30 aprile 2016
UNA FIRMA CONTRO LA TORTURA
Change.org si mobilita in favore dell'approvazione in Italia di una a legge che condanni la tortura.
E' Ilaria Cucchi , sorella di Stefano ucciso dalla polizia quando era in stato di detenzione, a promuovere qesta raccolta firme.Invitiamo i lettori di Tre Righe a sottoscriverla.
Questo è il link:
https://www.change.org/p/contro-ogni-tortura-l-italia-approvi-la-legge-entro-il-2016-stoptortura-matteorenzi-andreaorlandosp?tk=akIjKfH_-4doLqCuJxfEU72NWUDsC1JAA4CpLLYKH9o&utm_medium=email&utm_source=signature_receipt&utm_campaign=new_signature
Ilaria e Stefano Cucchi
Mi chiamo Ilaria, ho 42 anni e 2 figli. Vivo a Roma e di Roma è tutta la mia famiglia. È qui che sono cresciuta: non da sola, ma insieme a mio fratello Stefano, quello "famoso". Stefano Cucchi, "famoso" perché morto tra sofferenze disumane quando era nelle mani dello Stato e, soprattutto, per mano dello Stato.
Mio malgrado, sono molte le persone che mi conoscono in questo Paese. Sanno come sono fatta. Sanno - perché da sette anni ormai non mi stanco di ripeterlo - che sono in ottima forma fisica e che sono viva. Al contrario di mio fratello, che pesava quanto me ma che vivo non è più.
Nell'ottobre del 2009 non sono stata picchiata. Non mi hanno pestato, non mi hanno rotto a calci la schiena, non ho avuto per questo bisogno di cure mediche. Non mi hanno torturato. Sono viva. Sono viva e combatto con una giustizia che ha dimenticato i diritti umani.
Sono viva e da allora mi batto per non smettere di credere. Ecco perché chiedo che Parlamento e Governo approvino finalmente, ed entro quest'anno, il reato di tortura in Italia. Stiamo chiedendo all’Egitto verità per Giulio Regeni. Dobbiamo farlo. Ma ricordiamoci che lo facciamo dall'alto del fatto di essere l’unico Paese d’Europa a non avere una legge contro le brutalità di Stato. La Corte di Strasburgo ha già condannato l’Italia per gli orrori del G8 di Genova nel 2001. E ci ha imposto l’introduzione nel nostro codice penale del reato di tortura. Che aspettiamo?
Nonostante tutto io alla giustizia ci credo ancora. In questi giorni di preparazione alle elezioni amministrative in grandi città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, ho lanciato delle provocazioni. Ho provato a richiamare l'attenzione della politica di qualsiasi colore su qualcosa che da sette anni fa parte della mia vita. Perché da sette anni sono una donna che chiede giustizia per l'abuso di cui è stato vittima suo fratello. E da sette anni sono una cittadina che chiede che la sfera pubblica dia finalmente risposte di civiltà.
Ho sempre creduto e continuo a credere nonostante tutto all'uguaglianza sostanziale di ognuno di noi di fronte alla legge. Vedo la politica litigare con la magistratura, i giudici scontrarsi con i governi ma non vedo, continuo a non vedere la base. E la base può essere solo quella di ripartire dai diritti umani.
Voglio che si riaccendano le luci non solo su questioni che riguardano la memoria di Stefano, ma che hanno a che fare con tutti noi. Penso a Giulio Regeni, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini. Tutte queste storie, tutte le persone dietro a queste storie ci testimoniano, con la loro morte che è una morte di Stato, che uno Stato di diritto senza diritto è una banda di predoni.
In questo nostro Stato manca un fondamento: quello del reato di tortura. Non è uno Stato di diritto quello che permette che un uomo, Andrea Cirino, venga torturato in carcere. E che permette che per questo orrore disumano non ci sia alcuna condanna, perché il reato di tortura in Italia non c'è.
Per quale motivo l'Associazione nazionale Magistrati che è sempre così giustamente sensibile ai problemi che la legislazione in materia di lotta alla corruzione e alla mafia può creare, mai e dico mai è intervenuta sul tema degli abusi e della violazione dei diritti civili e della mancata approvazione di una legge sulla tortura?
Se non si parte proprio da questo a nulla può portare il confronto tra le istituzioni: sono scontri di potere a danno dei cittadini, che vengono schiacciati, non tutelati.
Ogni tassello rimesso a posto rende più vicina la verità.
Per Stefano, per Giuseppe, per Marcello, per Giulio, per Riccardo e per tutti gli altri: approviamo il reato di tortura in Italia entro il 2016!
E' Ilaria Cucchi , sorella di Stefano ucciso dalla polizia quando era in stato di detenzione, a promuovere qesta raccolta firme.Invitiamo i lettori di Tre Righe a sottoscriverla.
Questo è il link:
https://www.change.org/p/contro-ogni-tortura-l-italia-approvi-la-legge-entro-il-2016-stoptortura-matteorenzi-andreaorlandosp?tk=akIjKfH_-4doLqCuJxfEU72NWUDsC1JAA4CpLLYKH9o&utm_medium=email&utm_source=signature_receipt&utm_campaign=new_signature
Ilaria e Stefano Cucchi
Mi chiamo Ilaria, ho 42 anni e 2 figli. Vivo a Roma e di Roma è tutta la mia famiglia. È qui che sono cresciuta: non da sola, ma insieme a mio fratello Stefano, quello "famoso". Stefano Cucchi, "famoso" perché morto tra sofferenze disumane quando era nelle mani dello Stato e, soprattutto, per mano dello Stato.
