Visto che in questi giorni la poltrona della Sindaca Raggi oscilla paurosamente rischiando di farla finire per terra, per par conditio ricordiamo con l' articolo che pubblichiamo di seguito quando al Campidoglio governava il PD e le cose certamente non erano diverse. E allora ci si chiede: ma avrà mai pace questa città, potrà mai essere governata da gente onesta e competente?
Francamente non ce la sentiamo di rispondere positivamente . Siamo troppo amareggiati.
CHI E’ LUCA ODEVAINE.
«Quando nacque a Roma – racconta Antonio Sansonetti di BlitzQuotidiano – si chiamava Odovaine. Con la O di Otranto. Cambiò cognome per nascondere due vecchie condanne: una nel 1989 per droga e una seconda nel 1991 per emissione di assegni a vuoto».
Come si leggeva sul sito della Fondazione IntegraAzione di cui era presidente, Odevaine: «ha curato il coordinamento e l’organizzazione dei grandi eventi religiosi, istituzionali, politici, sindacali, culturali, sportivi cittadini, (tra cui si ricordano i funerali del Papa, i festeggiamenti per i mondiali di calcio, ecc.). Ha seguito per il Gabinetto del Sindaco le emergenze di Protezione Civile. Ha coordinato gli interventi di emergenza sociale (campi nomadi, sfratti ed occupazioni di fabbricati, senzatetto, immigrati tra cui si ricordano SNIA Viscosa, Hotel Africa, Vicolo Savini, Residence Roma ecc.)».
Nella sua carriera ha coordinato anche le attività di volontariato della Protezione Civile in catastrofi ambientali quali: l’alluvione del fiume Po del 1994, il terremoto in Umbria e nelle Marche del 1996, la frana del fiume Sarno nel 1997.
In Campidoglio è stato sia Vice Capo di Gabinetto del sindaco Veltroni nel 2001 che, dal 2006, direttore dell’ufficio. Tale ruolo Odevaine lo ha ricoperto anche nell’anno di amministrazione del commissario straordinario, il prefetto Mario Morcone, che ha portato Roma al voto, dopo le dimissioni di Veltroni nel febbraio del 2008.
Il protagonista di Mafia Capitale è stato anche direttore dell’Ufficio Decoro urbano e Abusivismo edilizio, delegato del sindaco alla Polizia Municipale e direttore dei centri per rifugiati politici. Sempre per il gabinetto del sindaco si è occupato dei rapporti con le Forze dell’Ordine, la Polizia Municipale e ha rappresentato il primo cittadino nel Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza.
Il 31 luglio del 2008, a poche settimane dal suo insediamento, il neo Presidente della Provincia di Roma gli assegna l’incarico di direttore della polizia provinciale, compito che manterrà fino a dicembre 2012.
Nell’inchiesta sulla cupola criminale che aveva preso sotto scacco la città, i magistrati hanno indagato Odevaine (finito poi imputato nel processo) per corruzione aggravata, sottolineando anche le motivazioni: «nella sua qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, dunque pubblico ufficiale […] per la vendita della sua funzione e per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio in violazione dei doveri d’imparzialità della pubblica amministrazione, consistenti, tra l’altro: nell’orientare le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, al fine di creare le condizioni per l’assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dai soggetti economici riconducibili a Buzzi; nel comunicare i contenuti delle riunioni e le posizioni espresse dai rappresentanti delle istituzioni in tale tavolo di coordinamento nazionale; nell’effettuare pressioni finalizzate all’apertura di centri in luoghi graditi al gruppo Buzzi riceveva in forma diretta e indiretta una retribuzione di 5000 euro mensili, utilità erogate da Buzzi. Con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’associazione di tipo mafioso».
«Quando nacque a Roma – racconta Antonio Sansonetti di BlitzQuotidiano – si chiamava Odovaine. Con la O di Otranto. Cambiò cognome per nascondere due vecchie condanne: una nel 1989 per droga e una seconda nel 1991 per emissione di assegni a vuoto».
Come si leggeva sul sito della Fondazione IntegraAzione di cui era presidente, Odevaine: «ha curato il coordinamento e l’organizzazione dei grandi eventi religiosi, istituzionali, politici, sindacali, culturali, sportivi cittadini, (tra cui si ricordano i funerali del Papa, i festeggiamenti per i mondiali di calcio, ecc.). Ha seguito per il Gabinetto del Sindaco le emergenze di Protezione Civile. Ha coordinato gli interventi di emergenza sociale (campi nomadi, sfratti ed occupazioni di fabbricati, senzatetto, immigrati tra cui si ricordano SNIA Viscosa, Hotel Africa, Vicolo Savini, Residence Roma ecc.)».
Nella sua carriera ha coordinato anche le attività di volontariato della Protezione Civile in catastrofi ambientali quali: l’alluvione del fiume Po del 1994, il terremoto in Umbria e nelle Marche del 1996, la frana del fiume Sarno nel 1997.
In Campidoglio è stato sia Vice Capo di Gabinetto del sindaco Veltroni nel 2001 che, dal 2006, direttore dell’ufficio. Tale ruolo Odevaine lo ha ricoperto anche nell’anno di amministrazione del commissario straordinario, il prefetto Mario Morcone, che ha portato Roma al voto, dopo le dimissioni di Veltroni nel febbraio del 2008.
Il protagonista di Mafia Capitale è stato anche direttore dell’Ufficio Decoro urbano e Abusivismo edilizio, delegato del sindaco alla Polizia Municipale e direttore dei centri per rifugiati politici. Sempre per il gabinetto del sindaco si è occupato dei rapporti con le Forze dell’Ordine, la Polizia Municipale e ha rappresentato il primo cittadino nel Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza.
Il 31 luglio del 2008, a poche settimane dal suo insediamento, il neo Presidente della Provincia di Roma gli assegna l’incarico di direttore della polizia provinciale, compito che manterrà fino a dicembre 2012.
Nell’inchiesta sulla cupola criminale che aveva preso sotto scacco la città, i magistrati hanno indagato Odevaine (finito poi imputato nel processo) per corruzione aggravata, sottolineando anche le motivazioni: «nella sua qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, dunque pubblico ufficiale […] per la vendita della sua funzione e per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio in violazione dei doveri d’imparzialità della pubblica amministrazione, consistenti, tra l’altro: nell’orientare le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, al fine di creare le condizioni per l’assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dai soggetti economici riconducibili a Buzzi; nel comunicare i contenuti delle riunioni e le posizioni espresse dai rappresentanti delle istituzioni in tale tavolo di coordinamento nazionale; nell’effettuare pressioni finalizzate all’apertura di centri in luoghi graditi al gruppo Buzzi riceveva in forma diretta e indiretta una retribuzione di 5000 euro mensili, utilità erogate da Buzzi. Con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’associazione di tipo mafioso».
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