Non tutti lo sanno, ma c’è un angolo di Roma dove hanno
abitato ben tre premi Nobel. Si trova tra Piazza Salerno e via Pavia, nel quartiere Italia.
Enrico Fermi abitava in Via Belluno, e fuggì negli Stati
Uniti con la sua famiglia a causa delle leggi razziali fasciste, (la moglie era ebrea) approfittando proprio del suo viaggio per
ritirare il Nobel per la fisica. A ricordo di questo illustre scienziato è stata apposta una
lapide commemorativa sul fronte del palazzo che dà su via Catanzaro.
E proprio
all’inaugurazione della targa di Enrico Fermi abbiamo conosciuto la professoressa Rita Levi
Montalcini, anche lei perseguitata in gioventù dalle leggi razziali , prestigioso premio
Nobel per la medecina. La professoressa abitava in Via di Villa Massimo, e la luce
del suo studio rimaneva accesa fin quasi le prime luci dell’alba. In quella giornata commemorò da par suo la
figura di Enrico Fermi. Già avanti con gli anni, ci ricordiamo che opportunamente
le mettemmo a disposizione una sedia per poter seguire con
comodità la piccola cerimonia sul marciapiede.
Infine Grazia Deledda, Proprio ieri Repubblica, nella
cronaca di Roma, ricordava la scrittrice sarda, che proprio in occasione del
ritiro del premio Nobel per la letteratura scriveva alla sorella di rimpiangere la pace e la
serenità del suo villino tra Via di Porto
Maurizio e via Trapani.
Se si guarda bene lo stradario di Roma , Via di Porto
Maurizio non esiste più . E allora che fine ha fatto? Nessuna fine: ha
solo cambiato nome . Ora si chiama via
Agrigento e al posto del villino, che ospitava la scrittrice , sorge un orribile
ed anonimo palazzo.
Ora se la memoria pubblica ha commemorato Enrico Fermi con
una lapide, alle due donne Premi Nobel questo onore è stato finora negato. Fino
a quando? Ci auguriamo che presto venga colmata questa lacuna. Non riponiamo
grandi speranze negli attuali amministratori comunali e municipali, ma fosse mai in un
sussulto di orgoglio cittadino si
risvegliassero sopite coscienze ??
Domenico Fischetto
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