Mio malgrado, sono molte le persone che mi conoscono in questo Paese. Sanno come sono fatta. Sanno - perché da sette anni ormai non mi stanco di ripeterlo - che sono in ottima forma fisica e che sono viva. Al contrario di mio fratello, che pesava quanto me ma che vivo non è più.
Nell'ottobre del 2009 non sono stata picchiata. Non mi hanno pestato, non mi hanno rotto a calci la schiena, non ho avuto per questo bisogno di cure mediche. Non mi hanno torturato. Sono viva. Sono viva e combatto con una giustizia che ha dimenticato i diritti umani.
Sono viva e da allora mi batto per non smettere di credere. Ecco perché chiedo che Parlamento e Governo approvino finalmente, ed entro quest'anno, il reato di tortura in Italia. Stiamo chiedendo all’Egitto verità per Giulio Regeni. Dobbiamo farlo. Ma ricordiamoci che lo facciamo dall'alto del fatto di essere l’unico Paese d’Europa a non avere una legge contro le brutalità di Stato. La Corte di Strasburgo ha già condannato l’Italia per gli orrori del G8 di Genova nel 2001. E ci ha imposto l’introduzione nel nostro codice penale del reato di tortura. Che aspettiamo?
Nonostante tutto io alla giustizia ci credo ancora. In questi giorni di preparazione alle elezioni amministrative in grandi città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, ho lanciato delle provocazioni. Ho provato a richiamare l'attenzione della politica di qualsiasi colore su qualcosa che da sette anni fa parte della mia vita. Perché da sette anni sono una donna che chiede giustizia per l'abuso di cui è stato vittima suo fratello. E da sette anni sono una cittadina che chiede che la sfera pubblica dia finalmente risposte di civiltà.
Ho sempre creduto e continuo a credere nonostante tutto all'uguaglianza sostanziale di ognuno di noi di fronte alla legge. Vedo la politica litigare con la magistratura, i giudici scontrarsi con i governi ma non vedo, continuo a non vedere la base. E la base può essere solo quella di ripartire dai diritti umani.
Voglio che si riaccendano le luci non solo su questioni che riguardano la memoria di Stefano, ma che hanno a che fare con tutti noi. Penso a Giulio Regeni, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini. Tutte queste storie, tutte le persone dietro a queste storie ci testimoniano, con la loro morte che è una morte di Stato, che uno Stato di diritto senza diritto è una banda di predoni.
In questo nostro Stato manca un fondamento: quello del reato di tortura. Non è uno Stato di diritto quello che permette che un uomo, Andrea Cirino, venga torturato in carcere. E che permette che per questo orrore disumano non ci sia alcuna condanna, perché il reato di tortura in Italia non c'è.
Per quale motivo l'Associazione nazionale Magistrati che è sempre così giustamente sensibile ai problemi che la legislazione in materia di lotta alla corruzione e alla mafia può creare, mai e dico mai è intervenuta sul tema degli abusi e della violazione dei diritti civili e della mancata approvazione di una legge sulla tortura?
Se non si parte proprio da questo a nulla può portare il confronto tra le istituzioni: sono scontri di potere a danno dei cittadini, che vengono schiacciati, non tutelati.
Ogni tassello rimesso a posto rende più vicina la verità.
Per Stefano, per Giuseppe, per Marcello, per Giulio, per Riccardo e per tutti gli altri: approviamo il reato di tortura in Italia entro il 2016!
IL 2X MILLE AL PARTITO DEMOCRATICO
Contininuiamo la pubblicazione delle richieste di sostegno del 2 X Mille ai partiti politici.
Questa è la volta del Partito Democratico
Sostieni il PD: M20 per donare il 2x1000
Carissima, Carissimo,
nel 2016 continueremo ad impegnarci con determinazione per rendere l’Italia sempre più giusta e più forte, in Europa e nel mondo, come merita di essere. Molte cose sono già cambiate grazie all’azione del PD e grazie al tuo prezioso sostegno.
Con la riforma costituzionale abbiamo detto basta al bicameralismo paritario e reso più semplice, rapida e chiara l’approvazione delle leggi, abbiamo ridotto il numero dei politici e abbassato gli stipendi dei consiglieri regionali. L’Italia diventa una democrazia più moderna e più efficiente. La politica, finalmente dopo 30 anni, ha fatto il suo dovere, ora, come sempre abbiamo detto, la parola passa ai cittadini con il referendum.
Con la riforma elettorale ciascuno di noi la sera delle elezioni saprà chi avrà vinto e governerà per cinque anni, senza più i ricatti dei piccoli partiti. Grazie al Jobs Act 911mila persone possono guardare al futuro con maggiore serenità e con un lavoro più stabile. La legge sulle unioni civili è un importante passo avanti per i diritti delle persone e colmerà un vuoto che esisteva da troppo tempo.
Abbiamo fissato il tetto massimo degli stipendi dei dirigenti pubblici. Oltre 10 milioni di italiani hanno 80 euro in più al mese in busta paga. Una misura che è stata estesa anche alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine. Abbiamo destinato 1 miliardo alla sicurezza e 1 miliardo alla cultura, tra cui 500 milioni per riqualificare le periferie.
Abbiamo abbassato le tasse (80euro, IRAP, IMU e Irap agricola) e continueremo a farlo. Dal prossimo 16 giugno nessuno di noi pagherà più l’IMU sulla prima casa.
Vogliamo ricordare anche un’altra riforma, quella che riguarda i partiti e la politica. Con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti siamo passati da una politica che viveva di fondi statali ad una politica costruita sull’impegno costante, grazie ai contributi di cittadine e cittadini che ogni giorno vivono, lavorano e hanno fiducia nel nostro Paese.
