6 aprile 2016

GLI ECOLOGISTI DEMOCRATICI SI SCHIERANO PER IL SI AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

Gli Ecologisti Democratici, da sempre  costola ambientalista del Partito Democratico, hanno espresso il proprio SI convinto al prossimo referendum del 17 aprile, contrariamente alla posizione ufficiale del Partito Democratico che invita i propri elettori ad "andare al mare". Con questa netta presa di posizione gli Ecodem si smarcano dalle imposizioni lobbistiche del proprio segretario e coerente con le  tante battaglie ambientaliste di cui si sono resi protagonisti  si schierano apertamente per il si allo stop alle trivelle..
Pubblichiamo la lettera inviata dal responsabile del Comitato Scientifico degli Ecologisti Democratici, Pier Luigi Adami, all'esecutivo Ecodem.
D.F.



Al Referendum del 17 aprile per fermare la proroga illimitata alle concessioni delle estrazioni di petrolio e gas nei nostri mari VOTERO’ Sì e invito tutti gli amici che hanno a cuore la principale risorsa del nostro Paese, l’ambiente e il paesaggio, ad andare a votare e votare Sì.
Ritengo che la norma di cui il Referendum propone l’abrogazione sia profondamente sbagliata, e per questo auspico dai cittadini un’ampia partecipazione democratica al voto per il Sì.
La proroga illimitata alle concessioni estrattive nei nostri mari va contro la direzione in cui tutto il mondo deve andare, e al più presto: la fine dell’era del petrolio e delle fonti fossili.
Inoltre, non è vero che le piattaforme petrolifere in mare sono sicure: le emissioni inquinanti da questi impianti sono frequenti, tanto che sono continuamente monitorate, per valutare le fuoriuscite di petrolio e l’estensione del danno.
Il destino del petrolio è ormai segnato: ha portato il pianeta sull’orlo di una crisi climatica potenzialmente irreversibile, le sue combustioni tossiche hanno avvelenato l’aria delle nostre città e compromesso la nostra salute.
L’Accordo di Parigi impone a tutti gli stati del mondo di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, in gran parte dovute ai combustibili fossili, a iniziare dal petrolio. Sorprende che nessuno, proprio nessuno, tra gli esponenti politici che si sono dichiarati contrari al Referendum, abbia almeno ricordato i vincoli imposti dall’Accordo, e la conseguente, inevitabile, obsolescenza della fonte petrolifera.
Le stesse compagnie energetiche mondiali lo sanno benissimo. Durante una affollata conferenza tenutasi di recente nell’aula del Parlamento sull’Accordo di Parigi, le grandi “utility” energetiche hanno ammesso che ormai per il petrolio è giunta l’ora di un rapido, molto rapido, declino. Ai politici che si dichiarano contrari al Referendum, sostenendo che metterebbe a rischio posti di lavoro, mi permetto di dire: non è il Referendum a mettere a rischio il lavoro nelle piattaforme estrattive – tanto che le concessioni in essere resterebbero valide sino a scadenza. È la Storia, insieme con il progresso tecnologico, a marcare il destino del petrolio. Possiamo anche prorogare le concessioni estrattive all’infinito, ma, comunque, tra pochi anni, con l’obbligatoria riduzione dei consumi di petrolio e il perdurante crollo del prezzo del barile, quel petrolio, fortunatamente, resterà sotto il mare.
Per questo, per cambiare il verso a una politica che guarda sempre indietro, invito tutti invece a guardare avanti e VOTARE Sì AL REFERENDUM DEL 17 APRILE.

Pierluigi Adami

Nessun commento:

Posta un commento