5 aprile 2018

Regione Lazio va avanti in totale autonomia e nomina Di Berardino assessore al lavoro

 
 
 
 
Nicola Zingaretti ha nominato l’assessore al lavoro, Claudio Di Berardino per anni segretario della Cgil di Roma e del Lazio. Considerando il contributo di Liberi e Uguali alla campagna elettorale e preso atto della dialettica ancora aperta per un contributo possibile alla squadra di governo della Regione, credo vada fatto un passo in avanti". 
 
Eppure, prima delle vacanze pasquali, i coordinatori regionali di LeU avevano dichiarato di non riconoscere l’ex segretario della Cgil Lazio espressione del movimento guidato da Pietro Grasso. Il Presidente della Regione, quindi, sembra aver fatto un passo in avanti in totale autonomia, o meglio riconoscendo al solo neoeletto Consigliere l’autorevolezza di rappresentare una forza che però ha apportato alla coalizione di centrosinistra del Lazio circa 90 mila voti di cui le preferenze ottenute da Ognibene sono solo il 3%. 
 
Nel rispetto delle prerogative proprie del presidente, e per garantire la piena operatività al governo della Regione, ho deciso quindi di nominare Claudio Di Berardino nuovo assessore regionale con deleghe al Lavoro e alla Difesa dei diritti" ha continuato Zingaretti. "Sono convinto che la storia, l'autorevolezza e la forte personalità di Claudio garantirà un eccellente lavoro e favorirà il rilancio di uno spirito unitario dell'alleanza e della Giunta". 
 
Il posto in Giunta riservato a LeU da oggi non è più libero e, tra i vari auguri di buon lavoro al nuovo assessore passati per le agenzie, si intravede il malcontento dei dirigenti regionali di Liberi e Uguali che, in qualche modo, dovranno fare i conti con una mancata azione politica. È il prezzo che si paga quando non si riesce ad essere incisivi e a superare il personalismo e il nominalismo con la responsabilità politica e soprattutto con una visione del mondo chiara che preceda i programmi e le strategie elettorali. La sinistra sembra però essere talmente abituata ed allenata all’esercizio dell’analisi, soprattutto dell’analisi della sconfitta, che probabilmente ora continuerà nell’immobilismo o peggio ancora nell’autoreferenzialità di un dibattito sterile che ormai da tempo non appassiona più nessuno.
 
Maura Pisciarelli
 

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