Siamo convinti che debbano essere i cittadini a scegliere liberamente se finanziare la politica. Lo scorso anno quasi 600 mila italiani hanno destinato il loro 2x1000 al Partito Democratico. Grazie per la fiducia e il sostegno. Sentiamo la responsabilità di rispondere a questa fiducia continuando ad impegnarci ogni giorno al servizio dei cittadini e del Paese.
Donare il 2x1000 al Pd a te non costa nulla e contribuirai a costruire una politica moderna, che sappia rispondere con serietà e concretezza ai bisogni dei cittadini. Inserisci il codice M20 nella dichiarazione dei redditi.
Grazie!
Il Tesoriere
Francesco Bonifazi
IL PUNTO DI VISTA DI RICCARDO MAGI,SEGRETARIO DEI RADICALI ROMANI, SU ALFIO MARCHINI
Pubblichiamo un post di Riccardo Magi su Alfio Marchini.Entrambi consiglieri comunali con Marino Sindaco, Magi traccia un profilo del "collega " Marchini.
Riccardo Magi
Interessi clientelari o scelte radicali? Il futuro di Roma passa da una domanda.
La candidatura di Marchini è pienamente conforme alle logiche di potere. Si spaccia per "civico", ma in realtà rappresenta la fine dell'intermediazione politica e con lui le corporazioni cercano di continuare a difendere i propri interessi nelle istituzioni. Da consigliere comunale Alfio Marchini si è distinto per l'assenteismo e perché, quando presente, si è schierato con il suo gruppo a difesa delle realtà corporative e clientelari. Si è astenuto o ha respinto le riforme proposte dai Radicali per rimuovere le incrostazioni di potere che hanno contribuito alla crisi di Roma, a cominciare dalle società partecipate.
Ma anche tra chi lo critica c'è qualcuno che ha condiviso un atteggiamento di tutela di pochi a discapito della città: il Movimento 5 Stelle, che oggi attacca Marchini ma in aula si è ben guardato dal combattere le rendite di posizione di poche migliaia di persone.
Raggi e Marchini sono simili: non hanno il coraggio di affrontare scelte difficili, ma necessarie per portare davvero il cambiamento nella capitale. Quel coraggio, opposto al populismo, che invece i Radicali hanno dimostrato in questi tre anni con il loro lavoro dentro e fuori il Campidoglio, e che rende il nostro programma la sola proposta credibile per dare a Roma le riforme che non può più attendere.
Giachetti molli chi nel PD romano prova a boicottarlo e faccia davvero il Radicale. Tutto il resto sono mi-raggi e allucinazioni. Questa è l'unica possibilità di cambiamento. E' questa la nostra sfida per le elezioni a Roma.
#CiVuoleUnRadicale #RomaNonTornaRoma #SenzaiRadicali
Riccardo Magi
Interessi clientelari o scelte radicali? Il futuro di Roma passa da una domanda.
La candidatura di Marchini è pienamente conforme alle logiche di potere. Si spaccia per "civico", ma in realtà rappresenta la fine dell'intermediazione politica e con lui le corporazioni cercano di continuare a difendere i propri interessi nelle istituzioni. Da consigliere comunale Alfio Marchini si è distinto per l'assenteismo e perché, quando presente, si è schierato con il suo gruppo a difesa delle realtà corporative e clientelari. Si è astenuto o ha respinto le riforme proposte dai Radicali per rimuovere le incrostazioni di potere che hanno contribuito alla crisi di Roma, a cominciare dalle società partecipate.
Ma anche tra chi lo critica c'è qualcuno che ha condiviso un atteggiamento di tutela di pochi a discapito della città: il Movimento 5 Stelle, che oggi attacca Marchini ma in aula si è ben guardato dal combattere le rendite di posizione di poche migliaia di persone.
Raggi e Marchini sono simili: non hanno il coraggio di affrontare scelte difficili, ma necessarie per portare davvero il cambiamento nella capitale. Quel coraggio, opposto al populismo, che invece i Radicali hanno dimostrato in questi tre anni con il loro lavoro dentro e fuori il Campidoglio, e che rende il nostro programma la sola proposta credibile per dare a Roma le riforme che non può più attendere.
Giachetti molli chi nel PD romano prova a boicottarlo e faccia davvero il Radicale. Tutto il resto sono mi-raggi e allucinazioni. Questa è l'unica possibilità di cambiamento. E' questa la nostra sfida per le elezioni a Roma.
#CiVuoleUnRadicale #RomaNonTornaRoma #SenzaiRadicali
CONSIDERAZIONI SULLA MANIFESTAZIONE ANPI A ROMA DEL 25 APRILE
Pubblichiamo un contributo di Aldo Luciani, presidente della sezione Anpi Nomentano-Italia, sulla recente manifestazione dell'ANPI tenutasi a Roma il 25 aprile .
Venticinque Aprile: A Porta San Paolo non c'era la città.
Anch'io c'ero a Porta San Paolo assieme ad altre persone. C'ero perché convinto della utilità di esserci, ma anche come rappresentante della Sezione ANPI Nomentano Italia di cui sono presidente, nonché come membro del Comitato Provinciale uscito dal recente congresso.
Ho
quindi una visione della manifestazione del 25 aprile a Porta San
Paolo, ma conosco anche gli antefatti che hanno portato, già dal 2015,
la Comunità Ebraica di Roma, i rappresentanti della Brigata Ebraica e
l'ANED (Associazione ex deportati nei campi di sterminio) a prendere le
distanze dalla manifestazione stessa, stante l'impossibilità di tutelare
la loro presenza anche in senso fisico, minacciata dalle varie
associazioni Pro Palestina.
