Su Repubblica del 28 dicembre nella pagina Lettere
Commenti&Idee è stata pubblicata la lettera che riportiamo di seguito e che
merita una riflessione da parte di tutti noi alla luce delle giovani vite di
italiani deceduti all’estero in questI annI orribilI alla ricerca di un lavoro
che in Italia spesso non c’è. Si sono spesi fiumi d’inchiostro e innumerevoli
servizi televisivi, ma una riflessione pacata e obiettiva come questa del
lettore Alberto Voltaggio non era stata fatta o almeno noi non l'avevamo letta e per questo la riproponiamo ai nostri lettori.
Fuori da ogni retorica e da ogni piagnisteo, che poi sono
lo sport nazionale.
D.F.
Una ragazza italiana dell’attentato del 7 luglio 2005 alla
metro di Londra, un’altra uccisa un anno fa al Bataclan di Parigi, una terza
nel recente attentato a Berlino. Tutte erano in gamba e apprezzate, a Londra, a
Parigi, a Berlino. Solo una coincidenza? Non penso. Si dice che i giovani cercano
lavoro in altri Paesi perchè non lo trovano in Italia. Ma si è voluto dar vita
alla Comunità Europea, è naturale che lo scambio tra Paesi non sia fatto solo
di imprese, merci, regole e una comune moneta, ma anche di libertà di movimento
e di lavoro. L'obiettivo ideale dell’Europa è formare cittadini europei .Questa
trasformazione i giovani la comprendono,
gli altri fanno fatica. Questa generazione esprime una voglia di conoscenza,
esperienze, cosmopolitismo che và al di là della necessità immediate e che
denota vitalità e coraggio.
Allora non parliamo di una coincidenza, piuttosto di una
bellissima testimonianza , purtroppo finita tragicamente.
Alberto Voltaggio
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