Con serenità granitica
Mattarella accelera: incarico a Fico per sondare una possibile intesa tra M5S e Pd (QN e tutti). Tempo massimo concesso, fino a giovedì. Di Maio “chiude il forno” della Lega (Repubblica). Salvini insorge e sfida il Colle: “Pronti a una passeggiata su Roma” (Stampa). Mattarella deluso e irritato, costretto a far precisare i termini e le ragioni del mandato a Fico (Corriere e tutti): e se dovesse fallire anche lui si va verso un governo del presidente (Corriere, Stampa, Messaggero). Martina apre: disponibile a ragionare su lavoro, povertà e famiglia. I renziani chiudono. Il Fatto parla di “renziani fuori di testa”. “Adesso confronto con i grillini, non si può dire solo no” l’apertura di Franceschini in un’intervista a Repubblica. Ma tutto dipende da Renzi: “E’ il leader più influente. Può imboccare questa strada da protagonista”. Sul Corriere parla Emiliano: “A tifare per l’intesa Pd-5Stelle tre mesi prima del voto ero solo, ora siamo una bella maggioranza. Adesso il ruolo più importante lo ha Renzi: è lui che deve lavorare perché quest’intesa vada in porto”. Renzi per ora chiude la porta (Repubblica): per il Fatto punta al fallimento di Fico. Ostile anche la Boschi, tentato Lotti (Stampa). Jacopo Fo a Repubblica: “Di Maio si sente Napoleone, così perde voti. Anche la troppa apertura a Salvini preoccupa gli elettori. Il Pd batta un colpo”. “Di Maio si è mosso, la l’intesa col Pd è quasi impossibile – dice il politologo Ignazi al Fatto: “I dem andrebbero a fare da scendiletto. Piuttosto loro e il Movimento entrino in una governo del presidente”. Berlusconi, scrive sempre la Stampa, continua a sognare un governissimo con il sostegno di tutti, rinfrancato dal voto in Molise, che ha premiato Forza Italia, tolto voti a grillini e Lega e dimezzato il Pd (Stampa e tutti). Berlusconi: “Dal Molise esce fortemente ridimensionato il dilettantismo dei Cinque Stelle”. Lo sconfitto Andrea Greco accusa: “Al governo della Regione torna chi l’ha distrutta. E’ stato un voto clientelare, questa terra non ha speranza”. Sul Corriere le critiche e i malumori della base 5Stelle per il programma in 10 punti e il voto in Molise.
[24/4, 08:05] Michele Cardulli: Dal Manifesto
Speranza: «Sinistra, azzerare e ricostruire tutto Roma
II centrosinistra sprofonda anche m Molise, e Liberi e uguali incassa quasi la stessa percentuale delle nazionali: uno scarso 3,2. Che porta il coordinatore di Mdp Roberto Speranza a conclusioni drastiche: «Si sta consolidando un nuovo bipolarismo senza la sinistra. È sempre più chiaro che l'unica strada per evitarlo è azzerare e ricostruire tutto», scrive su facebook. Una posizione di decisa riapertura al dialogo con il Pd che rispecchia la discussione intema a Mdp. Ma non quella di Sinistra italiana, gli alleati nella lista Liberi e uguali. Per ora il dibattito sul «big bang» a sinistra si sviluppa sottotraccia. In attesa degli esiti delle consultazioni. Ma anche per evitare lacerazioni preventive. Mdp terrà la sua kermesse il 12 maggio, e lì rilancerà l'idea di una sinistra autonoma ma m un nuovo campo democratico. Ma la teoria del «big bang» non convince gli alleati. «In punto di teoria potremmo anche essere d'accordo», ragiona Peppe De Cristofaro, della segreteria nazionale di Si, «ma fatta così si tratta di una discussione astratta e priva di una sua base materiale: nel Pd non c'è un interlocutore che ragiona di questo. Fra l'altro con Renzi ancora in campo, di che parliamo? Il rischio è di fare sempre lo stesso errore: ripartire dalle formule politiciste e dai contenitori, anziché dai contenuti». Nonostante tutte le promesse di unità, dunque, Leu si consuma nei fatti in uno sfilacciamento generalizzato. Dal lato Mdp ogni giorno il governatore della Toscana Enrico Rossi certifica «il fallimento» della lista e del Pd e propone la nascita di un «partito del lavoro». Dal lato di Sinistra italiana è Stefano Fassina ad avvertire che, pur essendo tutte le opinioni legittime, la discussione dovrebbe svolgersi in maniera democratica: «Sono molto preoccupanti i propositi di chi in Leu, invece di affrontare la discussione nell'unica sede legittima ossia l'assemblea nazionale, vuole archiviare dall'alto e unilateralmente un progetto che ha raccolto oltre un milione di voti e che d siamo impegnati, prima e dopo il voto, a portare avanti». La decisione sul futuro di Leu spetterebbe all'assemblea «come deciso dai gruppi dirigenti in un paio di riunioni congiunte nelle scorse settimane», e che dovrebbe essere convocata entro maggio. «È inaccettabile e irresponsabile escludere dal la discussione e dalle scelte chi si è fidato di noi e si è impegnato in prima persona, anche con grandi sacrifici, in campagna elettorale», conclude Fassina. Ma anche sulle modalità dell'assemblea ancora non c'è accordo: l'assemblea nazionale formalmente è quella formata dai delegati eletti dai territori e poi convocati il 3 dicembre 2017 a acclamare leader Piero Grasso.
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