Questi timori erano
motivati dal fatto che, in tutte le manifestazioni svoltesi fino al
2013, i rappresentanti della Brigata Ebraica erano stati violentemente
contestati, fino al punto di dover lasciare il corteo, a causa della
bandiera da loro portata, che richiama in modo evidente la successiva
bandiera di Israele. Io stesso sono stato più volte testimone sgomento
di questi attacchi. Nel 2014, la comunità ebraica di Roma stanca
di subire questi soprusi, avendo constatato l'incapacità degli
organizzatori di tutelare efficacemente la sua presenza, decide di auto
proteggersi con un proprio servizio d'ordine che, inevitabilmente si
scontra in modo duro con i ragazzi delle associazioni filo palestinesi
che pretendono di cacciarla via. Il parapiglia viene placato solo
dall'intervento di Polizia e Guardia di Finanza che separano il corteo
in due tronconi, impedendo a quello con i filo palestinesi di marciare a
ridosso del primo spezzone di corteo. A Porta San Paolo, tuttavia, i
due tronconi si ricompongono e ne nascono nuovi scontri verbali e fisici
che fanno terminare la manifestazione in cagnara, imponendone lo
scioglimento anticipato.
Nel 2015, si
svolge, presso la sede della Casa della Memoria, in Via S. Francesco di
Sales, una burrascosa riunione preparatoria della manifestazione del 25
aprile, alla quale prendono parte senza essere state invitate numerose
associazioni della sinistra movimentista, antagonista, sociale, filo
palestinese che, tra grida e insulti, obbligano l'ANED ad abbandonare la
riunione, emettendo successivamente un comunicato di dissociazione
dalla manifestazione del 25 aprile, a tutela dell'incolumità dei suoi
associati. L'ANPI Nazionale richiama l'ANPI di Roma e chiede spiegazioni
di quanto successo. L'ANPI di Roma farfuglia spiegazioni che non
spiegano niente e conseguentemente il corteo dal Colosseo a Porta San
Paolo viene annullato. Viene svolto un presidio a Porta San Paolo al
quale parteciparono - io c'ero - circa mille persone.
L'ANPI
di Roma viene commissariato dall'ANPI Nazionale (il Presidente . Si svolge il
congresso provinciale lo scorso 2 - 3 aprile che si conclude senza
decidere nulla rispetto alla manifestazione di quest'anno. Nei quindici
giorni precedenti, si svolge la prima riunione infuocata dedicata
all'organizzazione della manifestazione, dove si ripropone lo scontro
fra l'ala movimentista e il resto dell'ANPI. Le raccomandazioni del
Nazionale di fare ogni sforzo per ricucire con l'ANED e la Comunità
Ebraica non vengono accolte con la dovuta attenzione e, di conseguenza,
anche quest'anno queste due importanti realtà della nostra città
decidono che non esistono le condizioni per una loro partecipazione.
Questi
gli antefatti. A Porta San Paolo, anche quest'anno, mancava la città.
C'erano circa duemila persone, davvero assai poche rispetto a tre
milioni di romani. Alcuni si sono detti soddisfatti della riuscita della
manifestazione perché non è successo niente. E vorrei ben vedere che
succedesse pure qualcosa.
A Monteverde, a
Montesacro e anche nel II Municipio si sono svolte, la mattina, altre
manifestazioni di celebrazione del 25 aprile, cui hanno preso parte
centinaia di romani residenti in quei territori.
A
Milano, dove si svolge da sempre la manifestazione nazionale,
quest'anno, ma anche negli anni scorsi, ci sono state contestazioni dure
e pesanti verso i partecipanti al corteo, perché la sinistra dura e
pura vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire chi può e chi non può
partecipare al medesimo. Non è così che si può andare avanti. La
manifestazione ne risulta offesa, svilita e diminuita dei suoi valori
unitari che sono largamente più ampi di quella frangia movimentista che
pretende di trasformare, a forza, una manifestazione unitaria in una
manifestazione di protesta contro Israele, contro il governo, contro la
TAV, contro il TTIPP e quant'altro.
E' veramente difficile credere che si possa ancora partecipare insieme ad un corteo. La città, difatti, non è venuta.
Per
il nuovo Presidente ANPI di Roma, Fabrizio De Sanctis, si apre un anno
di lavoro intenso per tentare di restituire all'ANPI il suo ruolo, la
sua funzione diversa da quella dei partiti, dei sindacati, di qualunque
movimento.
L'ANPI è a un bivio della sua
esistenza. A Roma ci sono ancora una cinquantina di partigiani; in tutta
Italia qualche migliaio. Quando,inevitabilmente, l'ultimo partigiano ci
avrà lasciato, l'ANPI sarà composta di figli e nipoti di quella
generazione, ma non sarà la stessa cosa.
Ripensare l'ANPI dunque
diventerà una necessità ineludibile.
Aldo Luciani
Recensione film: THE DRESSMAKER – Il diavolo è tornato Regia di Jocelyn Moorhouse
THE DRESSMAKER – Il
diavolo è tornato
Regia di Jocelyn Moorhouse
Foto di Ben King
The Dressmaker è un film appagante. C’è una
prima parte che è assolutamente strepitosa con una ottima fotografia e bei
costumi,, peccato che sul finale la sceneggiatura perde mordente e alla regista
sfugge un po’ la mano passando da un genere alla Tim Burton a uno più convenzionale.
A
Dungatar, una piccolissima località sperduta in Australia, una bambina viene
accusata di aver provocato un incidente nel quale è morto un bambino.
