Riceviamo dal Comitato per la riapertura di Villa Massimo e volentieri pubblichiamo
VILLA MASSIMO: LA CRONISTORIA DI UNA CHIUSURA INGIUSTA
Anno 2012.
Ricordate com'era il parco giochi del giardino di viale di Villa Massimo fino a cinque anni e mezzo fa?
Prima che venisse imposta la chiusura sia del parco giochi che dell'intera area verde circostante di oltre 7000mq era come vediamo in queste immagini.
La metratura delle costruzioni era inferiore?
C'erano oltre 40 pini in più?
Non c'erano giochi elettronici?
Era presente un bagno pubblico?
Giudicate da soli, guardando le foto.
Un fatto però è evidente: questa situazione andava bene a tutti, e nessuno per decenni aveva avuto nulla di cui lamentarsi.
Da cinque anni e mezzo, da quando cioè tra fine 2012 e inizio 2013 si è provato ad intervenire per cercare di mettere a norma una delle poche aree verdi pubbliche in cui una concessione esisteva ed era stata posta in essere (mentre in decine di situazioni analoghe nemmeno esiste alcuna regolamentazione scritta), proprio l'esistenza di questa concessione e la sua presunta irregolarità formale ha consentito a chi voleva che nel giardino regnasse solo il silenzio di relegare l'intero parco nel degrado e nell'abbandono più totali.
A settembre 2014 una prima sentenza definitiva del Consiglio di Stato ha imposto al Comune di Roma di porre rimedio alla questione, riportando la situazione nella piena legalità e riaprendo il giardino al pubblico.
Il Comune di Roma, a fine 2014, è dunque ritornato nel pieno possesso dell'area ed ha revocato la concessione al gestore, ma senza mai procedere alla stipula di una nuova concessione e nemmeno senza mai attivarsi in proprio per ripristinare lo stato dei luoghi e restituire il parco ai cittadini.
Il gestore si è quindi opposto alla revoca della concessione ed il Comune di Roma ha atteso, immobile, la fine di questa nuova vicenda giudiziaria senza intervenire sul giardino, nonostante il parere della propria avvocatura che già proprio nel 2014 si esprimeva chiaramente dichiarando ufficialmente che non esisteva più alcun impedimento legale alla riapertura del parco da parte dell'amministrazione comunale se solo ve ne fosse stata la volontà.
Per tre anni e mezzo, trincerandosi dietro il pretesto del rispetto della "legalità" (nonostante le parole in senso contrario dei suoi esperti legali), il Comune di Roma ha scelto la strada dell'immobilismo totale.
Ad aprile 2017 una seconda sentenza definitiva del Consiglio di Stato ha infatti ribadito che, nonostante nel 2014 il Comune avesse (legittimamente) annullato la concessione, nessuno però nell'amministrazione aveva ancora dato seguito alle prescrizioni della stessa magistratura del settembre 2014 di porre quanto prima in opera le giuste e legittime procedure per il ripristino nella legalità dell'area e per la sua riapertura al pubblico.
Da allora è passato ancora un altro anno, inutilmente.
Sembra che Comune di Roma e Municipio ancora non riescano a mettersi d'accordo per sedersi attorno a un tavolo e porre in essere i pochi semplici atti necessari alla riapertura.
Due settimane fa l'ennesimo annuncio: dopo Pasqua la villa sarà riaperta. Ma per ora sembra che anche queste parole siano destinate a perdersi nel nulla.
Attendiamo... sempre più impazienti...
#ApriteVillaMassimo
- con Massimo Villa e Comitato per la riapertura di Villa Massimo
Anno 2012.
Ricordate com'era il parco giochi del giardino di viale di Villa Massimo fino a cinque anni e mezzo fa?
Prima che venisse imposta la chiusura sia del parco giochi che dell'intera area verde circostante di oltre 7000mq era come vediamo in queste immagini.
La metratura delle costruzioni era inferiore?
C'erano oltre 40 pini in più?
Non c'erano giochi elettronici?
Era presente un bagno pubblico?
Giudicate da soli, guardando le foto.
Un fatto però è evidente: questa situazione andava bene a tutti, e nessuno per decenni aveva avuto nulla di cui lamentarsi.
Da cinque anni e mezzo, da quando cioè tra fine 2012 e inizio 2013 si è provato ad intervenire per cercare di mettere a norma una delle poche aree verdi pubbliche in cui una concessione esisteva ed era stata posta in essere (mentre in decine di situazioni analoghe nemmeno esiste alcuna regolamentazione scritta), proprio l'esistenza di questa concessione e la sua presunta irregolarità formale ha consentito a chi voleva che nel giardino regnasse solo il silenzio di relegare l'intero parco nel degrado e nell'abbandono più totali.
A settembre 2014 una prima sentenza definitiva del Consiglio di Stato ha imposto al Comune di Roma di porre rimedio alla questione, riportando la situazione nella piena legalità e riaprendo il giardino al pubblico.
Il Comune di Roma, a fine 2014, è dunque ritornato nel pieno possesso dell'area ed ha revocato la concessione al gestore, ma senza mai procedere alla stipula di una nuova concessione e nemmeno senza mai attivarsi in proprio per ripristinare lo stato dei luoghi e restituire il parco ai cittadini.
Il gestore si è quindi opposto alla revoca della concessione ed il Comune di Roma ha atteso, immobile, la fine di questa nuova vicenda giudiziaria senza intervenire sul giardino, nonostante il parere della propria avvocatura che già proprio nel 2014 si esprimeva chiaramente dichiarando ufficialmente che non esisteva più alcun impedimento legale alla riapertura del parco da parte dell'amministrazione comunale se solo ve ne fosse stata la volontà.
Per tre anni e mezzo, trincerandosi dietro il pretesto del rispetto della "legalità" (nonostante le parole in senso contrario dei suoi esperti legali), il Comune di Roma ha scelto la strada dell'immobilismo totale.
Ad aprile 2017 una seconda sentenza definitiva del Consiglio di Stato ha infatti ribadito che, nonostante nel 2014 il Comune avesse (legittimamente) annullato la concessione, nessuno però nell'amministrazione aveva ancora dato seguito alle prescrizioni della stessa magistratura del settembre 2014 di porre quanto prima in opera le giuste e legittime procedure per il ripristino nella legalità dell'area e per la sua riapertura al pubblico.
Da allora è passato ancora un altro anno, inutilmente.
Sembra che Comune di Roma e Municipio ancora non riescano a mettersi d'accordo per sedersi attorno a un tavolo e porre in essere i pochi semplici atti necessari alla riapertura.
Due settimane fa l'ennesimo annuncio: dopo Pasqua la villa sarà riaperta. Ma per ora sembra che anche queste parole siano destinate a perdersi nel nulla.
Attendiamo... sempre più impazienti...
#ApriteVillaMassimo
- con Massimo Villa e Comitato per la riapertura di Villa Massimo
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