12 aprile 2018

Dai giornali di oggi 12 aprile



Asse Salvini-5Stelle per il governo (Messaggero p.6): passo avanti verso
l'intesa, telefonata e patto sulle nomine tra i due leader in vista del
nuovo giro di consultazioni (Corriere p.6). Cresce la fiducia al
Quirinale per una soluzione vicina (Corriere p.6), ma l'escalation della
crisi in Siria diventa un ostacolo imprevisto sulla trattativa tra Lega
e M5S per l'esecutivo, con Mattarella che verificherà se le posizioni
dei due leader siano compatibili (Stampa p.5). Al Colle cresce l'ansia
per effetto della crisi siriana: no allo stallo fino alle regionali.
Mattarella non vuole aspettare le scadenze elettorali e di partito,
entro una settimana pronto a dare un mandato. Senza una soluzione
condivisa, pronto a un pre-incarico o a un esploratore (Messaggero p.9).
La Lega non metterebbe il veto a un mandato per la presidente del Senato
Casallati (Corriere p.6). Ma Di Maio boccia l'ipotesi di un premier
terzo escludendo la possibilità di un passo di lato (Giornale p.5). E'
l'ultima chiamata per il Pd (Repubblica p.7). Ma i dem, secondo
Verderami (Corriere) non devono sbagliare il timing.
Di Maio riparte dalla Lega e cade il veto su Forza Italia (Repubblica
p.6). Ma Berlusconi è spaventato dall'avvicinarsi di un governo
Salvini-Di Maio (Fatto in prima e p.2). “Non finirò come Craxi” si sfoga
il leader di Fi (Messaggero p.11). La rabbia di Berlusconi su Salvini:
“La sua è una logica annessionista”. Ma il segretario del Carroccio a
Libero (p.4) dice: “Lo abbiamo stabilito prima chi era il leader della
coalizione. Qualcuno non riconosce la mia leadership? Intanto me la
riconosco io. Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo fare le cose per
cui ci siamo impegnati, ma non andremo allo sbaraglio per avere
maggioranze raccogliticce – dice -. Un accordo con il Pd non lo faccio
manco morto, la sola possibilità numerica è con il M5S, altrimenti si
torna al voto e prendiamo i seggi che ci mancano”.
Nel Pd non decolla il fronte favorevole a un asse con i grillini
(Messaggero p.6). Il capogruppo Marcucci a Repubblica (p.9): “Noi con i
5S abbiamo parlato, ma abbiamo riscontrati muri talmente ali su
contenuti, programmi e nella cultura politica da non portarci ad alcun
tipo di allenza”. E prosegue lo scontro per la leadership nel partito,
mentre crescono anche i malumori delle donne dem: il partito ci
discrimina, anche Lega e M5S hanno più rappresentanti femminili in
Parlamento e nei gruppi (Repubblica p.8 e tutti).
Landini (Cgil) parla al QN: “Il sindacato, la Cgil, guarda quello che
succede, è autonomo da qualsiasi forza politica. Nel congresso che
stiamo aprendo, tra le proposte c'è anche quella di sperimentare un
reddito di garanzia, per chi non ha alcun istituto, è precario e vuole
reinserirsi nel mondo del lavoro. Analizzando il voto del 4 marzo, si
capisce che c'è stata una ribellione di massa a un potere politico che
era lontano dalle ragioni di una sofferenza sociale molto diffusa. E' un
dato che chi ha governato, ha dimezzato i suoi voti e il mondo del
lavoro non ha votato per chi era al governo. Cgil aveva capito, infatti,
Pd e sinistra sono usciti fortemente ridimensionati”.

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