Allontanata dalla comunità viene mandata a Malbourne in collegio e da lì lei
scapperà per approdare a Parigi e apprendere il mestiere di coutourier. Venticinque anni dopo, ormai
alla soglia dei trent’anni, la ragazza torna al paesino con l’obiettivo di
ricordarsi esattamente quello che è successo, di prendersi cura della mamma
ormai derisa e creduta pazza dal giorno in cui è partita, e di vendicarsi delle
persone che l’hanno voluta cacciare via. Dotata di grande abilità come stilista
Tilly Dunagge inizia a convincere un po’ di signore e signorine a farsi fare
gli abiti da lei. Così riesce a trasformare timide ragazzine con gli occhiali
in provocanti pin-up, ridare
giovinezza a signore sfiorite e, di mettere un po’ di pepe nella comunità.
La
parodia della società perbenista, le distese del territorio, i colori accesi e
decisi mi hanno evocato Edward Mani di
Forbice da un lato nell’impossibilità di essere normale e di viversi fino
in fondo un amore intenso, dall’altro nel grottesco delle situazioni create.
Parrucchiere là, couturier qui.
Siamo
agli inizi degli anni ‘50 ed è in atto il cambiamento che sta pervadendo tutto
il mondo con l’arrivo del benessere e con l’avvento del consumismo. All’interno
della prudish society (strano non si
vede mai la chiesa nel film se non per la celebrazione del matrimonio!) proprio
le figure istituzionali sono quelle più ipocrite: il sindaco (padre del bambino
morto) con le sue varie amanti e scappatelle, la maestra di scuola che è la
classica persona “forte con i deboli e debole con i forti”. Tutti i personaggi
sono dipinti come caricature: dal medico gobbo che picchiava la moglie prima di
incurvirsi, alla famiglia dei droghieri, fino al tenente di polizia che adora
creare vestiti e travestirsi. Ognuno in fondo è colpevole di qualcosa e tutti
sono conniventi tra di loro.
Tilly,
con grande tenacia, riesce a recuperare la mamma e portarla dalla sua parte, in
un progetto di vendetta che è il suo fine palese.
Grande
interpretazione di Kate Winslet (Tilly) ma anche bravissima Judy Davis (Molly
la pazza).
GHISI GRÜTTER
GHISI GRÜTTER
29 aprile 2016
IL 2XMILLE A SINISTRA UNITA
E' tempo di dichiarazione dei redditi.Non tutti sanno che è possibile donare il 2Xmille ai partiti politici , specificando nell'apposito spazio della dichiarazione una sigla che identifica il partito.
Tre Righe pubblicherà tutte le richieste del 2X mille che riceverà in redazione.Oggi pubblichiamo la richiesta di Sinistra Italiana.
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Carissima, Carissimo,
siamo
impegnati in un percorso necessario ed entusiasmante, per dare
all'Italia una sinistra forte e innovativa: siamo felici di poter dire
che questo progetto è già in campo, vive grazie all'impegno volontario
di tanti attivisti, amici e compagni che su tutto il territorio
nazionale stanno portando avanti importanti battaglie per un paese
migliore.
Siamo
stati infatti una parte attiva e molto importante della mobilitazione
che ha portato 15 milioni di persone al voto per il Referendum sulle
trivelle, ottenendo un risultato che - seppur non abbia consentito di
raggiungere il quorum - ha ridato voce al dibattito sull'ambiente e le
energie rinnovabili, ha scoperchiato la realtà dell'inquinamento in
importanti territori come quello lucano, ha messo in profonda difficoltà
la macchina della vuota propaganda di Renzi.
Ora siamo di nuovo al lavoro, in primis in vista della manifestazione STOP TTIP che si terrà a Roma il 7 maggio alle ore 14.00. Qui trovi il volantino scaricabile per approfondire.
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Sul territorio intanto proseguono importanti raccolte firme per il referendum costituzionale di Ottobre, per i referendum sociali e per le proposte della Cgil sul lavoro. Sinistra Italiana sostiene tutte queste iniziative, corri anche tu a firmare e a dare una mano ai banchetti.
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Nel
frattempo inauguriamo oggi una nuova iniziativa in collaborazione con
il Gruppo Parlamentare di Sinistra italiana. #QuiPianetaTerra è una
campagna di partecipazione con cui il Gruppo raccoglie segnalazioni di
problemi dal territorio o di questioni che stanno cuore ai cittadini. Le
segnalazioni più urgenti e più utili diventeranno interrogazioni
ufficiali.
Mercoledì sarà in aula per il Question Time il Premier Matteo Renzi, puoi proporre il tuo tema scrivendo un post su Commo. Ricordati di dettagliare la tua interrogazione e di usare il tag QuiPianetaTerra.
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Queste
e altre battaglie ed iniziative hanno bisogno di un corpo robusto:
abbiamo bisogno di organizzarci, di lavorare insieme, di arrivare forti e
radicati al congresso fondativo di Sinistra Italiana che si terrà a
Dicembre. Per partecipare devi aderire dal sito www.sinistraitaliana.si. Ricorda che avrai bisogno del file del tuo documento di identità.
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Qui tutti i dettagli per scrivere bene la dichiarazione: http://www.sinistraitaliana.si/istituzionale/news/
CONSORZIO TIBERINA :RAPPORTO ATTIVITA' RECENTI
Dopo
i 6 milioni di spettatori su France 3 in prima serata in Francia con la
segnalazione a principale riferimento utile per “Roma sul Tevere” (http://www.france3.fr/emissions/des-racines-et-des-ailes/diffusions/06-04-2016_469280) e la menzione sul New York Times, importante per il Consorzio Tiberina anche quella su La Repubblica (http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/04/27/news/roma_la_rivalutazione_del_tevere_finisce_sul_new_york_times-138596672/).
In
allegato anche il comunicato di iniziativa cui partecipiamo (“Keep
Clean and Run - Pulisci e Corri”), con appuntamento il 6 maggio.
