8 aprile 2018

CALENDA ALL'ESQUILINO

 
 
 
 
Stasera, 5 aprile, ho ascoltato Carlo Calenda al circolo Pd Esquilino.
A parte che sono d'accordo con lui sul fatto che
Riccardo Pagano sarebbe un ottimo assessore ai trasporti, mi sono venute in mente alcune riflessioni.
Il ministro dello sviluppo economico ha parlato di un Partito che dovrebbe stare di più in piazza per contrastare l'inadeguatezza e l'improvvisazione della giunta Raggi.
Ha definito l'opposizione in assemblea capitolina troppo debole.
E infine ha definito il Partito come morto se si continua ad affidare a caminetti e Referenti che si riuniscono a via Veneto (che tra l'altro si trova in un rione ormai ReferentFree, grazie al lavoro degli ultimi anni. Così per dire).
-Partito poco attivo e presente nella città
-Opposizione debole in Assemblea Capitolina
-Partito che utilizza come proprio sistema di governance interno o l'aspetto relazionale o l'esclusiva l'appartenenza correntizia.
Domanda: Calenda sa o non sa che questi tre virus che lui denuncia sono tre virus VOLUTI dal Partito Democratico per non essere inclusivo (cosa che renderebbe il Partito scalabile e contendibile) ed essere sempre più chiuso, incapace di parlare con la società ma in questo modo più controllabile da quattro - cinque persone interessate solo alla gestione di qualche prebenda?
No, perché se non è consapevole di ciò mi spiace: l'analisi dei mali è giusta.
Ma non puoi essere la soluzione.
 
L.R.

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