1955. La Casa del Pellegrino è splendente, tirata a lucido. Profuma di lozioni e di creme.
L'albergo diurno così la chiama il regista Dino Risi con i suoi sceneggiatori nel film Il segno di Venere. Qui dentro, dove si sentono i ticchettii delle macchine da scrivere e passano veloci ragazze in gonna e golfino stretti stretti, s’incrocia il popolo indaffarato appena sceso dal treno a Stazione Termini per farsi la barba, scrollarsi di dosso le muffe dei vagoni con una doccia, rassettarsi i vestiti spiegazzati, rifarsi il trucco, cambiarsi un intimo, dare un colpo al vezzoso cappellino per presentarsi come si deve al principale in attesa, mentre legge in giornale, in uno dei ministeri lì accanto. Lo si capisce subito, rivedendola oggi.
L'albergo diurno così la chiama il regista Dino Risi con i suoi sceneggiatori nel film Il segno di Venere. Qui dentro, dove si sentono i ticchettii delle macchine da scrivere e passano veloci ragazze in gonna e golfino stretti stretti, s’incrocia il popolo indaffarato appena sceso dal treno a Stazione Termini per farsi la barba, scrollarsi di dosso le muffe dei vagoni con una doccia, rassettarsi i vestiti spiegazzati, rifarsi il trucco, cambiarsi un intimo, dare un colpo al vezzoso cappellino per presentarsi come si deve al principale in attesa, mentre legge in giornale, in uno dei ministeri lì accanto. Lo si capisce subito, rivedendola oggi.
2016 A poche centinaia di metri dalla Stazione Termini di Roma, davanti al Museo di Palazzo Massimo, c’è una tettoia sporca e pericolante. Sporche sono le transenne, sporchi i vetri delle finestre dietro le inferriate, i muri dell’antico palazzo, sporchissima la scritta sulla tettoia. Immondizia abbandonata per terra e degrado desolante :dietro tutto questo squallore è celata la meraviglia raccontata da Dino Risi l' "Albergo Diurno, il Bagno Romano, la Casa del Pellegrino".
Una vergogna per Roma , per i cittadini romani , per le amministrazioni che si sono succedute in tutti questi anni indifferenti al degrado e all'abbandono. Come sia possibile che una città dimentichi parte della sua storia del costume recente ma ormai così lontana. ? Non c'è un minimo di orgoglio, di amor proprio, Lasciata al suo destino , in preda ai topi, all'immondizia, allo spregio quotidiano degli incivili romani e non. che l'hanno trasformata in una sorta di discarica a cielo aperto.
Non ci fosse stato Dino Risi non sapremmo nemmeno più cosa si nasconda dietro quelle luride transenne. A qualche decina di metri dal Teatro dell'Opera, a qualche centinaio di metri dalla Stazione Termini e dalla parte opposta del Ministero degli Interni, dallo "struscio" di via Nazionale , letteralmente ignorata dagli amministratori capitolini che probabilmente nemmeno sanno cosa sia .
Si dovrebbe lanciare una petizione su change.org per salvare la Casa del Pellegrino dal degrado e dal dimenticatoio in cui è precipitata. Ma non siamo neanche tanto sicuri che una volta raccolte le firme veramente qualcosa si muoverebbe per il suo salvataggio. Forse riesce a smuovere qualcosa la Gabanelli con le sue denunce settimanali su Report? Ormai siamo diventati un popolo di indifferenti, di insensibili, di incivili, forse di cinici. E gli amministratori, a tutti i livelli, sono i nostri degni rappresentanti . NOI SIAMO I NUOVI MOSTRI!!!!!
Roma poi, in particolare , affonda lentamente , ogni giorno sempre di più.
E non c'è verso di salvarla.
Domenico Fischetto
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