Pur
non essendo nei Contratti territoriali l’unica “mission” del Consorzio
Tiberina, sabato 30 pomeriggio – nell’occasione organizzata a Nazzano
(RM) dalla Discesa Internazionale del Tevere – in 10 minuti a
disposizione cercheremo di sintetizzare, come richiestoci, il <<racconto del percorso partecipativo>>
adottato per giungere al Contratto di Fiume del Tevere nell’area urbana
di Roma, che, vista la posizione ufficiale positiva già presa
dall’Amministrazione Capitolina, speriamo possa essere varato entro
Estate/Autunno. L’occasione sarà importante anche per condividere tutte
le esperienze partecipative nella regione Tiberina, con un occhio allo
stato dell’arte a livello nazionale. Per chi non potrà esserci, i “passaggi” che sottolineeremo saranno:
- vasta
sensibilizzazione sui temi interdisciplinari, intersettoriali e
interterritoriali del Tevere e del Bacino dal 2008, con occasioni
pubbliche e comunicazione
- adozione
di un approccio pubblico-privato fin dalla genesi del Consorzio,
coalizione sia orizzontale sia verticale di coesione territoriale
- enfasi
sulla conoscenza del territorio e dei principi tecnico-scientifici di
analisi, progettazione e possibile intervento, assolutamente
indispensabili, vista la delicatezza del tema fluviale
- formazione di un Comitato Promotore di centinaia di persone fin dall’OTT-2014
- approccio
fortemente gradualistico, nell’arco di almeno 1 anno, per capire
(proprio nello spirito della partecipazione) quali interessi avrebbero
potuto accomunare popolazioni e operatori da Castel Giubileo alla Foce
- interazione con altri Contratti Territoriali in formazione
- elaborazione di un’approfondita analisi conoscitiva preliminare
- raccordo
con le principali Istituzioni potenzialmente interessate a
sottoscrivere il Contratto di Fiume, ai livelli sia politico-attuativi
(Assessorati) sia tecnico-amministrativi (Autorità, Direzioni, Agenzie,
etc)
- raccolta dei progetti più vari
- redazione di un Manifesto (riaggiornato sulla base delle “Osservazioni del Pubblico”)
- formazione di Tavoli di Lavoro ormai da mesi in attività
- controllo
civico sulla qualità delle acque (analisi e monitoraggi a cura di
Università, interazione con Gruppi di Ricerca Ecologica, etc),
considerando che Roma risente di tutto ciò che accade nel Bacino del
Tevere.
Quanto
all’Assemblea di Fiume, ci si è affidati al CNR per creare una
piattaforma on-line della massima potenzialità, messa a disposizione
degli oltre 70.000 lettori nei nostri indirizzari (e non solo degli
stessi); ma saranno proiettate in sala alla Riserva Naturale Regionale
Nazzano Tevere Farfa le più belle occasioni comunitarie partecipative. Da
sottolineare la condizione imposta a tutti i Consorziati a fine
Dicembre 2015, vale a dire di condividere nel nuovo Statuto la
promozione di Contratti Territoriali, facendo parte del nucleo iniziale
dell’Assemblea di Fiume; l’Assemblea è ormai totalmente “open”
(fisicamente e on-line), ma il Consorzio – con le sue proprie risorse –
mantiene il coordinamento di solito affidato ad Enti pubblici dotati di
fondi propri finalizzati, essendosi riservata Roma Capitale al momento –
pur condividendo politicamente la finalità del Contratto di Fiume
nell’area urbana – soltanto un ruolo di “Osservazione”. Ciò
ci responsabilizza per l’iniziativa innovativa presa, nel vero spirito
dei Contratti territoriali, lì dove occorre evitare squilibri a favore
di attori dotati di maggior peso politico ed economico, favorendo la
discussione tra soggetti liberi in un dibattito il più possibile
allargato, da non ridurre ad un mero atto burocratico.
CONSORZIO TIBERINA – Associazione consortile per l’Assemblea di Fiume e di Bacino del Tevere e per i relativi Patti e Contratti
[t/f] 063202087 [@] tiberina@unpontesultevere.com [w] www.unpontesultevere.com
GIACHETTI SINDACO: LE LISTE A SUO SOSTEGNO
Giachetti in un incontro pbblico presso lo Scout Center
A sostenere la candidatura a Sindaco di Roma di Roberto Giachetti, oltre alla lista del Partito Democratico , ce ne sono altre, in primis la Lista Civica per Giachetti Sindaco.In lizza ci sono decine di nomi che si
contenderanno i posti in Assemblea Capitolina. Su 48
seggi totali, nel caso che Giachetti non diventi Sindaco, gli eletti che entreranno
in aula Giulio Cesare saranno 19, da dividere con le altre opposizioni
29 in caso di vittoria:. Nella passata consiliatura la maggioranza
contava su 19 consiglieri PD, più 5 della lista civica Marino, più 4 di
SEL, più 1 di Centro Democratico. Da queste considerazioni possiamo
immaginare che i nomi messi in lista siano un elemento indicativo,
perchè, come da regole del gioco, saranno eletti solo quelli su cui
convergeranno molte preferenze. Per avere un parametro: per il PD vincente alle scorse elezioni minimo 3.209, per il PDL perdente minimo 5.415.
