Roberto Morassut
CONTROCORRENTE
Dopo il referendum si possono dire con certezza almeno due cose:
1. Occorre una legge elettorale organica che permetta al futuro Parlamento di funzionare e non essere paralizzato. Per varare una buona legge, che tenga conto dell'attuale profilo politico del Paese, non bastano 15 giorni e non serve un anno.
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Dopo il referendum si possono dire con certezza almeno due cose:
1. Occorre una legge elettorale organica che permetta al futuro Parlamento di funzionare e non essere paralizzato. Per varare una buona legge, che tenga conto dell'attuale profilo politico del Paese, non bastano 15 giorni e non serve un anno.
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2. Il Partito Democratico non ha, ad oggi, un altro leader, oltre a Matteo Renzi, in grado di guidarlo alle elezioni con speranza di successo.
Su queste due certezze dovrebbe snodarsi la nostra discussione politica.
Sapendo di essere controcorrente respingo con durezza l'accusa di una resistenza dei parlamentari ad un voto ravvicinato per garantirsi "la pensione".
Lo dico da non interessato al problema essendo stato eletto prima del 2013.
Respingo questo argomento ( che andrebbe cancellato dal dibattito ) in primo luogo perché ininfluente. Pur essendo un tema caro a molti colleghi (non certo tutti ) la possibilità di influire sul corso delle cose da parte loro è pari a zero.
In secondo luogo, poiché il Parlamento ha affrontato e regolato già dal 2012 la questione dei "vitalizi" in modo, credo, giusto. Semmai i partiti dovranno migliorare le loro liste con candidature più adeguate ( e quindi degne delle prerogative della carica ) rispetto alla decadenza registrata col Porcellum. Attenzione a non eccedere con argomenti che alimentano oltre ogni ragionevole misura l'odio verso le istituzioni. A me non sembra proprio che il tema delle pensioni sia un problema politico che condiziona la crisi.
Infine una nota a margine.
La prossima legislatura potrà offrire l'opportunità di affrontare una riforma costituzionale essenziale: la riduzione del numero delle regioni, come proposto in un ddl a mia firma insieme al senatore Raffaele Ranucci. Magari con regioni diverse da quelle proposte. Una riforma indispensabile e che in un referendum confermativo sarebbe accolta a larghissima maggioranza. Accetto scommesse.
Su queste due certezze dovrebbe snodarsi la nostra discussione politica.
Sapendo di essere controcorrente respingo con durezza l'accusa di una resistenza dei parlamentari ad un voto ravvicinato per garantirsi "la pensione".
Lo dico da non interessato al problema essendo stato eletto prima del 2013.
Respingo questo argomento ( che andrebbe cancellato dal dibattito ) in primo luogo perché ininfluente. Pur essendo un tema caro a molti colleghi (non certo tutti ) la possibilità di influire sul corso delle cose da parte loro è pari a zero.
In secondo luogo, poiché il Parlamento ha affrontato e regolato già dal 2012 la questione dei "vitalizi" in modo, credo, giusto. Semmai i partiti dovranno migliorare le loro liste con candidature più adeguate ( e quindi degne delle prerogative della carica ) rispetto alla decadenza registrata col Porcellum. Attenzione a non eccedere con argomenti che alimentano oltre ogni ragionevole misura l'odio verso le istituzioni. A me non sembra proprio che il tema delle pensioni sia un problema politico che condiziona la crisi.
Infine una nota a margine.
La prossima legislatura potrà offrire l'opportunità di affrontare una riforma costituzionale essenziale: la riduzione del numero delle regioni, come proposto in un ddl a mia firma insieme al senatore Raffaele Ranucci. Magari con regioni diverse da quelle proposte. Una riforma indispensabile e che in un referendum confermativo sarebbe accolta a larghissima maggioranza. Accetto scommesse.
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