9 settembre 2017

Atac: Articolo Uno - Rm, “Salviamola e rilanciamola. Governo intervenga”

                                                            
 

“La priorità adesso è salvare Atac per rilanciare il servizio di trasporto pubblico locale nella capitale del Paese”. Così una nota di Articolo Uno – Mdp di Roma. “Abbiamo forti dubbi – prosegue la nota - che la scelta del concordato preventivo intrapresa dal M5s possa rappresentare la strada più appropriata a tale scopo. Preso atto di questa scelta è bene che si proceda seriamente per evitare pericolosi salti nel buio per i cittadini di Roma e i lavoratori dell’azienda. A tal fine occorre fare chiarezza fino in fondo sullo stato reale dei conti di Atac e allo stesso tempo mettere in campo un credibile piano industriale che preveda, attraverso nuovi e mirati investimenti, insieme a una feroce lotta agli sprechi, il rilancio del ruolo del trasporto pubblico locale nella nostra città. L’allungamento dei termini di scadenza del contratto di servizio è una precondizione affinché questo rilancio abbia un esito positivo. E’ in questo disegno che Articolo Uno – Mdp chiede la tutela dei livelli occupazionali e di quelli salariali”.  “Il degrado della capitale d’Italia, di cui tanto si legge sui giornali, si combatte attraverso il rilancio della più grande azienda di trasporto pubblico del Paese. E’ sulla base di questa esigenza che il governo nazionale non può che fare la sua parte fino in fondo, mettendo a disposizione le risorse necessarie alla buona riuscita di questa operazione come già accaduto in altri frangenti, da ultimo con il salvataggio dell’azienda di trasporto pubblico della regione Umbria. E Articolo Uno agirà in Parlamento per far valere queste ragioni”. “Analogamente la Regione Lazio si deve adoperare per intervenire nel risanamento e rilancio di Atac. Questa vicenda chiama in causa la responsabilità e la capacità di un’intera classe dirigente, locale e nazionale, a partire dalla giunta Raggi che finora non si è dimostrata all’altezza: nessuno può tirarsi indietro poiché ne va del destino e del ruolo della capitale del Paese”, conclude la nota.



Roma, 7 settembre 2017

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