Vediamo chi sono alcuni tra i candidati
LA LISTA DEL PD
Nella lista del Pd troviamo innanzitutto, due donne: Piera Levi Montalcini – unico merito essere la nipote del Premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini - e Anna Paolo Concia, simbolo del mondo LGBT . Gli uscenti confermati sono undici dei 19 "famosi pugnalatori di Marino" e che a nostro modesto parere, se Giachetti avesse voluto segnare una discontinuità con il passato non dovevano essere ricandidati. Tra loro Michela Di Biase –segno particolare (ed unico) moglie del ministro della Cultura Dario Franceschini . Confermate la “giovane turca” ed ex Giovane Democratica, Giulia Tempesta e l’ex presidente del Consiglio Comunale Valeria Baglio. Tra gli uomini ci sono Andrea Casu – vicino al braccio destro di Giachetti Luciano Nobili ed Eugenio Patanè-, l’ex presidente del II Municipio, distintosi per il suo immobilismo, Giuseppe Gerace e il "gladiatore " veterano Orlando Corsetti, .Chiude la lista Giovanni Zanolla, appoggiato da Tobia Zevi, regista ( in ascesa ) di tutte le liste del PD.
LA LISTA CIVICA
Sorprendente e forse la vera novità di rinascita e di riscatto del PD – come spesso accade – la lista civica di sostegno a Giachetti. I nomi di punta sono quelli dello scrittore Marco Lodoli e la nuotatrice olimpionica Alessia Filippi da Tor Bella Monaca. Si ricandidano
due ex consiglieri della lista civica di Marino:, Franco Marino e Svetlana Celli. . Dal mondo della comunicazione arriva Valentina Renzopaoli, fino a qualche mese fa volto dell’emittente televisiva romana RomaUno, e da quello della scuola la germanofila Valeria Fischetto.
POPOLARI E DEMOCRATICI PER GIACHETTI
Anche l’Udc si è schierato dalla parte di Giachetti con la lista “Più Roma“. La guida Maria Fida Moro, la figlia primogenita di Aldo Moro e ne fa parte anche il sottosegretario alla Difesa del governo Renzi Domenico Rossi, esponente di Centro Democratico In lizza – tra gli altri – c’è anche Rocco Belfronte, già consigliere comunale dell’Udc.
I RADICALI
Da buon radicale Giachetti è riuscito ad incassare anche il sostegno del partito fondato da Marco Pannella, malgrado la diversità di vedute su argomenti spinosi come le Olimpiadi a Roma nel 2024 e lo stadio della Roma.Vedremo come faranno a conciliare queste contrapposizioni se eletti. Il primo nome in lista è quello del segretario Riccardo Magi . C’è poi anche Mina Welby, moglie dello storico attivista radicale .
LE ALTRE LISTE
A completare il quadro ci sono, infine, altre tre liste. La prima è quella dei Socialisti, ribattezzata “Una rosa per Roma” il cui capofila è il giornalista Aldo Forbice. Per i Verdi, invece, sarà in campo Giobbe Covatta, l’attore e scrittore , portavoce del partito ambientalista.
L’ultima è la
lista dell’Italia dei Valori, il partito fondato da Antonio Di Pietro e oggi guidato da Ignazio Messina.
Carlo Ricchini
Carlo Ricchini
ROMA: ANATOMIA DI UNA METROPOLI
Pubblichiamo l'invito di un evento organizzato da Libertà e Giustizia.
Il tema è interessanto anche in vista delle prossime elezioni comunali.
di
Adriano Sacco, Andrada Blajinu, Andrea Bocchieri
del Gruppo Giovani di Libertà e Giustizia di Roma
Il tema è interessanto anche in vista delle prossime elezioni comunali.
Quali sono i veri
problemi di Roma?
Da quali idee
potrebbe ripartire il suo sviluppo?
Che rapporto
hanno i Romani con la loro città?
Roma: anatomia di una metropoli
Libertà e Giustizia di Roma ne parla con
Keti Lelo - Docente di Sviluppo
Urbano - Centro per lo Studio di Roma (CROMA) - Università Roma
Tre
Salvatore Monni - Docente di Economia
dello Sviluppo (CROMA) - Università Roma Tre
Federico Tomassi - Agenzia per la
Coesione Territoriale
Venerdì 29
Aprile - ore 18,00 - Sala Valdese
Via Marianna Dionigi, 59 (Piazza Cavour)
L'incontro
sarà aperto dal video
"Dubitare del potere. Antonio
Cederna"di
Adriano Sacco, Andrada Blajinu, Andrea Bocchieri
del Gruppo Giovani di Libertà e Giustizia di Roma
LETTERATURA GRECA E LATINA
La
aziendalizzazione della scuola italiana è un dato di fatto, ma nessuno
si sarebbe potuto aspettare che la glottologa e linguista Giannini - ex
scelta civica, oggi PD e ministro dell’Istruzione (non più pubblica dal
2008, regnante Berlusconi) dell’università e della ricerca (MIUR),
regnante Renzi – ci proponesse la perla di cui Tullio Gregory, attonito,
ci dà conto.
La ministra ha pubblicato, nel 2016, il bando di concorso per l’insegnamento delle “discipline letterarie, latino e greco”.
Non
ci sono più prove scritte “italiano – latino” e “greco – italiano”,
mentre sono mantenute, ovviamente, come unico serio strumento di
conoscenza di una lingua,
quelle per le lingue moderne.
Già così si rimane intontiti,ma la perla diventa quasi incredibile:
Gli
aspiranti insegnanti di greco e latino saranno valutati, al posto delle
prove scritte soppresse, sulla base di “quesiti” volti a verificare la
conoscenza di una fra le quattro lingue straniere (francese, inglese,
tedesco e spagnolo).
Difficile
da credere ma è proprio così:i nuovi professori di letteratura greca e
latina non dovranno dimostrare di conoscere, attraverso prove scritte,
le lingue antiche, bensì una moderna.
