4 settembre 2017

NON UCCIDETE BABBO NATALE. NON UCCIDETE LA FAMIGLIA.

 

Che Babbo Natale forse non esista, lo sappiamo tutti. Probabilmente, lo sanno anche i bambini. Così come sanno che i loro giocattoli non vivono una loro vita parallela. Eppure, i bambini passano il loro tempo a popolare le ombre di fantasmi, come diceva Pascoli, e costruire i loro mondi con oggetti che un adulto troverebbe insignificanti, ma che ai loro occhi hanno il magico potere di aprire nuove dimensioni. Distruggere quei mondi significa uccidere l'immaginazione, quella fantasia che è un prezioso strumento di conoscenza e progressiva consapevolezza di sé da parte del bambino. Sarà lui a dover trovare lentamente il giusto equilibrio tra realtà e fantasia, anche se alla fantasia non appartiene necessariamente solo ciò che non esiste e non può esistere. Uccidere l'immaginazione significa creare futuri uomini incapaci di sognare e probabilmente, meno umani. È per questi motivi che la pubblicità del Buondì Motta sortisce in un bambino lo stesso effetto che avrebbe una scena in cui Babbo Natale venisse distrutto. Se proporre l'immagine di Babbo Natale non più su una slitta, ma magari su una batmobile rossa, vestito con una tuta aderente, invece che con gli abiti classici, non uccide la fantasia di un bimbo, ma la stimola, la distruzione di Babbo Natale non consente al bimbo alcuna rielaborazione. Lo stesso avviene con la distruzione della sia pure patetica famiglia della pubblicità del Buondì Motta. È una distruzione che violenta, soprattutto nei più piccoli, ma non solo in loro, lo sforzo di elaborare personali risposte a immagini idealizzate che non coincidono, lo sappiamo tutti, anche i bimbi, con la prosaica realtà delle cose. La storia ci insegna che i miti hanno la preziosa funzione di costituire chiavi di interpretazione del mondo che ci circonda. I miti non si distruggono, si trasformano.
 
Massimo Frana

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