28 aprile 2018
Dai giornali di oggi 28 aprile
Pd-M5S, Renzi torna in campo e, in vista della direzione dem, dà l'ok al vertice con i 5S. Ma alza la posta per l'accordo: veto su Di Maio premier, mentre Tav e Jobs Act sono intoccabili (Messaggero). Ma il Movimento vuole un patto che imponga al Pd il ruolo di sconfitto (Corriere). Per la Stampa Renzi resta scettico e definisce “una gigante presa in giro” la prospettiva di un governo grillini-dem. E dal M5S rifiutano i paletti posti dal Pd, ribadendo che “Di Maio resta l'unico premier” (Stampa). Grillo gela il dialogo e attacca: “Questa sinistra annoia, non ha una narrazione” (Messaggero e altri). Anche se Roberta Lombardi, intervistata da Repubblica, apre: “Lazio modello d'intesa con i dem, si ragioni sui temi: reddito di cittadinanza, conflitto di interessi e anticorruzione sono per noi leggi irrinunciabili”. Secondo il sondaggio di Pagnoncelli (Corriere) solo il 16% degli elettori grillini sarebbe favorevole a un'intesa con il Pd. Mentre il 59% dice sì all'intesa M5S-Lega, e solo l'8% è per l'asse con l'intero centrodestra. Tra chi ha votato Lega, il 41% auspica l'intesa col M5S, il 34% privilegia un'intesa che comprenda l'intero centrodestra.
La Lega rilancia la palla al M5S: discutano con noi o si torna al voto, anche entro l'estate (su tutti). Salvini chiede a Di Maio di sedersi al tavolo con il centrodestra, “ma – avverte il segretario leghista – senza intese si punti ad un governo per il voto ma non con Gentiloni premier” (Corriere). Ma il leader del Carroccio ha un piano B: governo di minoranza, con il sostegno di chi ci sta, per gestire i mesi che porteranno al voto (Repubblica ). Intanto, Salvini gioca la carta Friuli: domani il voto per la Regione dove spera in un altro successo elettorale (Messaggero). Il centrodestra pesa gli equilibri interni. Berlusconi e Salvini separati. solo a fine campagna elettorale l'abbraccio tra i due leader, che restano divisi sulle strategie: il leghista punta ancora ad un accordo con il Movimento, mentre Berlusconi spera nel Quirinale (Stampa).
Nel caso non si raggiungessero accordi politici, i quotidiani ragionano sulle possibili contromosse del Colle. Mattino e Messaggero lanciano l'ipotesi di una governo di tregua affidato al presidente della Consulta Lattanzi, per far fronte alle urgenze, ovvero legge elettorale e bilancio. Anche Repubblica parla di governo di tregua “affidato a un nuovo premier”: potrebbe essere un esecutivo di minoranza, con o senza fiducia, con ritorno alle urne in autunno o nel 2019. Di “governo-ponte” parla la Stampa, che presenta due ipotesi: prorogatio a Gentiloni o un esecutivo di nessuno verso il voto in autunno. Per Vederami (Corriere) la carta di Mattarella è la “maggioranza delle responsabilità”: una sorta di “governo del Presidente” per non scivolare disordinatamente verso il voto, per evitare l'esercizio provvisorio e l'aumento Iva. Secondo il sondaggio Swg un esecutivo del Presidente piace al 44% degli italiani, ma 51,9% preferirebbe un patto 5S-Lega (Messaggero).
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