Il
bando – come al solito nel nostro paese – ricorda tronfiamente
l’importanza della “ classicità greca e romana” (esporessione fumosa),
come “valore fondante della tradizione europea”, ma si contrappone il
tradurre “meccanico esercizio di applicazione di regole” (sic!) alla
“comprensione e interpretazione di un testo e di un autore” anche con
“l’uso di strumenti multimediali” (per l’unica rimasta prova orale).
Non dovrei meravigliarmi più di tanto.
Berlinguer
– che ha dato le prime ben assestate picconate – aveva fissato, con la
sua riforma per l’università, il numero di ore che uno studente può
dedicare alla preparazione di un esame e il corrispondente numero di
pagine da studiare.
Conseguenza
per le lingue antiche: proibizione di programmi che comportino la
lettura di “interi libri” dell’odissea o dell’eneide (troppo lunghi).
Sembrerà
fantascientifico, ma molte università non richiedono più la conoscenza
del greco e del latino per l’esame delle rispettive letterature.
Dice Gregory che già oggi mancano conservatori dei manoscritti greci e latini di cui le nostre biblioteche sono ricchissime
Questi
orientamenti valgono quindi anche per gli insegnanti del liceo
classico, nonostante la solita enfasi retorica su “strategie
didattiche”, “didattica tra pari”,”lezioni a classi aperte”......
Temo
che questo stia a indicare che in Italia si è deciso che è la cultura
scientifica che deve prevalere e non l’idealismo crociano con le sue
fumosità classiche.
Come
al solito la nostra politica riesce a fare disastri per manifesta
ottusità: non complementarietà ma prevalenza; non una sola cultura
seria, che non fa differenze, ma Croce al contrario.Non coltivazione
delle menti e delle persone, ma formazione di fattori di produzione
secondo le esigenze mutevoli e instabili del presente contingente.
Per avere sguardo lungo ci vogliono tempre diverse.
Umberto Pradella
.
28 aprile 2016
IN QUESTO QUADRO INTERNAZIONALE, E' POSSBILE L'OTTIMISMO?
In Spagna si tornerà al voto. Non sono bastati sei mesi per formare un governo e non è detto che tutto si aggiusterà a giugno.
L’Austria
rischia di avere un presidente della destra radicale, dalle
connotazioni chiaramente fasciste, cui i perdenti cercano di opporsi
scavalcandolo in una lotta per il potere dagli esiti tragici
La
Polonia e l’Ungheria, fasciste lo sono già e le loro leggi modellano
regimi autoritari lontani dalla forma e dalla sostanza della democrazia.
I
paesi nordici, una volta campioni dello stato sociale, lo stanno
smantellando, picconando la solidarietà non solo internazionale e
nutrendo nazionalismi ottusi e autolesionistici
La
Francia del semipresidenzialismo soffre le spallate della piazza che
protesta contro la riforma liberista del mercato del lavoro fatta dai
socialisti. Le prossime elezioni potrebbero ricalcare le orme spagnole
La
Grecia – come prevedibile da subito – è vicina alla bancarotta (da cui
non si è mai allontanata) e la Germania ha detto che riunioni di
urgenza non servono. Una riunione si farà comunque entro le prossime due
settimane; o si ridurrà il debito greco o si accetterà di far morire un
popolo intero (società disgregata eticamente da una classe dirigente
indecente) per la miopia e la presunzione (questa sì ideologicamente
deteriore) delle elite internazionali del “sistema”. La Grecia non è
Europa?
La Gran Bretagna rischia molto – e l’EU molto meno – per la brexit
Il
parlamento inglese ha negato l’ingresso nel paese di 3000 bambini
siriani senza genitori o parenti. Troppo gravoso il compito per chi
salva banche e ricchezze da rendita
Le
prossime votazioni politiche tedesche, viste le elezioni nei lander,
con ogni probabilità, offriranno scenari non più così ordinati e
“teutonici”
Un
governo finto Libico, che vuole rifare la Libia di Graziani (varrebbe
la pena di approfondire), ha chiesto l’aiuto occidentale per proteggere
il petrolio. L’occidente europeo nicchia e non sa cosa fare. Gli USA sì:
dicono che noi europei e specialmente noi italiani che l’avevamo
promesso, dovremmo menare le mani
Ci sono più frontiere in Europa adesso di quante ce ne fossero prima
Trump
ha sbaragliato i suoi avversari e gli stati del sud hanno legiferato
contro la legge federale sulla parità di diritti tra etero e
omosessuali, ribellandosi, fomentando l’odio verso il potere di
Washington e accendendo una fiamma separatista.
Se
non sbaglio, gli incontri di Ginevra per la pace in Siria, sono stati
sospesi, mentre le infrazioni alla tregua si moltiplicano
L’Egitto
del solito generale ha messo in galera tutti quelli che chiedono, anche
sommessamente, perchè e da chi, Rregeni sia stato torturato; la
solidarietà francese, come da manuale, è evaporata di fronte ai dollari
delle forniture di armamenti.
In
Italia siamo alle prese con tanti problemi (giustizia, istituzioni,
povertà – siamo il paese con più poveri assoluti, 7 milioni,in Europa -
corruzione, caporalato, scioperi di sfruttati, lavoro nero e voucher,
evasione fiscale, criminalità organizzata italiana e oggi anche
albanese, nigeriana, cinese, russa..dissesto idrogeologico, ricerca e
università, capitale infetta,... .) che sempre meno le parole sapranno
nascondere.
Tutto questo, a memoria, solo per la piccola Europa e il Mediterraneo.
Per il mondo sarebbe troppo lunga.
Chi mi convince che non è lo sgretolarsi di un sistema moribondo? La fine di un ‘era?
Eppure in tanti mi hanno detto che bisogna saper cogliere le opportunità e governare il compromesso possibile.
Se qualcuno me lo spiega e mi dice cosa fare!
Umberto Pradella
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