sullo stomaco (il pelo è ormai superato ) e non badiamo più alle cifre dei morti. Mentre consumiamo i pasti serali scorrono le immagini delle stragi ad Aleppo oppure degli annegamenti in mare dei disperati, figurarsi se ci avrebbe tolto l'appetito questa ennesima strage di innocenti. Anzi ci cominciano a mancare le teste mozzate dall' ISIS. Mattarella ci facesse comunque un piacere : visto che non è capace di dire le cose come stanno, la smettesse almeno di rendere omaggio alla tomba di Pertini. Lo fa rivoltare nella tomba.
Ieri il capo di Stato etiope, dopo aver incassato la solidarietà e i soldi dello Stato Italiano che vorremmo che qualcuno controllasse come vengono spesi, è andato a Milano , la capitale morale e commerciale a chiudere chissà quali affari. Non abbiamo dubbi che in questo caso i soldi investiti saranno monitorati. Business is business e " acca nisciuno è fessa", anche se tu fossi l'amico etiope di morettiana memoria.
Oggi invece incontrerà l'eterea neo sindaca di Roma. Vogliamo sperare che almeno lei dica qualcosa sulla strage. Che lo dica chiaramente, anche a rischio dell'incidente diplomatico. Lo dica al signor Presidente etiope che i romani condannano i metodi repressivi e fascisti della polizia etiope ed esprima solidarietà alle vittime.
Lo sappiamo sono solo parole, ma visto che la neo Sindaca finora ha prodotto solo queste, almeno per una volta le usasse per una buona causa.
E per questo, noi romani, la ringrazieremmo.
Domenico Fischetto
Per approfondire
Etiopia: strage a raduno religioso, testimone dice '175 morti'
Scanditi slogan antigovernativi, la polizia ha sparato e si è scatenato il panico
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Sarebbero 175, secondo un testimone, le persone morte nella calca durante l'annuale raduno religioso del popolo Oromia a Bishoftu, località a sud-est della capitale Addis Abeba, in Etiopia. Al festival partecipavano almeno due milioni di persone e alcune hanno cominciato a scandire slogan antigovernativi. La polizia ha sparato e si è scatenato il panico.
Il bilancio è stato reso noto con un twitter da Jawar Mohammed, direttore esecutivo di Oromia Media Network, aggiungendo che altre 120 persone sono state ricoverate nell'ospedale di Bishoftu, la località sulle rive del grande lago dove si tiene ogni anno la celebrazione religiosa. Sul sito di AfricaNews lo stesso Jawar Mohammed ha anche postato un video in cui si vede un elicottero sganciare sulla folla contenitori che l'autore delle riprese dice fossero pieni di gas lacrimogeno che ha contribuito a scatenare il panico.
Da mesi l'Etiopia è teatro di manifestazioni di protesta organizzate per chiedere più libertà al governo. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti si sono detti preoccupati per l'eccessivo uso della forza parte della polizia e dell'esercito contro i manifestanti.
Il bilancio è stato reso noto con un twitter da Jawar Mohammed, direttore esecutivo di Oromia Media Network, aggiungendo che altre 120 persone sono state ricoverate nell'ospedale di Bishoftu, la località sulle rive del grande lago dove si tiene ogni anno la celebrazione religiosa. Sul sito di AfricaNews lo stesso Jawar Mohammed ha anche postato un video in cui si vede un elicottero sganciare sulla folla contenitori che l'autore delle riprese dice fossero pieni di gas lacrimogeno che ha contribuito a scatenare il panico.
Da mesi l'Etiopia è teatro di manifestazioni di protesta organizzate per chiedere più libertà al governo. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti si sono detti preoccupati per l'eccessivo uso della forza parte della polizia e dell'esercito contro i manifestanti.
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