Gli Ecologisti Democratici, da sempre costola ambientalista del Partito Democratico, hanno espresso il proprio SI convinto al prossimo referendum del 17 aprile, contrariamente alla posizione ufficiale del Partito Democratico che invita i propri elettori ad "andare al mare". Con questa netta presa di posizione gli Ecodem si smarcano dalle imposizioni lobbistiche del proprio segretario e coerente con le tante battaglie ambientaliste di cui si sono resi protagonisti si schierano apertamente per il si allo stop alle trivelle..
Pubblichiamo la lettera inviata dal responsabile del Comitato Scientifico degli Ecologisti Democratici, Pier Luigi Adami, all'esecutivo Ecodem.
D.F.
D.F.
Al
Referendum del 17 aprile per fermare la proroga illimitata alle
concessioni delle estrazioni di petrolio e gas nei nostri mari VOTERO’
Sì e invito tutti gli amici che hanno a
cuore la principale risorsa del nostro Paese, l’ambiente e il
paesaggio, ad andare a votare e votare Sì.
Ritengo
che la norma di cui il Referendum propone l’abrogazione sia
profondamente sbagliata, e per questo auspico dai cittadini un’ampia
partecipazione democratica al voto per il
Sì.
La
proroga illimitata alle concessioni estrattive nei nostri mari va
contro la direzione in cui tutto il mondo deve andare, e al più presto:
la fine dell’era del petrolio e delle
fonti fossili.
Inoltre,
non è vero che le piattaforme petrolifere in mare sono sicure: le
emissioni inquinanti da questi impianti sono frequenti, tanto che sono
continuamente monitorate, per valutare
le fuoriuscite di petrolio e l’estensione del danno.
Il
destino del petrolio è ormai segnato: ha portato il pianeta sull’orlo
di una crisi climatica potenzialmente irreversibile, le sue combustioni
tossiche hanno avvelenato l’aria
delle nostre città e compromesso la nostra salute.
L’Accordo
di Parigi impone a tutti gli stati del mondo di ridurre drasticamente
le emissioni di gas serra, in gran parte dovute ai combustibili fossili,
a iniziare dal petrolio.
Sorprende che nessuno, proprio nessuno, tra gli esponenti politici che
si sono dichiarati contrari al Referendum, abbia almeno ricordato i
vincoli imposti dall’Accordo, e la conseguente, inevitabile,
obsolescenza della fonte petrolifera.
Le
stesse compagnie energetiche mondiali lo sanno benissimo. Durante una
affollata conferenza tenutasi di recente nell’aula del Parlamento
sull’Accordo di Parigi, le grandi “utility”
energetiche hanno ammesso che ormai per il petrolio è giunta l’ora di
un rapido, molto rapido, declino. Ai politici che si dichiarano contrari
al Referendum, sostenendo che metterebbe a rischio posti di lavoro, mi
permetto di dire: non è il Referendum a mettere
a rischio il lavoro nelle piattaforme estrattive – tanto che le
concessioni in essere resterebbero valide sino a scadenza. È la Storia,
insieme con il progresso tecnologico, a marcare il destino del petrolio.
Possiamo anche prorogare le concessioni estrattive
all’infinito, ma, comunque, tra pochi anni, con l’obbligatoria
riduzione dei consumi di petrolio e il perdurante crollo del prezzo del
barile, quel petrolio, fortunatamente, resterà sotto il mare.
Per
questo, per cambiare il verso a una politica che guarda sempre
indietro, invito tutti invece a guardare avanti e VOTARE Sì AL
REFERENDUM DEL 17 APRILE.
Pierluigi Adami
Pierluigi Adami
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