13 aprile 2018
Dai giornali di oggi 13 aprile
ITALIA-POLITICA
Al Quirinale Berlusconi-show anti M5S: “Non sono democratici”. Meloni allibita, Salvini infuriato: una piazzata (Messaggero e tutti). Il Cav mattatore si riprende la scena e dopo aver ceduto a Salvini l’onore di leggere il comunicato unitario del centrodestra in cui si dice che sarà la Lega a indicare il premier del centrodestra, riprende il microfono e rivolto ai giornalisti lancia un siluro ai Cinque Stelle: “Fate i bravi, sappiate riconoscere chi è democratico e chi non lo è”. Il Fatto parla di una “zampata” disperata ma letale: Salvini appare come un prigioniero politico costretto a leggere un comunicato sotto dettatura, Di Maio spiazzato non ottiene il passo di lato richiesto e Mattarella non regge più lo stallo tra Lega e M5S. Sorpresa anche in casa grillina: “Questa cosa proprio non me l’aspettavo” dice Di Maio ai suoi, ma non chiude la partita con la Lega (Corriere). Il Messaggero parla di grillini spiazzati da Salvini e di incubo governissimo con il Pd. Al contrario, Corriere e Stampa scrivono che in casa Cinque Stelle c’è la convinzione che lo smarcamento da Berlusconi alla fine ci sarà e questo aprirà la strada alla “sinergia istituzionale” con Salvini. Meloni al Corriere: “Le cose stanno cambiando, se ne è accorto anche Berlusconi per questo si è innervosito. Noi siamo per l’unità del centrodestra, il tentativo del M5S di spaccare l’alleanza è fallito. Chiunque dialoghi con Salvini sa che Salvini lo fa a nome di tutti noi. L’incarico di governo spetta al centrodestra che ha vinto le elezioni e che è pronto ad arricchire il programma con le proposte di chi vorrà dare con noi un governo al Paese, M5S in primis”. Per la Meloni “non esistono le condizioni per un accordo organico con il Pd”.
Nella nota letta da Salvini al Quirinale si sdogana per la prima volta un’alleanza con i 5Stelle, pur ribadendo il no ai veti, e si parla di governo non guidato dalla Lega ma da “una personalità indicata dalla Lega”. E Salvini, scrive il Corriere, potrebbe indicare anche Di Maio. Se poi fallisse questa operazione non resterebbe che il ritorno al voto, essendo considerata impercorribile ogni ipotesi di intesa M5S-Pd.
Pd che resta fuori ma si prepara a una “fase due”: “Confronto se c’è un preicarico” (Repubblica). Per ora la posizione resta quella di chiusura a ogni ipotesi di partecipazione al governo, ma in caso di incarico esplorativo torneranno in gioco (Corriere). Molto dipende anche dall’esito dell’assemblea del 21: Renzi disposto a cambiare linea solo per un eventuale governo del presidente. E all’assemblea il Giglio Magico spingerà per un congresso in tempi ravvicinati chiedendo a Martina di restare reggente fino a fine anno, ma lui ha rifiutato.
Mattarella, preoccupato anche dalla crisi in Siria, vuole accelerare: possibile un preincarico a Giorgetti oppure un incarico esplorativo alla presidente del Senato Casellati (Messaggero). Estrema ratio – in caso di escalation della crisi siriana - il governo del presidente (Corriere). Casellati alla Stampa: “Bisogna uscire dal vicolo cieco. Se Mattarella chiama io ci sono”. “Al Paese serve un governo che sappia dare risposte a una situazione inedita, in grado di superare i vecchi schemi. Priorità assoluta il taglio delle tasse”.
ESTERI
Siria, ore decisive. Il Pentagono frena Trump e prende tempo sul raid su Damasco (Corriere), Macron incalza: “Abbiamo le prove dell’utilizzo delle armi chimiche dal regime di Assad”. Anche il governo britannico ritiene sia “necessario agire” e invia sottomarini, con la premier May pronta a “coordinarsi con Francia e Usa”. La Stampa parla di Usa, Gran Bretagna e Francia alleati per far cadere Assad, anche se la condizione è evitare di colpire le forze russe. Contatti Usa-Russia sulla linea rossa. Mosca avverte: “In caso di attacco, rischio di un conflitto globale”. Ma Roma e Berlino dicono no (Avvenire). Merkel: “La Germania non prenderà parte ad eventuali azioni militari in Siria”. Idem Gentiloni, anche se Roma continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate. L’ambasciatore a Mosca Terracciano: “L’Italia non è parte attiva del conflitto in Siria e i russi lo sanno benissimo”. Ma per la Stampa Washington chiede all’Italia una scelta di campo, un appoggio politico se non militare. Gli Usa capiscono che il governo Gentiloni è in uscita ma aspettano un segnale, come pure da M5S e Lega. Pur nell’ambiguità dell’azione americana, si intuisce che lo scopo di un intervento militare non è solo punire Assad ma lanciare un segnale di lungo termine a Russia e Iran e quindi il test delle alleanze occidentali è decisivo. E l’Italia tenendosi fuori darebbe l’indicazione di aver scelto l’altro campo. Frattini al Messaggero: “Le posizioni filo-russe della Lega e di FdI sono un valore aggiunto per l’Alleanza atlantica. Coinvolgere Mosca è indispensabile, lo fece anche Obama. Noi siamo stati leali dopo la crisi ucraina, fin troppo leali. Ma la lealtà atlantica non vuol dire cecità. Serve equilibrio”. Repubblica parla di Quirinale in ansia per il caos di linee politiche: l’escalation della crisi siriana rende ancora più pressante la creazione di un governo. La scelta estrema sarebbe un governo di emergenza nazionale.
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