[18/4, 08:07] Michele Cardulli: Dai giornali
Casellati verso l'incarico, oggi la scelta di Mattarella (Sole e tutti). In mattinata l'incarico esplorativo, che servirà a stanare i partiti. Secondo Breda (Corriere p.3) la mossa della presidente del Senato serve a Mattarella per confermare un rapporto leale e fiduciario con i due mezzi vincitori e battere tutte le strade prima di passare a uno schema libero, visto che l'ipotesi del ritorno alle urne non è nell'orizzonte del Colle, anche perchè – segnala D'Alimonte (Sole) – nuove elezioni riconsegnerebbero una situazione di stallo. Salvini condivide la linea, il via libera permette al leader leghista di prendere tempo e allontanare da sé l'incarico (Messaggero p.2). L'esplorazione della Casellati servirà a certificare se esiste una possibilità di intesa tra M5S e Lega, ma nel centrodestra non escludono che l'incarico possa diventare pieno (Stampa p.3), anche se Berlusconi resta scettico e pensa già a un possibile governo del presidente (Corriere p.6). Di Maio lancia un nuovo ultimatum: “Aspettiamo una settimana, se Salvini non rompe con Berlusconi, spegniamo il forno della Lega” (su tutti). Se la Lega non si muove – è il ragionamento del leader grillino – non restano che il Pd o le urne. Ma Salvini lo stoppa: “Non ho preso i voti del centrodestra per andare da un'altra parte”. Il leghista prevede un asse 5S-Pd, e dice: “All'opposizione cresciamo”.
Il Pd riapre i giochi (Avvenire). Martina indica tre punti programmatici che suonano come un richiamo al M5S: misure per famiglie, lavoro e povertà (su tutti). Dopo 44 giorni in freezer, si sciolgono i dem: il No ai 5S è diventato Ni (Fatto). Il disgelo Pd-M5S fa crescere l'ipotesi Fico (Stampa), il cui compito sarebbe speculare a quello della Casellati. Ma dal Movimento frenano, visto che il titolare di un possibile incarico resta Di Maio (Messaggero p.4). Giornale attacca: “Aria di inciucio M5S-Pd”. Il Pd si prepara a trattare e spunta l'ipotesi Cassese (Repubblica p.3).
Su tutti i quotidiani la polemica per il programma elettorale del M5S corretto e “ammorbidito”: il Foglio ha scoperto che il nuovo programma abbandona molti punti critici nei confronti della Nato e gli attacchi all'Occidente. Ma dal Movimento negano: “E' cambiata solo un po' la forma” (su tutti). Avvenire parla di cambio di programma sugli esteri, il M5S è più moderato ed europeista.
Sulla Verità il caso del capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: Albino Ruberti non ha la laurea, e tra i requisiti richiesti per l'incarico sparisce il titolo di studio. Di Ruberti viene pubblicato anche il cumulo dei redditi, che arriverebbe a 460 mila euro. Ma Ruberti chiarische: "Mi sono dimesso da tutte le cariche, ora sono esclusivamente capo di gabinetto della Regione a zero incompatibilità". A Zingaretti i suoi servizi sarebbero utili per scalare il Pd.
[18/4, 08:07] Michele Cardulli: ESTERI
Siria, Gentiloni sta (un po') con gli Usa (Fatto). Il premier riferisce in Parlamento sull'emergenza siriana: “Inaccettabile l'uso di armi chimiche, l'Italia non è neutrale” (Stampa e tutti). Ma rivendica l'alternativa anti-bellica (Fatto). Applauso incrociato alle Camere tra Pd e M5S, il tetto atlantico potrebbe rappresentare la casa comune (Stampa), mentre la Lega si smarca (Repubblica e altri): “Se gli alleati sbagliano dobbiamo dirlo” evidenziano dal Carroccio, che ribadisce il suo no alla russofobia. Contraria all'ostilità alla Russia anche FdI, con il capogruppo Crosetto che ad Avvenire dice: “Nessuno mette in discussione le alleanze tradizionali dalla Nato all'Ue, ma è un errore fare della Russia un nemico dell'Occidente e spingerla verso la Cina”. Sul Giornale intervista a Tajani: “In Siria l’Ue cerca la pace, la stragrande maggioranza dei parlamentari condanna l’uso delle armi chimiche e sostiene l’azione di contrasto. Ma ora bisogna cercare il dialogo e la pace”. Su QN parla il politologo americano Edward Luttwak: “In Siria c’erano armi chimiche, i rapporti dell’intelligence di Usa, Francia e Gran Bretagna sono categorici. Sono sorpreso dall’atteggiamento degli italiani che non credono alle immagini in arrivo da Duma”. Neanche Salvini ci crede: “E fa male. Le sue critiche sono frutto di cattiva informazione e di pregiudizi”. Per Luttwak sbaglia anche il governo Merkel ad avere rapporti privilegiati con la Russia, “perché Putin non è più il presidente di una superpotenza”. Il deputato 5S Di Stefano al Messaggero (p.8) torna sulle sanzioni alla Russia: “Non hanno prodotto i risultati sperati, necessarie misure alternative. I dazi hanno solo danneggiato la nostra economia”.
Macron sferza l’Europa: “Stop agli egoismi o si rischia la guerra civile” (Stampa in prima e su tutti). Davanti all’Europarlamento di Strasburgo il presidente francese ha ribadito la necessità di costruire una “nuova sovranità comune”: “Il nostro modello democratico è unico al mondo, per questo dobbiamo unire le forze. L’Ue deve sbloccare il dibattito tossico e avvelenato dei migranti ma anche sulla riforma di Dublino”. Fredda replica di Juncker: “L’Europa è un’Unione a 28, non un club guidato da Parigi o Berlino”.
Cina, nuova stretta sui dazi contro gli Usa ma via i limiti per i costruttori esteri di auto (Messaggero e altri): apertura storica della Cina sul mercato dell’auto. Da qui a quattro anni salterà il tetto obbligatorio alle partecipazioni nelle joint venture per la produzione di vetture: questo significa che i costruttori stranieri di auto potranno produrle in Cina senza essere obbligati a partnership locali. Possibile che la Cina rimuova da quest’anno anche il limite al possesso azionario straniero in settori come la cantieristica navale e la manifattura di aerei. Ma da Pechino nuovo affondo contro gli Usa: fissato un maxi dazio sui cereali del 178,6%, legato a un’indagine antidumping. Le schermaglie tra Pechino e Washington continuano.
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