Il culmine del colle del Piccolo San Bernardo con la ex dogana francese (da Wikipedia)
Passo del Piccolo San Bernardo, mt 2198. Cielo coperto, neve un poco più in alto, un vento teso e freddo, 8 gradi, ma sembrava di essere in una ghiacciaia.
Margot, che si bagna appena può, si è ben guardata dall’entrare nell’acqua del laghetto di Verney.
Siamo andati a mangiare al ristorante con camere (6) “del San Bernardo”.
Poca gente di passaggio, in maggioranza motociclisti. Nessun turista.
Ci ha accolti un pacioso signore, tarchiatello, con un gran bel sorriso e con voglia di chicchierare.
Mentre mangiavamo (bene) e bevevamo un buon vino valdostano, si è seduto al nostro tavolo.
Lui ha parlato delle sue ginocchia che non vanno e che dovrà operare a Saint Pierre, dove c’è la clinica specializzata per le ossa e annessi della Valle.
Gloria gli ha detto delle sue spalle, ormai robotiche, ma che l’hanno fatta rinascere: nessun dolore e movimenti liberi.
Era contento. Lunedì prossimo parte per le sue solite vacanze su un’isoletta sperduta nell’Egeo, dove lo aspettano gli amici di sempre.Ha detto che sarebbe partito più allegro.
Abbiamo dichiarato la nostra origine e un poco di storia di ciascuno.
Lui a 67 anni; è stato in collegio al Dal Pozzo di Vercelli (dove adesso c’è il rettorato dell’ Università del Piemonte Orientale), si è laureato a Torino e poi ha seguito, con i fratelli e le sorelle, gli affari di famiglia (ricca). Nessuna boria, serve ai tavoli, parlando francese e inglese con facilità, nel ristorante che è di sua proprietà, dove normalmente c’è il figlio. (ci ha detto delle differenze tra il greco antico e quello attuale e con Gloria - io sono un ignorante dello scientifico – ha parlato del liceo classico e del greco studiato).
Il ristorante è sempre aperto, anche di inverno (con la neve è raggiungibile soltanto in sci o in motoslitta.Il comprensorio italiano de La Thuile, unito a quello francese de La Rosiere è molto frequentato; ci sono molte piste per tutti i gusti sia di qua che di là)
Alla fine della stagione estiva (adesso) il personale stagionale se ne va e rimane soltanto, fino alla apertura, in dicembre,della stagione invernale, una cameriera, oltre al cuoco.
Lui ha bisticciato con la cameriera e lei si è licenziata. Il figlio lo ha obbligato a sostituirla, mentre si era preso due sacrosante settimane di vacanza.
Tutto questo era raccontato con piacere e sempre sorridendo.
Così siamo arrivati a chiedere come mai ci fosse dappertutto il nome di Ottoz.
Il suo nome è Francois Ottoz e è il fratello minore dell’Ottoz famoso.
Gli abbiamo chiesto se conoscesse Fabrizio ( un caro amico di Umberto ndr ), e non ci ha lasciato finire: Virgili, ha detto.
Virgili non faceva ostacoli, ma i quattrocento piani.
L’ho visto pochissime volte e non lo ho mai conosciuto di persona, ma me lo ricordo benissimo.
Caro Fabrizio, il mondo è piccolo e tu sei famoso, nonostante la poca fede di Josi.
I passi del Piccolo e del Grande San Bernardo sono molto belli.
Più belli forse adesso, con la stagione che li rende arcigni, freddi e con le nuvole che corrono. Non ci sono più alberi e stringono un poco il cuore.
Pochissima gente e un senso di infinita solitudine, appena ci si allontana di pochi metri dalla strada nazionale e dai pochi locali.
Sembra di essere lontani dal mondo “normale”. Faccio fatica a ricordarlo; eppure anche lì, i legami e gli amici sbucano fuori nei modi meno prevedibili.
Umberto Pradella
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