Roberto Fico
Il primo giro di consultazioni del Presidente della Camera ,Roberto Fico ,non ha portato ad un accordo di Governo tra il M5S e il PD, ma ha certamente fatto un po’ di chiarezza. Il leader pentastellato – come richiesto dai democratici – ha definitivamente chiuso il forno della Lega accusando Matteo Salvini di “volersi consegnare all’irrilevanza”. Dall’altra parte il reggente del PD, Maurizio Martina, ha chiesto chiarezza sui tre temi: “un’agenda europeista”, il rinnovamento della “democrazia superando il populismo” e le “politiche del lavoro rispettando gli equilibri di finanza pubblica”.
È evidente il perché Di Maio abbia chiuso al leader del Carroccio dopo il confronto con Fico: dal Nazzareno nessuno ha chiesto un suo passo indietro. E così le sue dichiarazioni sono state dirette ai dem: “Con il Pd ci sono profonde differenze e anche dei trascorsi da non ignorare ma sui temi ci siamo. Chiedo al Pd di venire al tavolo per verificare i presupposti”. Ma ha anche detto – a scanso di equivoci - “Se fallisce questo percorso per noi si torna al voto. Con 388 parlamentari non possiamo essere all’opposizione”.
Ora, però, i democratici dovranno convocare la direzione e combattere con i renziani che sembrano essere già in rivolta con Martina ed hanno già lanciato su Twitter l’hashtag#senzadime per sottolineare che, se interpellati, esprimeranno voto contrario.
I pentastellati chiederanno la ratifica dell’eventuale contratto di governo da parte degli iscritti del M5S alla piattaforma Rousseau. Passaggio delicato. Non è semplice spiegare, infatti, - soprattutto ai grillini della prima ora - che ormai Beppe Grillo non c’è più e che il Movimento nato dal Vaffaday è diventato un partito politico a tutti gli effetti e che, forse, è anche il momento di assumersi qualche responsabilità e dimostrarsi all’altezza del voto degli italiani.
Maura Pisciarelli
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