9 settembre 2017

Recensione film: DUNKIRK regia di Christopher Nolan


Con Mark Rylance, Fion Whitehead, Kenneth Branagh, Cilian Murphy, Jack Lowden, Tom Glynn-Carney, Harry Stules, Tom Hardy, Barry Keoghan. Aneurin Barnard. Musica di Hans Zimmer, Montaggio Lee Smith, direttore della fotografia Hoyte Van Hoytema.

 



 

Sopravvivere è l’obiettivo

Dunkirk è un film che ha avuto una lunga gestazione nella mente del regista, che ci ha lavorato per più di un ventennio. Partendo da un fatto storico realmente avvenuto, il regista costruisce un film su come si può sopravvivere in guerra in una situazione disperata, cercando la via di fuga nel mare, ma braccati da terra e attaccati dal cielo. Molti war movies sono stati fatti sul trionfale sbarco in Normandia, ma uno solo, nel 1958 è stato interamente girato sulla disfatta, l’assedio e la ritirata di Dunkerque da Leslie Norman e raccontati parzialmente in Espiazione di Joe Wright del 2007. Questi non sono certo temi molto popolari.

Siamo a Dunkerque, una città portuale francese a 10 km dal confine con il Belgio, nel 1940 durante la Seconda Guerra Mondiale. La battaglia disastrosa ha fatto sì che i soldati inglesi debbano evacuare e tornare in patria per difenderla dai futuri attacchi tedeschi, e in 400.000 sono riusciti ad arrivare lì sulla spiaggia, dove “si può quasi vedere casa”. Ne saranno portati in salvo 335.000 grazie anche alle centinaia di barche private dei cittadini inglesi arrivate in soccorso. Ciò costituisce una grande prova di unione e solidarietà tra civili e militari e dimostra la capacità degli Inglesi di trasformare una sconfitta nel motore della resistenza al nemico.

Molto efficace è l’escamotage del montaggio in tempi paralleli che dilatano percettivamente la durata delle vicende: mentre la storia a terra dei vari tentativi di rimpatriare via mare dura una settimana, quella del padre col figlio che, sulla propria barca, cercano di salvare i superstiti una giornata, e quella dei piloti degli Spitfire - i famosi caccia monoposti della RAF - solo poco più di un’ora. Tutto è narrato in un unico flusso narrativo sincopato.

Dunkirk è un film con pochissimi dialoghi – più che dialoghi è meglio dire frasi – con la musica ritmata di Hans Zimmer che accompagna tutto il film. È molto presente la fortissima angoscia della guerra senza che ci siano scene di violenza né si vede mai il nemico. Il vero soggetto del film è proprio lei, osservata da varie angolazioni e punti di vista. Nolan con la sua pellicola a 70 mm. e 106 minuti di intensità emotiva, ci tiene tutti con il fiato sospeso.

Dunkirk è il decimo film di Christopher Nolan che sul fattore “Tempo” ha già girato almeno un paio di film (Memento del 2000 e Inception del 2010).


 

Ghisi Grütter

 

 

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